IL MAGISTRATO CHE CONDANNO' GLI ESPERTI: ''ORA ASPETTO LE MOTIVAZIONI''

GRANDI RISCHI: PARLA IL GIUDICE BILLI, ”HO LE MIE IDEE, MA DEVO TENERLE PER ME”

di Alberto Orsini

14 Novembre 2014 08:35

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Ognuno di noi ha i suoi pensieri, ma c’è chi se li deve tenere per sé”.

Non può sbilanciarsi più di così, parlando con AbruzzoWeb, Marco Billi, giudice di primo grado della sentenza che 2 anni fa condannò i 7 esperti della commissione Grandi rischi a 6 anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni colpose, per aver falsamente rassicurato gli aquilani e sottovalutato il rischio sismico a 5 giorni dal terremoto del 6 aprile 2009, causando la morte di 29 persone.

Una sentenza che è stata quasi completamente smantellata dalla Corte d’Appello nel processo di secondo grado: il Collegio presieduto da Fabrizia Francabandera ha assolto da ogni accusa i 6 scienziati perché il fatto non sussiste e condannato per soli 13 casi, a 2 anni di carcere, l’ex vice capo dipartimento della Protezione civile Bernardo De Bernardinis.





Billi, che ha avuto modo di rileggere sui giornali nazionali l’interpretazione errata dell’accusa di “non aver previsto il terremoto” che lui ha sempre escluso, non può fare dichiarazioni a commento della sentenza-shock, come impone il suo ruolo: “Il processo è in corso, non posso dire una parola. Quando sarà finito magari parlerò”, afferma nelle sue prime e fin qui uniche dichiarazioni dopo l’Appello.

Ma si capisce che avrebbe tanto da dire nel merito dei fatti quando gli sfugge che “non è facile restare in silenzio, anche se devo”.

Giunto all’Aquila pochi mesi dopo il terremoto, il magistrato si è trasferito al tribunale di Velletri (Roma) a metà giugno per riavvicinarsi a casa, “non credevo che mi sarei trovato così bene” ammette, e attende a questo punto di conoscere le motivazioni della sentenza d’Appello che verranno depositate entro 90 giorni.

“Le sentenze vanno lette perché oggi abbiamo solo il dispositivo – ammonisce – Magari le motivazioni dei colleghi sulle assoluzioni saranno ottime e convincenti. Le leggerò non appena verranno depositate”.





Questo perché, conferma il magistrato, “anche se professionalmente sono ormai fuori dalla vicenda, l’argomento è talmente interessante e importante che chiunque ha interesse a seguirlo per vedere come la Corte ha interpretato i fatti”.

Billi non si scompone, e neanche in questo caso commenta, in relazione agli attacchi da parte degli avvocati difensori a cui è stata sottoposta la sua sentenza di oltre 900 pagine, “nella quale ho cercato di spiegare tutto quello che avevo da dire. Gli attacchi, di tutti i colori, ci sono stati da quand’era appena uscita, non me ne stupisco”.

Un pensiero, infine, ai familiari delle vittime. “Da giudice non mi permetto di schierarmi, sono stato e resto super partes perché quello è il mio ruolo – è la premessa – Come cittadino sono vicino come tutti alle famiglie delle vittime per quello che hanno subìto, mi tolgo il cappello come credo abbiano fatto anche gli imputati”, conclude.

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