INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA V COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA, ''RESPIRO ANCHE A LIVELLO REGIONALE. NON PRENDIAMO ORDINI DA BRUXELLES''

I MINIBOT ”SALVAGENTE PER LA ‘BARCA’ ITALIA”, BORGHI, ”AIUTIAMO CITTADINI E IMPRESE”

di Roberto Santilli

2 Giugno 2019 07:00

Italia - Economia

L’AQUILA – “I minibot prodromici all’uscita dall’Euro? No. Mettere un salvagente su una barca non è prodromico al naufragio. Semplicemente, è una cosa che serve”.

Si parla sempre più con insistenza dei minibot, ossia titoli di Stato di piccolo taglio per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione alle imprese, messi a punto dall'economista della Lega Claudio Borghi Aquilini, presidente della V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.

E se ne parla, dopo le europee che hanno visto l’exploit della Lega, il crollo del M5s e l’ennesima perdita di voti del Partito democratico, anche per la brutta figura proprio del Pd che alla Camera ha votato, contribuendo all’unanimità, la mozione Baldelli che impegna il governo a varare i minibot, ma che poi ha fatto clamorosamente retromarcia.

Con a corredo tutte le polemiche del caso, pure tra i sostenitori piddini, mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, ha tuonato: “Vedremo chi ha la testa più dura”, le sue parole dopo che il governo ha risposto alla lettera con cui Bruxelles vuole sapere ciò che l'Italia intende fare per contenere le spese.





Tutto questo nei giorni Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo monetario internazionale, dunque non un amico dei popoli e delle democrazie, dichiara che “La situazione italiana non è preccupante” e che il debito pubblico “è un problema sopravvalutato”. 

“Per rispondere a chi non ha capito nulla dei minibot – spiega Borghi Aquilini ad AbruzzoWeb – e che polemizza perché con essi salirebbe il debito pubblico, cartolarizzare un debito esistente non significa produrre nuovo debito. Se un cittadino ha un credito fiscale, per la ‘nota legge’ per cui non esiste un credito senza un debito, significa che lo Stato ha un debito fiscale”.

“Tradotto in modo ancora più semplice: sto rendendo fruibile un debito che già c’è”, continua l’esponente leghista.

“Se si faranno, alla fine? Sono nel contratto di governo, quindi mi aspetto che si facciano. E non c’è alcun bisogno di ‘chiedere’ a Bruxelles”, precisa poi.





“Ricordo – fa notare quindi Borghi Aquilini – che addirittura Mario Monti propose di pagare parte dei debiti con Titoli di Stato”.

Per il presidente della V Commissione Bilancio della Camera, inoltre, “questo strumento darebbe ossigeno anche a livello regionale e locale, basta pensare a cittadini e imprese che hanno dei crediti fiscali e provano, magari senza successo, a farseli scontare in banca con tutti gli ostacoli del caso. Con i minbot, invece, è tutto certificato dallo Stato.

Certo, parliamo di uno strumento che si accetta su base volontaria, ma credo che accettarlo sia nell’interesse di tutti”.

“Dopo i minibot? I cittadini si aspettano un segnale sul fronte fiscale, quindi flat tax. Bisogna mettere denaro in circolazione e far calare le tasse. E se Bruxelles contesta, la risposta è una sola: siamo noi che paghiamo loro, non il contrario”, conclude.

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