VOTO CHIETI: ULTIMATUM SALVINIANI AD ASSESSORE REGIONALE CHE SOSTIENE DI IORIO; A DIFENDERLO CANDIDATO CIVICO E CONSIGLIERI USCENTI AZZURRI; D'ERAMO: 'SERVE COERENZA'; QUARESIMALE: 'RISPETTARE ACCORDI', RESA CONTI IN VERTICE CENTRODESTRA

LEGA CHIEDE TESTA FORZISTA FEBBO APPOGGIO A DI STEFANO O FUORI DA GIUNTA

di Filippo Tronca

8 Luglio 2020 07:00

Regione - Politica

AVEZZANO – “O fai un passo indietro e appoggi Di Sfefano a Chieti, o esci alla giunta regionale”.

Sarà forse una brutale sintesi giornalistica, ma questo in fondo è il senso dell’ultimatum che la Lega ha recapitato, in vista del vertice regionale del centrodestra di domani all’Aquila, all’azzurro Mauro Febbo, assessore regionale alle Attività produttive, Turismo e Cultura.

E se a lanciare il messaggio dai toni decisi in riferimento alle manovre in atto nel centrodestra in vista delle elezioni di Chieti del prossimo mese si settembre, isono stati i vertici salviniani, il coordinatore abruzzese e deputato, Luigi D’Eramo, e il capogruppo in Consiglio regionale, Pietro Quaresimale, c’è da giurare che avrà un seguito in un senso o nell’altro.

Febbo si è auto-sospeso da Forza Italia, a seguito della decisione di fare il “bastian contrario” nelle elezioni comunali di settembre nella sua città, dove sostiene, assieme a Italia Viva, il civico Bruno Di Iorio, medico di famiglia, e non il candidato sindaco di tutto il centrodestra, Fi compresa, il leghista Fabrizio Di Stefano, ex parlamentare di Pdl e Fi e consigliere regionale aennino.

Non si è fatta attendere la replica del candidato sindaco del polo civico Di Iorio, a difesa di Febbo, come pure quella dei consiglieri di Forza Italia uscenti, schierati con Di Iorio e Febbo, Marco D’ingiullo, Maura Micomonaco, Maurizio Costa, Emiliano Vitale.

Per il candidato sindaco, la sortita di D'Eramo e Quaresimale, è solo “arcaica politica e direi che non è proprio un bel modo di approcciarsi alla contesa elettorale amministrativa.  Probabilmente nel centrodestra non sono poi così certi di trionfare al primo turno così come qualcuno vuol far credere ai teatini”.

Aspetto da non sottovalutare è che i due per anni sono stati amici stretti. Una decisione elettorale inaccettabile, perché lo strappo del potente assessore “contraddice un accordo nazionale, che assegna Chieti, città capoluogo, alla Lega”, hanno confermato al microfono di Abruzzoweb gli estensori dell’ultimatum, il coordinatore abruzzese, D’Eramo, uno degli uomini più vicini al leader nazionale, Matteo Salvini, e il capogruppo in consiglio regionale, Quaresimale, ieri ad Avezzano a margine della conferenza stampa del candidato sindaco salviniano, Tiziano Genovesi, nel corso della quale è stato illustrato il progetto Avezzano città del benessere.





Anche in questo caso, nel centrodestra ci sono problemi con Forza Italia che però non si è spaccata presentando un proprio candidato, la commercialista e presidente della società di gestione rifiuti, Anna Maria Taccone.

“Giovedì (domani ndr) mi attendo un segnale importante da parte dell'assessore Febbo – afferma D’Eramo – una presa di distanza dall’appoggio al Terzo Polo a Chieti. Personalmente, ho sempre fatto della coerenza un valore e non si può essere evidentemente assessore di una coalizione in Regione e nella propria città appoggiare una coalizione differente”.

Alla domanda spicciola, “dunque se Febbo non fa un passo indietro, sarà rimpasto di giunta?”, D’Eramo risponde: “riteniamo che con Febbo la collaborazione e il lavoro insieme possa e debba continuare, ma ci attendiamo da lui un atteggiamento di coerenza, già giovedì (domani ndr). Poi la Lega nei prossimi giorni ragionerà sulle decisioni da assumere”.

La partita delle amministrative di settembre, insomma, rischia di avere effetti negativi sulla maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio, Fdi, già scossa più di una volta, proprio a seguito delle tensioni innescate dalla Lega, di gran lunga primo partito, con 10 consiglieri su 17 e 4 assessori su 6, ma che lamentato di essere scavalcata nelle scelte di governo, e anche nella partita delle nomine, dagli alleati di Fdi e Fi, con truppe più risicate, ma più esperte e scaltre.

Nel vertice di domani il piatto forte sarà quello di trovare una sempre più difficile unità ad Avezzano, dove Forza Italia a differenza che a Chieti, non ha accettato la candidatura a marchio Lega, quella appunto di Genovesi, e ha lanciato nell’agone la professoressa Taccone.

Ma va risolto, annunciano i leghisti, anche “l’affaire” Febbo a Chieti. Sulla stessa linea di D’Eramo, Quaresimale: “quando si sta in una coalizione – ha affermato il capogruppo della Lega – e c'è un accordo politico nazionale, ritengo che bisogna rispettarlo”.

La Lega nelle altre città capoluogo ha accolto e sostenuto il candidato sindaco di Pescara, Carlo Masci, di Forza Italia, il candidato sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia, e il candidato sindaco di Teramo, Giandonato Morra, di Fdi anche lui, nonostante non fossero candidati della Lega.

A Chieti un tavolo regionale e poi quello nazionale hanno deciso che il candidato sindaco deve essere della Lega, ed è Fabrizio Di Stefano, una persona rispettabilissima e di esperienza, capace di poter cambiare la città. Mi sembra giusto che tutti coloro che fanno parte di una coalizione debbano sostenerlo”.





Significativo anche il fatto che il coordinatore di Forza Italia, il senatore Nazario Pagano, che il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, anche lui di Fi, sullo strappo di Febbo non hanno finora preso posizione, quasi fosse una vicenda circoscritta e locale.

Anzi Pagano, proprio ad Abruzzoweb ha evidenziato che l’autosospensione dal partito da parte di Febbo, “non incrina il rapporto di reciproca stima”, e la questione della rappresentanza in giunta, “non è oggetto di discussione”. Lo diventerà, se ne può essere certi, nel tavolo di giovedì.

Nella suia difesa a Febbo Di Iorio afferma che “nel presentare la sua coalizione, vantandone la grande solidità, Di Stefano, sondaggi alla mano, ha sempre ostentato la certezza di vincere al primo turno. Stupisce quindi che lo stesso candidato sindaco abbia affermato che non sono previsti accordi politici in vista di un eventuale ballottaggio. Quindi se valuta questa possibilità, inizia a scricchiolare la convinzione di vincere mani basse?”

“In queste ore – prosegue la nota -, qualche timore evidentemente viene palesato anche dal capo politico della Lega (aquilano) e dal Capogruppo all’Emiciclo (teramano)  che hanno chiesto “la testa” dell’assessore Mauro Febbo, l’unico rappresentante della Città di Chieti nel Governo regionale, visto ormai come nemico politico da delegittimare in ogni maniera. Ho il dovere quindi, come candidato Sindaco, di difendere la mia coalizione civica che antepone gli interessi della mia città da questi attacchi di arcaica politica. Direi che non è proprio un bel modo di approcciarsi alla contesa elettorale amministrativa e probabilmente nel centrodestra non sono poi così certi di trionfare al primo turno così come qualcuno vuol far credere ai teatini”.

Dura la reazione anche dei consiglieri  Marco D’ingiullo, Maura Micomonaco, Maurizio Costa, Emiliano Vitale.

“Apprendiamo con dispiacere la posizione del coordinatore regionale della Lega D’Eramo che fa trapelare una sorta di sottile ricatto, richiamandosi ad accordi nazionali sulla scelta del candidato Sindaco su Chieti in contrasto poi con il suo post di facebook di domenica scorsa in cui dichiarava che il candidato della Lega dovesse essere un avezzanese DOC, al contrario di Chieti. Ora nulla contro la persona del On. Di Stefano, tra l’altro nemico politico e personale dell’attuale Sindaco Di Primio, solo per ricordalo, e fu il primo, proprio l’attuale candidato Di Stefano, il primo che richiedeva le primarie di Chieti contro Di Primio nel 2015, allora perché non condividere un percorso insieme, partendo anche dal programma”.

“E poi fa riferimento alla coerenza per il fatto che si debba mantenere una linea nazionale sull’unità del centro destra, ma dimentica che comunque la stessa Lega ha avuto un’esperienza di Governo con i 5 stelle e, per tornare a Chieti, gli sfugge che nessuno è andato con il centro sinistra o viceversa, difatti le liste si sono svestite da ogni simbologia partitica proprio per condividere il fatto che se non si riparte da una politica dalla base e dal confronto, a questo Chieti sarà solo l’inizio. Poi se la Lega vuole sfiduciare l’unico eletto su Chieti fra maggioranza e opposizione, la dice lunga di quanto tengano il bisogno di rappresentatività teatina all’interno della regione Abruzzo e in Giunta”. 

“E in ultimo ricordiamo che D’Eramo stesso nelle elezioni del 2012 della città dell’Aquila si candidò dopo che usci dall’allora suo partito “La Destra” per non essere passata la sua candidatura a Sindaco e andò contro l’allora candidato Sindaco del Popolo delle Libertà (PdL) Pierluigi Properzi di centro destra, con una lista civica chiamata Prospettiva 2022.  E non entriamo nel merito della tentata costituzione di liste civiche, per le ultime regionali, proprio contro Marsilio ed il centro destra, poi naufragata dello stesso suo candidato Sindaco Di Stefano”, conclude la nota.

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