SCONTRO POLITICO SU RITORNO AL LAVORO IN EMERGENZA COVID DELL'ASSESSORE NELLA ASL L'AQUILA. PENTASTELLATI GRIDANO ALLO SCANDALO, DEM ACCUSANO DI ''5 BUGIE'', PER MELONIANI GESTO NOBILE, AZIENDA SANITARIA NELL'OCCHIO DEL CICLONE

LIRIS MEDICO: PD E M5S, ”DIMISSIONI E SCUSE”, FDI, ”ACCUSE RIDICOLE, IMPEGNO APPREZZATO”

9 Aprile 2020 00:54

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Il Pd chiede le dimissioni e le scuse dell’assessore regionale al Bilancio Guido Liris, il M5S, oltre alle dimissioni, invita il governo nazionale ad avviare indagini sullo “scandalo Liris”, Fratelli d’Italia, il partito dell’ex vice sindaco dell’Aquila,  a livello nazionale parla “di attacchi ridicoli e strumentali”. Anche i vertici locali difendono il loro uomo. 

Infuria, ancora dopo giorni di scontro, la polemica politica, questa volta anche nazionale, sul caso dell’assessore abruzzese di centrodestra Guido Liris tornato “per dare una mano in piena emergenza coronavirus” con un contratto part time a fare il dirigente medico alla Asl provinciale dell’Aquila dalla quale era in aspettativa per la elezione a consigliere regionale e poi per la nomina a componente della Giunta abruzzese.

Un caso, assurto alle cronache nazionali, che ha tutt’ora elementi da chiarire e altre puntate polemiche che vendono nell’occhio del ciclone non solo Fdi ma l’intero centrodestra regionale. Ed anche la Asl e il suo manager, Roberto Testa che non hanno spiegato in base a quale norma hanno stabilito che non ci fosse incompatibilità e quindi permesso il ritorno di Liris.

La bufera è scoppiata in seguito alla denuncia di violazione della legge sulla incompatibilità dei due ruoli da parte del Pd ed è diventata ancora forte dopo la rinuncia del medico-assessore al contratto con stipendio al 30 per cento, all’indomani del primo giorno di lavoro, con una nota con la quale chiede di poter fare il volontario gratuitamente nel periodo della emergenza “al fine di evitare strumentalizzazioni esterne”.





Un atto che ha indotto il manager Testa a revocare in autotutela l’autorizzazione al ritorno al lavoro ed a ripristinare l’aspettativa, obbligatoria per i dirigenti pubblici nominati parlamentari nazionali europei e consiglieri regionali: tutto questo dopo che nel primo provvedimento il manager aveva collocato l’influente assessore regionale al Bilancio nel suo staff.

Lo stato maggiore del Pd abruzzese ha replicato a Liris che ieri ha parlato di falsità contro di lui, accusandolo di dire “cinque bugie” alla luce dei documenti esaminati dopo la richiesta di accesso agli atti. 

“Avremmo voluto anche noi che la questione in cui si è ‘incartato’ l’assessore al Bilancio, e con lui il direttore generale della Asl, Roberto Testa, si esaurisse con eleganza, magari con delle scuse da parte dell’assessore. Ma, purtroppo, visto il tenore delle risposte da lui rilasciate alla stampa, non è così – spiegano il segretario regionale, Michele Fina, il senatore Luciano D’Alfonso e il deputato Stefania Pezzopane, i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci e il consigliere civico ex Pd Sandro Mariani.

Il senatore abruzzese dei pentastellati Primo Di Nicola ha presentato un interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza e al ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.

“Non senza stupore e incredulità – scrive l’ex giornalista dell’Espresso -, apprendiamo dalla cronaca di questi giorni della incredibile vicenda amministrativa che ha coinvolto Guido Quintino Liris, attuale assessore della Regione Abruzzo al Bilancio, Aree interne del cratere, Programmazione Restart, Sport e impiantistica sportiva, oltre a numerose altre materie e competenze. Mi chiedo se alla luce della vicenda in cui risulterebbe coinvolto l’esponente di Fratelli d’Italia il governo non ritenga necessario ed urgente, anche al fine di prevenire il ripetersi di situazioni di questo tipo, avviare delle indagini ministeriali volte ad acquisire gli atti relativi a quanto illustrato in premessa, valutarne la regolarità ed eventualmente, disporne l'annullamento e trasmettere tutto alla magistratura per gli opportuni rilievi. Fermo restando che l’assessore dovrebbe dimettersi immediatamente”.





Di diverso avviso il capogruppo di Fdi alla Camera dei deputati, Francesco Lollobrigida, il quale ha ribadito “il sostegno a Liris e ricordiamo ancora una volta a Pd e M5S che al di là del colore politico, quando qualcuno compie un gesto nobile come quello di Liris, che è medico epidemiologo, nei confronti dei cittadini del suo territorio in piena emergenza coronavirus, o si applaude oppure, se proprio non ci si riesce, si sceglie la strada di un più composto silenzio”.

A livello di Fdi provinciale, Michele Malafoglia, portavoce dell’Aquila, Margherita Paoletti, portavoce Gioventù Nazionale L’Aquila, ed i consiglieri comunali dell’Aquila Ersilia Lancia, Vito Colonna, Ferdinando Colantoni, Giancarlo Della Pelle, Leonardo Scimia e Tiziana Del Beato, attaccano  il Pd che “continua a mentire, fieri dell’operato dell’assessore Liris”. 

“Avere davanti il PD che sulla base di falsità costruisce gogne mediatiche per nascondere gli insuccessi, permette di vedere fino a che punto i suoi esponenti sono disposti a continuare la loro sceneggiata, che non rivela altro se non faziosità e bassezza morale – continuano – Con sullo sfondo l’emergenza coronavirus, aver coinvolto testate nazionali del loro giro oltre la pagina del Partito Democratico, non conferisce alle loro balle basi più solide, anzi fa capire quanto si tratti di una tattica politica spregiudicata a danno della credibilità delle nostre istituzioni, solo perché a guida centrodestra”.

“Ci preme evidenziare quanto il ruolo di Liris sia ben più ampio: dall’emergenza è in prima linea nel dare una mano all’ospedale, e grazie anche alla sua professione di dirigente medico igienista del lavoro è stato coprotagonista di scelte importanti e strategiche – aggiungono – È sotto gli occhi di tutti l’impegno economico della Regione Abruzzo a beneficio dell’emergenza sanitaria, e quanto queste scelte siano state apprezzate da tutta la componente medica e da tutti gli operatori del settore che, più di chiunque altro, conoscono le reali esigenze della sanità. Evidentemente, lavorare concretamente dà fastidio a quelli del PD, che storicamente ha l’obiettivo di infangare i simboli positivi, ma questa volta gli andrà male”. (b.s.)
 

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