RINVIATA UDIENZA CAUSA CIVILE SU DISCARICHE DEI VELENI AL 20 GENNAIO 2020; PARLA AVVOCATO DELLO STATO, ED EX DIRETTORE GENERALE REGIONE ABRUZZO. ''SARA' DURA BATTAGLIA, IMPORTANTE CHE GIUDICE NON ABBIA DICHIARATO PRESCRIZIONE'

PROCESSO BUSSI: GERARDIS, ”VA FATTO VALERE IL PRINCIPIO DEL ‘CHI INQUINA PAGA”’

di Filippo Tronca

9 Settembre 2019 20:51

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Questo è un processo unico nel suo genere: è la prima volta che lo Stato ha preso l'iniziativa per ottenere il giusto risarcimento a seguito di un danno ambientale, conseguente ad una attività industriale, durata decenni, e non ad un fatto criminoso. Può rappresentare un importante precedente”. 

E' il commento a caldo, dell'avvocato Cristina Gerardis, ex direttore generale della Regione Abruzzo, all'uscita dal Tribunale dell'Aquila, dove oggi è stato rimandato, al 20 gennaio 2020, l'avvio del processo civile intrapreso dal Ministero dell’Ambiente, rappresentato da Gerardis, e dalla Regione Abruzzo, per ottenere il risarcimento del danno ambientale derivato dalle discariche dei veleni del polo chimico di Bussi, in provincia di Pescara.

Danno conteggiato in oltre un miliardo di euro, a carico della multinazionale Edison Spa e a sei degli imputati in sede penale, gli ex manager della Montedison, Maurilio Aguggia, Carlo Cogliati, Nicola Sabatini, Domenico Alleva, Nazzareno Santini e Carlo Vassallo

Il verdetto del giudizio penale, nell’autunno scorso, si è concluso con la dichiarazione di prescrizione di entrambi i gravi reati per cui si è proceduto, disastro ambientale ed avvelenamento delle acque destinate al consumo umano, in una vicenda giudiziaria durata più di dieci anni.

A conclusione del processo penale, l’Avvocatura dello Stato ha notificato, nello scorso mese di marzo, un corposo atto di citazione nei confronti di Edison Spa e dei sei ex imputati





La richiesta risarcitoria di oltre un miliardo di euro complessivi, oltre alla bonifica dell’area, mai effettuata finora, include anche il danno di immagine subito dalla Regione Abruzzo conosciuta regione verde d’Europa, consolidata in ambito europeo anche per l’estensione record delle aree protette rispetto al territorio.

Protagonista sia del processo penale e poi, insieme al collega dell’Aquila Massimo Lucci, di quello civile, l'avvocato Gerardis, fortemente voluta dall'ex presidente Luciano D'Alfonso, ora senatore, direttore generale della Regione Abruzzo na fine 2014, carica poi lasciata nel maggio 2018, per andare a dirigere l’ufficio legislativo del ministero dell’Agricoltura.

L'avvocato, per prima cosa, affronta il tema spinoso del rischio prescrizione che incombe anche sul processo civile. Edison e le persone citate hanno depositato infatti tutti comparsa di costituzione, dove negano ogni addebito, facendo precedere le contestazioni nel merito da eccezioni preliminari, come quella di prescrizione e quella di carenza di legittimazione passiva, ritendosi del tutto estranei alla vicenda e ai conseguenti obblighi risarcitori.

“Il giudice aveva due strade: poteva riservarsi subito di dichiarare la prescrizione – osserva Gerardis – oppure far svolgere il processo, e poi decidere in sede in sentenza l'avvenuta prescrizione. Ha scelto la seconda strada, e per noi è un fatto molto positivo, perché ci consente di portare sul tavolo del giudici, fatti ed evidenze che abbiamo raccolto nel corso dei dieci anni di processo penale”.

E altre prove si aggiungeranno in questi mesi, per la cui ammissione, su richiesta dell'Avvocatura dello Stato e della Regione, è stato rinviata la prima udienza. 

“Le difese di Edison – aggiunge poi Gerardis – contestano tutto ciò che questi dieci anni di processo hanno fatto emergere, nel merito della responsabilità di un gravissimo disastro ambientale. Ricordo che il processo penale si è chiuso per prescrizione, non per assoluzione, perché 'il fatto non sussiste'. Ora va sancito il principio del 'chi inquina paga', stabilito a livello di Unione Europea, e questo non presuppone una colpa, un reato, basta un nesso causale, che per noi è del tutto evidente”.





Da qui la richiesta del risarcimento record di un miliardo, ma precisa Gerardis, “il miliardo è una quantificazione economica complessiva, il codice dell'Ambiente prevede che il risarcimento del danno sia in 'forma specifica', ovvero deve portare al ripristino ambientale, ovvero va effettuata la bonifica completa. E se questo non è possibile, si è obbligati a compensare il territorio. Ad esempio, a Bussi si è persa per sempre la possibilità di utilizzare la sorgente idrica 'Giardino', inquinata dalle discariche e dalle attività industriali. In tal caso, occorre dotare il territorio di fonti di approvvigionamento idrico, equivalenti e alternative”. 

In ogni caso Gerardis prevede una dura battaglia legale.

“Edison, sin dalle prime battute, ha assunto un atteggiamento molto ostile, in coerenza con quello adottato nel processo penale. La loro linea per il 'no' secco, anche ad ogni ipotesi di transazione e accordo. Sarà un processo difficile, e ci dovremo impegnare molto”.

E conclude: “Sono molto legata a questa regione, questo processo rappresenta nel mio piccolo, anche il poter fare gli interessi degli abruzzesi”. 

 

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