CAPO GABINETTO PRESIDENTE D'ALFONSO, ''SONO FIGURA TECNICA, HO VINTO BANDO IN BASE A CURRICULUM''

REGIONE: BERNARDINI, ‘IO NUOVO DIRETTORE GENERALE? CI SI DIVENTA CON REGOLARE CONCORSO’

20 Giugno 2019 07:02

Regione - Politica

L'AQUILA – “Nessuno mi ha detto 'devi fare il direttore generale', e io non mai detto 'vorrei tanto farlo'. Quando ci sarà la procedura concorsuale, deciderò se partecipare o meno, come è mio diritto”. 

Replica così Fabrizio Bernardini, ex capo di gabinetto di Luciano D'Alfonso, direttore alle Risorse ed organizzazione, alle voci insistenti che lo vorrebbero in corsa per il posto ambitissimo di direttore generale della Regione Abruzzo.

A smentire Bernardini arriva però la replica del suo predecessore, Ernesto Grippo, ex comandante della polizia municipale di Pescara ai tempi di Luciano D'Alfonso sindaco, un fedelissimo dell’allora governatore che poi ha sbattuto la porta per approdare alla polizia municipale dell'Aquila. E che tiene a precisare: “Tutti gli incarichi a tempo determinato conferiti da Regione Abruzzo ai sensi dell’articolo 22 della  legge regionale n. 77 del 1999 non sono frutto di alcuna procedura concorsuale. La scelta è strettamente fiduciaria tra coloro che manifestano la disponibilità partecipandfo alla selezione indetta, se in possesso dei titoli richiesti”. 





L'ipotesi Bernardini direttore generale, che si rincorre nei corridoi, crea non pochi malumori tra molti esponenti della maggioranza, in quanto il 48 enne Bernardini è considerato uomo legato alla passata legislatura, nominato capo gabinetto nel gennaio 2016 su proposta dall'ex governatore Luciano D'Alfonso del Partito democratico, e poi divenuto figura chiave della sua squadra. 

Ora Bernardini, laureato in Giurisprudenza a Teramo, con tanto di specializzazione in Pubblica amministrazione all’università di Bologna e con un master alla Bocconi, approdato in Regione dalla Provincia di Pescara in sui è stato segretario generale, è sospettato di essere riuscito ad entrare nelle grazie del presidente di Fratelli d'Italia Marco Marsilio, a cui ha dato del resto una bella mano nel predisporre la Disciplinare a cui attenersi per l’indizione dei bandi, e le Linee guida, che prevedono una semplificazione e snellimento della tecnostruttura regionale, approvato il 10 giugno scorso. L'ex  capogabinetto, risponde però per le rime, negando innanzitutto di esser salito nel “carro del vincitore”, dopo essersi a tempo debito allontanato da D'Alfonso, ben prima della disfatta del centrosinistra  alle Regionali 10 febbraio scorso. 

“Non mi sono 'avvicinato' a qualcuno, nè 'allontanato' da qualcun'altro. Ho solo partecipato ad un bando, dopo una carriera dirigenziale iniziata venti anni fa, anche qui dopo aver vinto un concorso nazionale. Certo: in questi anni ho ricoperto il ruolo di capo di gabinetto, che è però, vorrei ricordare, di natura tecnica e istutuzionale: sono stato capo di gabinetto del presidente della Giunta regionale, non di D'Alfonso.  L'affinità politica non c'entra, come avviene invece per il pari grado ad esempio in un ministero”. 

Rivendicato con fermezza il suo ruolo tecnico, Bernardini replica a chi nella maggioranza vorrebbe, in nome dello spoil system, la sua sostituzione con una figura politicamente affine, e di preclara fede politica di centrodestra. 





“Davanti a questa interpretazione dello dello spoil system – commenta Bernardini – rimango interdetto: i dirigenti devono superare un regolare concorso. La selezione avviene in base al curriculum, ai titoli e all'esperienza maturata, con una procedura comparativa. E' vero che poi l'ultima scelta spetta, nel caso che mi ha riguardato, al presidente della Giunta Regionale, ma la sua discrezionalità è fortemente limitata, va infatti motivata. E' insomma una procedura diversa da quella che consente di nominare i collaboratori politici dei vari gruppi in consiglio regionali, quelli si, come consente la legge, di carattere fiduciario e senza selezione pubblica”.

Pertanto, conclude Bernardini, “è fuorviante, anzi errato, dire che io sono stato 'nominato' da D'Alfonso. Lo stesso si dovrebbe dire allora di tutti i dirigenti che hanno vinto i concorsi in questi anni, visto che sotto l'atto di nomina c'è la firma di D'Alfonso, e sui prossimi che li vinceranno, con firma in calce del presidente Marsilio”.

 

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