PAOLO TELLA, ''TARDI PER LA PERIFERIA, BOLLETTE SAREBBERO POCO CARE''

RICOSTRUZIONE: RISPARMIO ENERGETICO, OCCASIONE PERSA; FORSE SOLO IN CENTRO

di Filippo Tronca

22 Maggio 2014 08:02

L'Aquila - Video

L'AQUILA – L'Aquila dov'era e pure fredda com'era? Il paradosso è concreto.

Nonostante l’occasione irripetibile della ricostruzione post-sismica, che consentirebbe un consistente e lungimirante miglioramento energetico del patrimonio edilizio, che nulla vieterebbe di far arrivare alla classe energetica 'A', ovvero con consumi non superiori ai 30 kwh l'anno. Nonostante la possibilità di realizzare l’utopia concreta di una città medievale e pure green unica al mondo, capace di risparmiare 20 milioni di euro l’anno in bollette e 40 mila tonnellate di CO2 emessa in atmosfera.

L’occasione per quanto riguarda le periferie già ricostruite è stata infatti in buona parte sprecata e lo conferma ad Abruzzoweb, dati alla mano, Paolo Tella, consigliere del Polo regionale di innovazione dell’edilizia sostenibile, delegato per L’Aquila.

“La maggior parte del patrimonio edilizio già ricostruito nelle periferie del capoluogo è rimasto in buona parte in classe energetica ‘D’ ed ‘E’, che consumano rispettivamente 90 e 120 kwh l'anno. Eppure nei casi di abbattimento e ricostruzione di un edificio fortemente compromesso, non sarebbe stato difficile intervenire per massimizzare il risparmio energetico”.





Un’occasione persa soprattutto per gli inquilini, basta farsi due conti: la bolletta media di energia per riscaldare e raffreddare un appartamento è di circa 2 mila euro l'anno. Lo stesso appartamento portato in classe energetica ‘A’, consuma solo 600 euro. I maggiori costi affrontati per l’adeguamento energetico, possono essere dunque ammortati in pochi anni, con grande risparmio nel medio lungo termine ed anzi consistenti guadagni.

Eppure l’indennizzo per la ricostruzione post-sismica prevede 136 euro a metro quadro proprio per il miglioramento energetico. Dove sta dunque l’inghippo?

“Seppure ci siano risorse a disposizione – spiega Tella – non esiste nessuna seria verifica dell'efficacia di un intervento di miglioramento energetico. Esso infatti presuppone un progetto complesso ed unitario, non basta mettere dei pannelli coibentati, se ad esempio poi si lasciano ponti termici e non si copre l’interezza della superficie, se non si interviene sul tetto e così via. Va anche detto che in alcuni casi 136 euro a metro quadro non sono sufficienti”.

Non solo, bisogna partire da un principio: non basta scaldare l’aria all’interno di un edificio.

“Cappotto termico e doppi vetri – spiega infatti Tella – consentono si di risparmiare un 5-10 per cento dell'energia necessaria a scaldare l'abitazione. Ma spesso occorre un intervento più radicale sull’impianto energetico complessivo: se scaldo l'aria con un classico termosifone a ventilazione e, come inevitabilmente accade, apro una finestra, il calore vola via. Se invece con appositi accorgimenti scaldo la massa del palazzo, ad esempio con impianti che usano pannelli radianti a pavimento, la dispersione è molto più lenta. Non solo, senza nessuna modifica, un impianto del genere può essere usato per far circolare acqua fredda d'estate, e avere così a prezzi abbattuti, un efficientissimo raffrescamento senza utilizzare condizionatore”.





Ma non tutto (il calore) è perduto, comunque. Buona parte dei centri storici del cratere sismico sono ancora tutti da ricostruire. A cominciare da quello dell’Aquila. Qui trasformare una casa antica in muratura e vincolata in classe energetica A è cosa molto più complessa, ma possibile.

Si possono ad esempio utilizzare intonaci ad altissima prestazione coibentante, che con solo 2 centimetri di spessore, garantiscono una prestazione pari ad un cappotto termico di 15 centimetri. Si possono fare dentro le pareti di pietra iniezioni di nano malte che hanno oltre al potere consolidante e anti-sismico, anche quello di isolare termicamente l’edificio.

Sui tetti del centro storico, con i dovuti accorgimenti, si possono inserire panelli fotovoltaici a filo, invisibili da ogni angolazione. Sotto le piazze antiche si possono collocare piccole centrali di cogenerazione, che servono più aggregati edilizi, garantendosi in questo modo un risparmio energetico superiore 50 per cento.

“Un primo importante passo in avanti in questa direzione – conclude Tella – è stato fatto dal regolamento per la sostenibilità approvato dal Comune dell’Aquila, che ha migliorato l’impianto complessivo urbano in termini energetici. Ma si può fare di più. Il Polo di innovazione cerca di favorire anche nella filiera della ricostruzione post-sismica, nuove tecniche e materiali, mettendo in contatto le aziende con i centri di ricerca e le università. Se l’innovazione edilizia troverà adeguata applicazione nella ricostruzione L’Aquila non ci ritroveremo solo una città d’arte e all’avanguardia per sostenibilità energetica, ma anche competenze, brevetti e know how da poter esportare nel mondo”.

 

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