RIGOPIANO: FENIELLO A PROCESSO, PASSATE LE ELEZIONI GABBATE LE PROMESSE

21 Febbraio 2019 12:06

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Finisce a processo Alessio Feniello, padre del giovane Stefano, una delle 29 vittime della tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, nonostante gli annunci di vicinanza e solidarietà da parte della politica, locale e nazionale, durante la campagna elettorale per le scorse elezioni regionali.





Il gip del Tribunale di Pescara, Elio Bongrazio, infatti, ha disposto nei confronti di Feniello, 57 anni, originario di Valva (Salerno), il giudizio immediato, dopo che l'uomo aveva presentato opposizione al decreto di condanna, tramite il quale gli era stata inflitta una multa da 4.550 euro per avere violato, il 21 maggio 2018, i sigilli giudiziari apposti per delimitare l'area nella quale si trovavano le macerie del resort per andare a deporre un corona di fiori.

“Siamo pronti a pagare noi questa multa”, aveva scritto su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, e l'allora candidato presidente della Regione Abruzzo, poi eletto, Marco Marsilio, dello stesso partito, aveva annunciato l'avvio di una raccolta fondi per contribuire a raggiungere la somma da pagare.





Al coro si era aggiunto anche il vice premier e leader della Lega, Matteo Salvini, che a margine della commemorazione della tragedia aveva chiesto a Feniello “di non pagare un euro”, aggiungendo “ci manca giusto di essere multati per andare a portare i fiori al figlio. Se c'è una legge sbagliata, cambieremo questa legge”. 

A seguito di queste dichiarazioni, lo stesso Alessio Feniello aveva detto “la politica non strumentalizzi la mia condanna”, invitando chiunque volesse aiutarlo a farlo in privato, senza annunci reboanti, ma ad oggi l'unica cosa certa è che Feniello il 26 settembre prossimo dovrà presentarsi davanti al tribunale monocratico di Pescara. (a.c.p.)

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