RIGOPIANO: MATRONE, ”E’ NORMALE UN PROCESSO CON OTTO RINVII?”

6 Luglio 2020 20:25

Regione - Cronaca

PESCARA – “Si mantenga almeno la promessa di procedere a cadenza settimanale” “Possibile che non ci sia un po’ di rispetto e di attenzione per Rigopiano, per le sue 29 vittime e per i loro familiari? E’ un’altra beffa”.

E' il commento di Giampaolo Matrone, il superstite simbolo della più grave tragedia sulla neve mai accaduta in Italia, per l’ennesimo rinvio, al 18 settembre 2020, della prossima udienza preliminare sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Nella tragedia del resort, che il 18 gennaio del 2017 fu travolto da una valanga, persero la vita 29 persone. L'udienza era già stata rinviata il 27 marzo scorso, nel pieno dell'emergenza Covid e si sarebbe dovuta tenere il 10 luglio. Tuttavia le esigenze organizzative legate alla necessità di garantire sicurezza e distanziamento sociale hanno imposto un ulteriore rinvio.





In seguito ad un briefing che si è tenuto questa mattina tra il presidente del tribunale di Pescara Angelo Bozza e gli esponenti del ministero della Giustizia si è dunque deciso di aggiornare l'udienza alla prossima data utile, individuata intorno alla metà di settembre, senza spostare il procedimento in un palasport – come era stato inizialmente ventilato – ma servendosi contemporaneamente, attraverso collegamenti video, di più aule del tribunale pescarese.

In questo modo le oltre 250 persone, tra imputati, legali e parti civili, avranno modo di prendere parte all'udienza in piena sicurezza.Tra oggi e domani sarà ufficializzata la nuova data dell'udienza. 





“Ma per una tragedia come Rigopiano sono normali otto rinvii? In un anno? Noi non ce la facciamo più – prosegue Matrone, che è assistito da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e dall’avv. Andrea Piccoli – Capisco l’emergenza sanitaria, ma il Tribunale di Pescara sapeva bene che il 10 luglio era stata fissata un’udienza, peraltro a sua volta rinviata dal 27 marzo, ed era perfettamente consapevole che l’Aula 1 dove finora si è celebrato il processo non bastava, con le norme di distanziamento, ad accogliere tutte le 260 persone attese tra parti civili, imputati e avvocati. Perché non è stata trovata una soluzione logistica alternativa in tempo?”

“E come ci si è organizzati per settembre attraverso video collegamenti con altre aule, perché non si poteva procedere anche adesso in tal senso?. L’unica buona notizia è data dall’impegno assunto dal Tribunale a tenere le udienze, da settembre a fine anno, a cadenza settimanale, i venerdì, in modo da ultimare quanto meno la fase preliminare per il 2020, iniziando finalmente il dibattimento verso e proprio nel 2021. “Una calendarizzazione che però andava stabilita fin da subito, dal luglio del 2019 – osserva tuttavia il sopravvissuto -, e con l’auspicio che venga rispettata e che non sia l’ennesima promessa non mantenuta. In questi anni ne abbiamo ricevute tante, troppe”.

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