TERRORISMO: SINDACATO PENITENZIARIA, ”CARCERI LUOGO PRIVILEGIATO PER RECLUTAMENTO”

7 Settembre 2019 19:36

Regione - Cronaca




ROMA – “L'operazione anti-terrorismo islamico con gli arresti operati tra cui l'imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale, è la semplice conferma dell'allarme che, inascoltati, abbiamo lanciato da molto tempo: le carceri sono diventate il luogo privilegiato per il reclutamento di terroristi”. 





Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale “l'imam arrestato, paradossalmente, è più pericoloso in cella che fuori. Negli istituti penitenziari italiani, dove sono rinchiusi tra i 10 e i 15 mila detenuti islamici, il rischio è fortemente sottovalutato dall'Amministrazione Penitenziaria nonostante abbiamo più volte segnalato questa grave emergenza. Intanto – aggiunge – la cosiddetta classificazione del livello di radicalizzazione dei detenuti islamici si presta a varie interpretazioni e comunque non serve certamente a tranquillizzare il personale penitenziario che è impreparato alla gestione di questo problema e tanto meno i cittadini. La realtà è diversa: sono sempre più numerosi gli episodi di detenuti di fede islamica che in carcere manifestano comportamenti tipici della radicalizzazione islamica, come inneggiare agli attentati di matrice islamica e mostrare apertamente odio verso l'Occidente. Secondo i dati più aggiornati i detenuti sui quali si concentrano timori di radicalizzazione sarebbero circa 500 suddivisi in tre categorie: “segnalati”, “attenzionati” e “monitorati”. Una cinquantina le persone sono incarcerate con l'accusa di terrorismo internazionale nelle sezioni di alta sicurezza riservate a loro (Rossano, Sassari e Nuoro). Per gli altri, che sono ritenuti soggetti a rischio, vengono condotte attività di monitoraggio che puntano a rilevare atteggiamenti di sfida verso le autorità, rifiuto di condividere gli spazi con detenuti di altre fedi religiose, segni di gioia di fronte a catastrofi o attentati in Occidente, esposizione di simboli legati al jihad”.

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