UFFICI RICOSTRUZIONE: LUCARELLI, ”STIAMO SBLOCCANDO PRATICHE, TEMPO PREZIOSO”

di Filippo Tronca

12 Dicembre 2018 16:06

L'Aquila -

L'AQUILA – “Non ho ancora il potere di firmare mandati di pagamento, spero di averlo a breve. Posso intanto portare avanti importanti pratiche amministrative, recuperando il tempo perduto''.

Primi giorni di lavoro per Giovanni Francesco Lucarelli, nella veste di titolare a tempo, fino al 31 gennaio, dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del comune dell’Aquila (Usra), e dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc).

AbruzzoWeb è andato a trovarlo nella sede Usrc di Fossa (L’Aquila), per chiedere lumi, su quali saranno le priorità che intenderà affrontare.

Lucarelli,  gia alto dirigente Usra, è stato nominato il 4 dicembre scorso dal Governo, in attesa delle nomine dei nuovi titolari. Ma non ha ancora potere di firma, necessario a porre termine all’impasse che si è verificata nei due uffici da quando è andato via a fine ottobre, Raniero Fabrizi, titolare ad interim di Usra e Usrc. Da allora nessuno ha avuto facoltà di firmare di pratiche e pagamenti a imprese e professionisti, con conseguente rischio di chiusura dei cantieri.

Intanto per l’Usrc i sindaci del cratere avrebbero scelto, nella terna selezionata dalle commissioni insediate a Palazzo Chigi, Raffaello Fico, appena nominato dirigente Ricostruzione privata del Comune dell'Aquila, libero professionista e funzionario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in avvalimento proprio all'Usrc.

Potrebbe essere questione di ore la nomina della terna per l’Usra. Sull'iter pende però la spada di Damocle dei ricorsi degli esclusi.

Anche Lucarelli ha partecipato al bando, ma su questo argomento si è trincerato dietro un rigoroso ''no comment''.

Giovanni Francesco Lucarelli, qual è stata per lei la priorità in questi primi giorni da titolare a tempo, ma con tante cose da fare?

La priorità è stata per me stare qui all'Usrc. Il blocco ha riguardato anche l'Usra. Mancava anche una figura dirigenziale, e il blocco qui è stato più significativo. Ho approfondito la conoscenza dei nervi scoperti relativi alle pratiche giacenti in ufficio. Un lavoro di ricognizione che procede celermente, grazie al supporto del personale dell'ufficio molto competente. Ho deciso poi di garantire una presenza fisica qui all'Usrc, perché sono convinto che non si può gestire da remoto, bisogna parlare con persone,seguire dal vivo i processi.

Ha parlato con i sindaci del cratere?

Lo sto facendo, è fondamentale un rapporto molto stretto con rappresentanti di un territorio così vasto, non solo con il rappresentante del tavolo di coordinamento Francesco Di Paolo, che ho già incontrato

Tutti però si chiedono: quando avrà potere di firma?





Per quello che riguarda gli atti di natura prettamente amministrativa, il decreto appena vidimato alla Corte dei Conti, mi consente sbloccare ad esempio sopralluoghi in cantiere, affrontare il problema con le convenzioni con gli sportelli periferici e molte altre pratiche di natura gestionale. Finché è possibile mandare le pratiche, questo sarà fatto. Non posso però ancora firmare atti contabili.

Ed è questo  che crea apprensione, quando potrà farlo?

Sono necessarie una serie di autorizzazioni che devono arrivare dal ministero dell'Economia e delle Finanze, che devono rispettare iter e tempistiche.

Il sottosegretario Gianluca Vacca ha detto che potrà firmare entro una settimana, e lo ha detto giovedi scorso…

Ad ora non ho questo potere, posso dire solo questo

All'Usrc è in corso il processo di accentramento degli uffici periferici alla sede centrale di Fossa. A che punto è il processo?

Nei comuni capofila delle aree omogenee ci sono ora sportelli operativi, è previsto un passaggio di competenze a Fossa, come da provvedimento dell'ex sottosegretario Paola De Micheli, che ha causato anche molte discussioni. Dal mio punto di vista l'importante è avere una gestione efficiente, qualunque sia il modello. L'Usrc ha competenze su un territorio molto vasto, e il raccordo con il territorio sarà  comuque decisivo.

Passiamo all'Ufficio dell'Aquila, che lei conosce bene. Quando si sbloccherà finalmente la ricostruzione delle tante frazioni?

In realtà l'Usra sta spingendo molto sulle frazioni, e mi risulta che i dati sono in crescita. Anche perché il grosso dei contributi per il centro storico sono stati assegnati. L'ufficio deve seguire un piano della Ricostruzione, che fissa le priorità, ed oggi  non  è più per così dire secondario il filone delle pratiche delle frazioni.  Ma servirebbe anche anche altro, che non dipende a noi.

Ovvero?

Le frazioni sono composte inn gran parte da fabbricati storici vincolati dalla Soprintendenza. È però mia opinione personale che si potrebbe andare molto più speditamente.  Dove c'è la volontà del privato di demolire, dovrebbe essere consentito, anche per aumentare la qualità abitativa. Siamo invece ancorati a questo totem degli ''ambienti voltati', dei vani con soluzioni architettoniche legate a vecchi stili costruttivi. che oggi non servono nemmeno,  e non raggiungono livelli di sicurezza adeguati. In molti casi quelle delle frazioni sono case con pietrame disordinato, dove gli interventi di messa in sicurezza  sono complessi e hanno un costo elevato. In Italia abbiamo un eccesso di cultura della conservazione

Domanda banale, ma fino a un certo punto, i soldi ci sono?





Sì ci sono, il Cipe continua a deliberare,  anche la struttura tecnica  di missione è molto attiva affinché le risorse vengano messe a disposizione del territorio. Il sottosegretario Vacca, che ho incontrato giorni fa, è molto motivato, considera la ricostruzione 2009 una priorità e l'attenzione è molto alta e condivisa, travalicando gli schieramenti.

Quella dell'Aquila e dell'Abruzzo è stata finora una buona o cattiva ricostruzione?

Quello che mi ha colpito è l'alto tasso di polemiche intorno ai processi di ricostruzione. Le polemiche generano  fenomeni dissipativi e disfunzionali. Ritengo si debba guardare con un occhio oggettivo a tutto quello che è stato fatto, riconquistando fierezza dei risultati positivi. La ricostruzione del Friuli, considerata come modello positivo e benchmark, più o meno si inserisce nella finestra temporale della ricostruzione dell'Aquila, il dato è oggettivo, tenuto conto che la qualità degli interventi dal punto di vista ingegneristico hanno alzato la qualità della città, dal punto di vista della sicurezza statica e delle soluzioni impiantistiche. La ricostruzione è stata un fattore di grande modernizzazione.

Quali modifiche alla normativa post sisma auspica?

La standardizzazione delle procedure, innanzitutto. Il metodo di approccio alle pratiche sono diverse tra Ursa e Usrc,  e questo crea problemi.

Perchè solo al palo gli edifici pubblici?

Usra e Usrc non hanno competenza diretta, se non di monitoraggio flussi finanziari. Ma posso confermare che la ricostruzione pubblica arranca. Forse perché ci sono troppi soggetti attuatori, serve un tavolo tecnico serio, per velocizzare le attività previste.

Come la immagina L'Aquila a ricostruzione completata?

Ammiro Berlino, capolavoro di ricostruzione post bellica, perché ha stratificazioni di stili ed epoche, una meravigliosa contaminazione architettonica.

Per deformazione professionale lei guarda l'aspetto architettonico, il senso vero della domanda però è: sarà nuovamente piena di gente?

L'Aquila ha vissuto dopo il sisma un fenomeno di sprawl urbano, con lo sviluppo delle periferie, che non è necessariamente un male, perché favorisce accesso ai servizi e alle varie funzioni amministrative e commerciali e non si creano così problemi di congestione del centro  storico, che puo essere dunque pedonalizzato.. Resta il fatto che bisogna lavorare per rivitalizzare il centro storico.

 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: