CORTI TRIBUTARIE: SEDI DI CHIETI E TERAMO A RISCHIO, LA SEZIONE DI PESCARA VERSO L’AQUILA

PER QUANTO RIGUARDA IL CAPOLUOGO ADRIATICO IL PIANO MINISTERIALE PREVEDE SOLO L'ACCORPAMENTO DELLA SEZIONE DI SECONDO GRADO CON L'AQUILA MA RESTEREBBERO GLI UFFICI PER I PROCEDIMENTI DI PRIMO GRADO. PREOCCUPAZIONE TRA GLI ADDETTI E I TRA I COMMERCIALISTI

di Gianpiero Giancarli

12 Febbraio 2025 07:57

Regione - Politica

L’AQUILA – Si profila un taglio nel settore della giustizia in Abruzzo e a farne le spese sarebbero Teramo e Chieti e in parte anche Pescara. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), secondo quanto si è appreso, stanno varando un piano di riorganizzazione delle sedi delle Corti di Giustizia Tributaria che si occupano dei contenziosi in materia fiscale.





L’ipotesi a livello nazionale è di un taglio di 64 sedi su 103 totali, progetto  che tocca l’Abruzzo che ha sedi nelle 4 città capoluogo. Una notizia che ha destato apprensione tra gli addetti degli uffici interessati che confidano in un ripensamento.

Il piano prevede che la sede di Chieti sia accorpata a Pescara e quella di Teramo all’Aquila per quanto riguarda gli uffici del primo grado di giudizio. Questo piano, comunque, non prevede tagli di posti di lavoro.

I problemi, ammesso che questa riforma da approvare entro fine agosto vada a buon fine, riguardano non solo i dipendenti (una ventina oltre ai giudici) che comunque dovranno spostarsi, ma soprattutto i commercialisti e i tributaristi che hanno rapporti stretti con gli uffici anche se  con il telematico questi disagi saranno ridotti.





Ma è a rischio anche la sede staccata di Appello di Pescara (non quella di primo grado) che verrebbe accorpata all’Aquila.

L’intento è di risparmiare tagliando le sedi il cui numero di pratiche aperte è limitato a fronte di una una spesa non più sostenibile. Il taglio delle corti tributarie, come riportava qualche giorno fa il Sole 24 0re, riguarda per lo più il nord dove i flussi delle cause sono limitati.

Per esempio in Lombardia sono nel mirino le sedi di 8 città e resterebbero quelle solo di Milano, Bergamo e  Cremona. E in quelle otto città  penalizzate ci sono le prime prese di posizione contro la riforma. Simile la situazione in Emilia Romagna con sette sedi a rischio. Meno tagli al sud dove il contenzioso è maggiore.

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