COVID: IN ABRUZZO 207 MILIONI PER COSTI SANITARI, BANDI A 133 AZIENDE, “LEADER” OMNIA SERVITIA

MONITORAGGIO OPENPOLIS: PARTE DEL LEONE LA FA L’AZIENDA DELL’IMPRENDITORE ABRUZZESE COLASANTE, COLOSSO NAZIONALE DEL SETTORE. IN ITALIA PER MASCHERINE, TAMPONI E INTERVENTI STRUTTURALI IN OSPEDALI SPESI FINORA 22,8 MILIARDI

11 Giugno 2021 07:35

Regione - Abruzzo, Sanità

L’AQUILA – L’epidemia del covid-19, che sta mollando finalmente la presa grazie soprattutto ai vaccini, è costata all’Italia finora 126.855 morti e una devastazione economica da qualcuno paragonata a quella della seconda guerra mondiale. Salatissimo è anche il conto le spese dirette relative all’emergenza sanitaria tramite i bandi di gara delle pubbliche amministrazioni: 22,8 miliardi a base d’asta in Italia, per l’acquisto di mascherine, tute, apparecchiature mediche, assunzione a tempo del personale.

In Abruzzo ammontano finora a 207 milioni di euro l’importo complessivo dei bandi indetti da parte principalmente delle quattro Asl, con 133 imprese aggiudicatarie. Nella classifica delle imprese che hanno avuto i maggiori importi, stando almeno agli affidamenti documentati, c’è la Omnia Servitia di Lanciano, che tre le altre commesse ha realizzato il covid hospital di Pescara, al centro di polemiche e scontri politici fin dalla gara a inviti, chiusa a tempo di record sotto la regia della centrale di committenza regionale dell’Agenzia regionale informatica e committenza (Aric).

Il monitoraggio, aggiornato ad aprile, è stato effettuato dall’associazione Openpolis, basandosi sui dati contenuti nella Banca dati nazionale contratti pubblici (Bdncp), precisando però che non sono presenti in molti casi le informazioni successive alla pubblicazione della gara e quindi se essa è stata aggiudicata oppure annullata o andata deserta, e nemmeno la data di aggiudicazione,  l’eventuale importo e l’azienda vincitrice. Questo vale anche per l’Abruzzo, dove polemiche sono sorte anche per i ritardi negli interventi che hanno visto come soggetto attuatore il governatore, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, il quale ha rigettato le accuse al commissario nazionale Domenico Arcuri, e al governo Conte bis.

Quello che emerge dalla ricerca è comunque un quadro significativo del giro di soldi che ha rappresentato l’emergenza coronavirus anche in Italia, e che ha garantito un grande business per le imprese che sono sono state in grado di fornire ciò di cui il Paese aveva bisogno in tempi stretti, in buona parte con affidamenti diretti e senza gare. Alcune delle quali attenzionate dalla magistratura, vedasi l’inchiesta della Procura di Roma sull’ maxi acquisto delle mascherine cinesi e che coinvolge anche l’ex commissario straordinario Arcuri.

Il conto della spesa, per l’intero Paese è impressionante: per mascherine e altre protezioni sono stati spesi finora 11,8 miliardi di euro, per prodotti e servizi di analisi, come tamponi, test, sistemi diagnostici, 3,4 miliardi, per terapie intensive e farmaci, 1,8 miliardi, per infrastrutture, arredi e attrezzature scolastiche, 1,3 miliardi, compresi i famigerati banchi a rotelle voluti dall’ex ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per infrastrutture e arredi sanitari, 1, 2 miliardi.

Per le vaccinazioni finora si sono spesi 1, 5 miliardi di euro, essendo cominciata solo a gennaio la campagna di somministrazioni, ma sarà questa la voce destinata ad incidere in maniera preponderante nei prossimi mesi.

In Abruzzo la spesa maggiore è stata quella rappresentata da prodotti e servizi di analisi ovvero come detto tamponi, test, sistemi diagnostici, per un importo di 86,3 milioni di euro, mascherine e altre protezioni, 78,6 milioni di euro,  infrastrutture e arredi sanitari, 18,9 milioni di euro. E ancora 15,1 milioni di euro sono stati necessari per terapie  intensive e rianimazione e farmaci, 2, 8 milioni di euro per infrastrutture, arredi e attrezzature scolastiche, 660mila euro per trasporti movimentazioni, 590mila euro per le sanificazione la pulizia degli spazi. Infine 210mila per i vaccini, intendendo con questa voce però gli aspetti logistici e organizzativi,  visto che le dosi vengono fornite a livello centrale.

Anche in questo caso quasi tutte procedure negoziate senza previa pubblicazione e affidamenti diretti. Per buona parte delle gare non si conosce l’esito, non ancora reso pubblico nella Banca dati nazionale contratti pubblici, e sui siti istituzionali dei vari enti appaltanti.





In ogni modo dai dati elaborati da Openpolis nella classifica delle imprese che hanno ottenuto gli affidamenti più consistenti in Abruzzo, è prima Omnia servitia di Lanciano dell’imprenditore Antonio Colasante, con 4,5 milioni di euro, di cui 3,6 iscrivibili nel bilancio covid, relativi alla realizzazione e allestimento nella primavera 2020 del covid hospital di Pescara, intervento solo per la sua parte strutturale dal costo 11 milioni di euro, di cui 10  provenienti da Roma, 7 dal commissario per la emergenza coronavirus Arcuri, e 3 dalla Banca d’Italia. E ancora 680mila euro per interventi di riorganizzazione e potenziamento della rete ospedaliera e 250mila euro per attività di manutenzione e conduzione di impianti termici, antincendio e condizionamento.

Colasante è un  colosso a livello nazionale con 700 dipendenti, specializzato tra le altre cose nel global service, lavanderia, pulizia, smaltimento rifiuti speciali, e ha commesse in tutta Italia, dando lavoro a circa 2.000 persone con fatturato di 150 milioni di euro.

La procedura lampo per realizzare il Covid hospital di Pescara è stata gestita dalla Regione con una ventina di dirigenti e con il coinvolgimento della Asl di Pescara che ha redatto il progetto e con l’Aria che ha seguito la proceduta di invito e di assegnazione. Appalto che ha innescato polemiche sia politiche e territoriali per la scelta di Pescara senza una compensazione per le altre province e sia sanitarie perché i medici non pescaresi si sono risentiti per non avere a disposizione gli stessi mezzi per le cure in piena pandemia. In ogni modo il covid hospital si è rivelato decisivo per far fronte alla seconda ondata di pandemia.

Al secondo posto con 2,2 milioni di euro c’è Elettroidraulica Silvi di Silvi in provincia di Teramo di cui 2 milioni per lavori di riqualificazione dei posti letto di terapia sub intensiva all’ospedale di Teramo, e 119mila euro circa per lavori di ristrutturazione del pronto soccorso di Atri.

In terza posizione con 2,1 milioni di euro impresa Fracassa Rinaldo, anche qui per lavori di riqualificazione dei posti letto di terapia sub intensiva all’ospedale di Teramo.

C’è poi la Hologic Italia di Roma, con 1,4 milioni di euro, per la fornitura di tamponi reagenti e e sistemi diagnostici.

Quinta la Menarini colosso farmaceutico che  L’Aquila ha un importante stabilimento, con 890 mila euro per forniture mediche.

A seguire la Valleriani Enrico di Basciano, in provincia di Teramo e la Ise di Guidonia, in provincia di Roma, con 856mila euro per la ristrutturazione del Pronto soccorso  e della rete covid-19 dell’ospedale di Roma.





La Device & Tech di Napoli, con 674mila euro e l’Artrò di Teramo con 474mila euro, per dispositivi di protezione individuali.

Infine nella top ten compare la Time rivestimenti di Pescara con 473mila euro per lavori di adeguamento dei percorsi del covid hospital e lavori di adeguamento spazi e aule didattiche di Pescara.

Nella classifica delle stazioni appaltanti  è invece prima la l’Asl di Pescara con 52,4 milioni di euro, la stessa azienda sanitaria che è stata scossa dall’inchiesta su presunti appalti truccati per l’affidamento di residenze per disabili che vede inquisito anche il direttore generale Vincenzo Ciamponi,  vicenda segnata per suicidio del principale inquisito il dirigente medico Sebastiano Trotta nel carcere di Vasto, a poche ore dal suo arresto.

A seguire la Asl di Teramo con 48,6 milioni di euro, la Regione Abruzzo tramite l’Agenzia regionale di informatica e committenza (Aric), 48,3 milioni di euro, la Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 19,4 milioni di euro, la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 16,8 milioni di euro, l’Istituto zooprofilattico sperimentale d’Abruzzo Lazio e Molise 11,1 milioni di euro, infine direttamente la Regione Abruzzo con 5,1 milioni di euro. f.t.

 

 

 

 

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