L’AQUILA – “Siamo in una zona grigia. Se non ci si rende conto, ad esempio, che la quantità di persone che hanno avuto un evento avverso da vaccino contro il Covid-19 è molto superiore a quella che viene dichiarata dai sistemi passivi di sorveglianza, ci troviamo davanti a un vuoto”.
In un contesto in cui i grandi media nazionali ed internazionali hanno “cestinato” la pandemia per fare spazio alla guerra in Ucraina, passando di fatto da un’emergenza ad un’altra senza soluzione di continuità, c’è chi, come l’endocrinologo romano Giovanni Frajese, una delle poche voci di dissenso rispetto alla gestione politica e sanitaria dell’emergenza Covid-19, cerca di mantenere alta l’attenzione sul tema.
“Nel frattempo, quelle persone non vengono inquadrate perché non si ha il coraggio di studiare in maniera approfondita e non si vuole arrivare, attraverso la ricerca, alla verità su ciò che è accaduto”, dichiara ad AbruzzoWeb.it il docente all’Università del Foro Italico, in riferimento alla situazione post Covid-19 ed alla comprensione di quanto accaduto in anni di emergenza pandemica.
“Oramai in letteratura scientifica ci sono centinaia di articoli pubblicati, ad esempio su possibili effetti collaterali dopo l’utilizzo di questi prodotti genici e a base di mRna e Dna”, spiega poi Frajese.
Un esempio?
Arrivano informazioni da varie parti del mondo che continuano a confermare la presenza in quantità molto importante di Dna in queste fiale, Dna che non avrebbe dovuto essere presente se non in minime quantità, ma fin quando non ci saranno il coraggio e la voglia di poter osservare le cose con distacco e in maniera razionale, così come prevede il metodo scientifico, diventa difficile riuscire a capire l’entità del problema.
Detta così, sembra che in Italia non ci sia interesse nei confronti di qualcosa di molto importante.
In molti sono oggi ancora legati a idee e menzogne propagandate all’inizio di questa storia, ad esempio che il prodotto rimanesse inoculato nel braccio, nonostante si sapesse già che non era così.
Forse è ancora “presto”?
L’argomento, per dirla facile, è ancora ‘fresco’, non se ne sta parlando come si dovrebbe, anche se la scienza sta producendo molto. Penso agli studi di Yale che certificano la presenza della proteina Spike a oltre settecento giorni dall’inoculazione di questi prodotti, un segnale che lascia molto perplessi e che richiede urgentemente una revisione scientifica di quello che è stato fatto e delle famose conseguenze a medio-lungo termine che fin dall’inizio di questa storia si sapeva che sarebbero state sconosciute.
“Non avevamo altro che il vaccino” viene costantemente ripetuto da chi ha “sposato” una sola linea.
È il risultato di quanto ripetuto dall’inizio – anzi, fin da prima che arrivassero questi prodotti – in maniera univoca. Non esistevano le terapie, dovevamo aspettare i vaccini che ci avrebbero salvati. Poi sono arrivati e quindi i medici che non hanno approfondito la questione, cosa accaduta spesso, sono rimasti ancorati ad un’idea che hanno difficoltà ad abbandonare, pur non comprendendo la complessità di un intervento farmacologico che è stato completamente diverso da qualsiasi altra vaccinazione fatta in precedenza.
Anche per quanto riguarda gli eventi avversi si è nella stessa situazione?
Direi di sì. Se non ci si rende conto, ad esempio, che la quantità di persone che hanno avuto un evento avverso da vaccino è molto superiore a quella che viene dichiarata dai sistemi passivi di sorveglianza, ci troviamo davanti a un vuoto. E quelle persone non vengono inquadrate, non si studia, non si ha il coraggio di studiare in maniera approfondita, non si cerca di arrivare, attraverso la ricerca, alla verità su ciò che è accaduto. Si deve uscire dalla zona grigia.
Che cosa è il Covid-19 si è finalmente capito?
La Cia recentemente ha cambiato posizione riguardo all’origine, affermando che molto probabilmente è uscito da un laboratorio di Wuhan.E poi, esiste una serie di tracce di finanziamenti che coinvolgono Anthony Fauci ed altri personaggi. Che si tratti di un virus manipolato non ho dubbi, anche perché all’interno c’è il brevetto di Moderna, ma anche questo sembra sia di difficile comprensione alla maggioranza dei miei colleghi. Aspettano forse il momento giusto per comprendere le cose. Da parte mia, ho un cauto ottimismo su Kennedy a capo della sanità statunitense, penso che avrà il coraggio necessario a farci conoscere i dati e gli studi che cambieranno la narrazione attuale.
Da medico è preoccupato da un possibile aumento di tumori, malattie autoimmuni ed altre malattie che può essere eventualmente collegato ad un mix tra Covid-19 e vaccino?
Sono una persona che tende a non preoccuparsi. Sono invece molto dispiaciuto per le persone che hanno avuto degli effetti collaterali e cerco nel mio piccolo di trovare il modo per fare delle ricerche adeguate a comprendere la natura del danno, per poi ipotizzare qualcosa di positivo per loro in futuro rispetto a ciò che non si sta facendo oggi. (red.)
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