I NUMERI DELLA RICERCA ISTAT E MINISTERO SALUTE: IN ITALIA 1,4 MILIONI HANNO SVILUPPATO DIFESE DA VIRUS, PICCO IN LOMBARDIA, E TRA CHI HA AVUTO CONTATTI CON FAMILIARI CONTAGIATI

COVID: 20MILA ABRUZZESI HANNO ANTICORPI MA ANCORA LONTANA L’IMMUNITA’ DI GREGGE

di Filippo Tronca

12 Agosto 2020 07:30

Regione - Sanità

L'AQUILA – Sono 1 milione 482 mila, il 2,5% della popolazione residente in famiglia, coloro che in Italia hanno sviluppato gli anticorpi per il coronavirus.

Di queste 19.950 sono abruzzesi, l'1,5%, un dato relativamente alto, il decimo nel Paese.

In ogni caso si è lontani dalla fatidica immunità di gregge che metterebbe al riparo la popolazione dal terribile virus, che finora ha causato in Italia 35.215 vittime, di cui 472 in Abruzzo.

È quanto rivelano i primi risultati dell’importante indagine di Istat e Ministero della Salute svoltasi con il supporto organizzativo della Croce Rossa Italiana.

L’indagine che avrebbe dovuto essere effettuata su 150mila persone però non ha raggiunto il target anche se il campione è tuttavia sufficiente a consegnare una fotografia quanto più vicino alla realtà.

“I risultati qui presentati – si legge nell’indagione – sono provvisori e sono relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio. La rilevazione si è inizialmente rivolta a una platea più ampia di cittadini residenti in Italia, ma la conduzione in condizioni emergenziali non ha permesso di raggiungere completamente la numerosità originariamente programmata”.





I risultati confermano che l’aver avuto contatti con persone affette dal virus aumenta la probabilità che si siano sviluppati anticorpi.

La Lombardia, la regione di gran lunga più colpita, assorbe infatti 51% dei cittadini che hanno sviluppato anticorpi.

La siero prevalenza è più alta nella provincia di Bergamo con il 24% e Cremona con il 19%.

I valori più alti, in termini generali, corrispondono ai casi in cui i contatti hanno riguardato i familiari conviventi. Chi ha avuto contatto con un familiare convivente infettato da covid 19 ha sviluppato anticorpi nel 41,7% dei casi; la prevalenza si abbassa al 15,9% se il familiare non risulta convivente, restando tuttavia largamente superiore al valore medio che contraddistingue l’intera popolazione (2,5%).

Un sostanziale incremento si osserva anche quando vi siano stati contatti con colleghi di lavoro affetti dal virus (11,6%), ovvero con pazienti nella stessa condizione (12,1%).

Rispetto alla graduatoria regionale delle persone che hanno cioè sviluppato gli anticorpi per il coronavirus, dopo la Lombardia al 7,5 segue la Valle d’Aosta, con il 4%, e un gruppo di regioni che si collocano attorno al 3%: Piemonte, Trento, Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna e Marche. Il Veneto è all’1,9% mentre otto Regioni, tutte del Mezzogiorno, presentano un tasso di sieroprevalenza inferiore all’1%, con i valori minimi in Sicilia e Sardegna (0,3%).





L'Abruzzo è all'1,5%, decimo in Italia.

La ricerca attesta poi che è asintomatico che il 27% delle persone con anticorpi.

“La percentuale di asintomatici è molto importante, perché evidenzia quanto ampia sia la quota di popolazione che può contribuire alla diffusione del virus. E quindi quanta attenzione ciascun cittadino deve porre alla scrupolosa applicazione delle misure basilari di sicurezza a difesa di se stesso e degli altri”, si spiega nella ricerca.

Oltre agli asintomatici il restante insieme di coloro che hanno avuto sintomi si divide tra persone con uno o due sintomi (esclusa la perdita dell’olfatto e/o del gusto) che rappresentano il 24,7% e persone con almeno tre sintomi. Queste ultime includono anche coloro che presentano i soli sintomi di perdita di olfatto e/o di gusto, e rappresentano il 41,5% della popolazione che ha sviluppato anticorpi.

Tra i sintomi più diffusi nell’ambito dei soggetti con uno o due sintomi si osservano la febbre (27,8%), la tosse (21,6%), il mal di testa (19,2%).

I sintomi più diffusi dei soggetti con almento tre sintomi oppure perdita di gusto o di olfatto sono: febbre (68,3%), perdita di gusto (60,3%), sindrome influenzale (56,6%), perdita di olfatto (54,6%), stanchezza (54,6%), dolori muscolari (48,4%), tosse (48,1%), mal di testa (42,5%).

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