COVID: ABRUZZO IN ZONA ARANCIONE. 3.748 CASI, 12 MORTI, 221 GUARITI, RICOVERI IN CALO

21 Gennaio 2022 14:34

Regione - Sanità

PESCARA – L’Abruzzo da lunedì sarà in zona arancione per effetto dell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, all’esito del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero.

Da diversi giorni tutti i parametri – tasso di occupazione dei posti letto e incidenza dei contagi – erano oltre le soglie limite.

Ma proprio nel giorno in cui viene sancito il passaggio in zona arancione, l’indicatore relativo alle rianimazioni torna al di sotto di quei valori.

Alla luce dell’aggiornamento odierno, infatti, il tasso di occupazione dei posti letto scende al 19% (-3%) per le terapie intensive e al 30% (-2%) per l’area non critica, a fronte di soglie da zona arancione rispettivamente del 20 e del 30%.

L’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti, da oltre un mese superiore alla soglia limite di 150, è a 2.002.

L’Abruzzo è attualmente in zona gialla, area di rischio in cui si trova dallo scorso 10 gennaio. Gli ultimi dati, comunque, continuano a confermare la frenata della corsa del virus, anche se i numeri sono stabili su valori altissimi. Il totale dei contagi accertati in una settimana è pari a 25.644, con una variazione del -10% rispetto ai sette giorni precedenti.

A livello territoriale, i numeri più alti sono ancora quelli del Teramano, unico territorio che presenta ancora un’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti superiore a duemila: il parametro, in crescita, è a 2.219. Seguono il Chietino, con 1.864, e il Pescarese, con 1.908. Chiude la provincia dell’Aquila con un’incidenza, in aumento, pari a 1.640.





L’ULTIMO BOLLETTINO

Sono 3.748 i nuovi casi di Coronavirus registrati in Abruzzo nelle ultime ore, di età compresa tra 2 mesi e 102 anni, emersi dall’analisi di 8.184 tamponi molecolari e 22.458 test antigenici (2.371 dei quali risultati positivi): il tasso di positività è pari al 12.23%.

Il totale dei casi dall’inizio dell’emergenza sale così a 184.596.

Il bilancio dei pazienti deceduti registra 12 nuovi casi – di età compresa tra 63 e 93 anni, 3 in provincia di Pescara, 3 in provincia di Chieti, 2 in provincia dell’Aquila, 1 residente fuori regione, mentre 3 risalgono ai giorni scorsi e sono stati comunicati solo oggi dalla Asl – e sale a 2.738.

Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 9.6981 dimessi/guariti (+221 rispetto a ieri).

396 pazienti (-22 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in area medica; 35 (-5 rispetto a ieri) in terapia intensiva, mentre gli altri 84.536 (+3.535 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.

Del totale dei casi positivi, 39.206 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+724 rispetto a ieri), 50.517 in provincia di Chieti (+1.120), 43.851 in provincia di Pescara (+863), 46.105 in provincia di Teramo (+918), 2.364 fuori regione (+37) e 2.553 (+79) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.

Gli attualmente positivi in Abruzzo, calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti, sono 84.877 (+3418 rispetto a ieri). Nel totale sono ricompresi anche 72.024 casi riguardanti pazienti persi al follow up dall’inizio dell’emergenza, sui quali sono in corso verifiche.

STUDIO ABRUZZO: ETA’ MEDIA DECESSI 79.35 ANNI, 85 PER CENTO CON CICLO VACCINI INCOMPLETO





L’85% dei decessi legati al Covid-19 registrati in Abruzzo negli ultimi tre mesi ha riguardato persone non vaccinate o con ciclo vaccinale incompleto (una sola dose o due dosi da oltre cinque mesi), mentre il 15% ha riguardato pazienti con tre dosi o con due dosi da meno di cinque mesi.

È quanto emerge da un approfondimento condotto dal Referente sanitario regionale per le emergenze, Alberto Albani, che ha illustrato gli esiti dello studio nel corso dell’Unità di crisi regionale che si è svolta oggi.

In particolare, negli ultimi tre mesi in Abruzzo i decessi sono stati 171: 119 riguardano persone over 74, 35 sono relativi a persone di età compresa tra 65 e 74, 15 nella fascia di età 45-64, due nella fascia 21-44; nessun decesso è stato registrato tra persone di età compresa tra zero e 20 anni. L’età media dei deceduti è di 79,36 anni.

Del totale dei decessi, 78 casi, pari al 46%, hanno riguardato persone non vaccinate – l’incidenza è altissima se si considera che i soggetti senza neppure una dose sono una quota assolutamente minoritaria -, quattro (2%) hanno riguardato persone con una sola dose, 62 (36%) hanno riguardato persone con due dosi da più di cinque mesi, undici (6%) hanno riguardato persone con due dosi da meno di cinque mesi e 16 (9%) hanno riguardato pazienti con tre dosi.

“Dall’analisi di questi dati – commenta Albani – si evince, in modo evidentissimo ed inoppugnabile, che coloro che si sono sottoposti a ciclo vaccinale completo, con due dosi da meno di cinque mesi o con tre dosi, sono protetti dal rischio di morte in modo di gran lunga superiore ai non vaccinati o ai parzialmente vaccinati. L’auspicio è che questi dati fungano ulteriormente da stimolo a tutti coloro che sono ancora scettici o incerti sui vaccini”.

MARSILIO: “COLORI SUPERATI MA GOVERNO CINCISCHIA”

“Registro il fatto che da settimane ormai le Regioni segnalano al Governo che questa metodologia di classificazione è superata dai fatti, però sono settimane che il Governo continua a cincischiare, a fare riunioni, a fare tavoli, a consultare e quindi le richieste che erano state fatte dalle Regioni ancora non sono state metabolizzate. Non so se questo avverrà nei prossimi giorni”.

Lo afferma il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, a proposito del passaggio in arancione della sua regione e delle regole per la classificazione dei territori in aree di rischio colorate. Nel sottolineare, comunque, che con il passaggio in arancione “non cambia tantissimo perché già il Super Green Pass e le altre discipline avevano introdotto restrizioni particolari”, Marsilio ricorda che tra le richieste delle Regioni “vi era anche quella di scomputare dal calcolo percentuale” coloro che, arrivati in ospedale per altri motivi, sono poi risultati positivi al Covid.

“Noi – spiega – superiamo in area medica dell’1-2% la soglia che fa entrare in area arancione e abbiamo in ospedale una percentuale importante di persone che non sono entrate per colpa del Covid, ma sono state trovate positive al tampone di controllo dopo che in ospedale c’erano andate per altre operazioni. Questo è uno dei temi che stiamo discutendo con il Govenro”.

“Se venisse accolta questa proposta, che arriva da tutte le regioni, da Nord a Sud, da destra a sinistra, noi oggi non avremmo superato i parametri per la zona arancione. Dispiace – osserva Marsilio – che il Governo ci metta mesi ad affrontare un tema quando purtroppo la velocità con cui si modifica il quadro della pandemia impone velocità nelle decisioni, affinché siano più chiare e più tempestive”, conclude.

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