COVID: CASSA INTEGRAZIONE NON PERVENUTA, “INPS TACE”, DISPERAZIONE DI UN LAVORATORE

di Ilaria Muccetti

28 Ottobre 2020 08:09

Teramo - Cronaca, Lavoro, Sanità

GIULIANOVA – “Se l’Inps, che è un ente pubblico, risponde in maniera chiara allora uno aspetta, ma ricevere più risposte diverse ed essere anche trattati con sufficienza non è bello, mi sento preso in giro. Il Presidente del Consiglio si è vantato del fatto che arriveranno aiuti immediati alle persone e alle attività. Io sono in attesa della cassa integrazione di marzo, continuo a chiamare l’Inps e ricevo sempre spiegazioni diverse, per me sono solo scuse. Inoltre le rare volte che riesco a parlare con qualcuno senza essere trattato male non ricevo risposte univoche”.

È  la testimonianza, raccolta da AbruzzoWeb, di un lavoratore di Giulianova, che preferisce restare anonimo, qualche giorno dopo il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte e dopo il via libera al Decreto Ristori per le attività – ristoranti, bar, palestre, solo per citarne alcune – più colpite dalle nuove norme anti contagio.





Le nuove misure restrittive raccontano di un “mini lockdown” in tutta Italia, con piscine e palestre chiuse, bar e ristoranti aperti fino alle 18, con esercenti che già da sabato scorso si sono mobilitati, a partire da Napoli, per scendere nelle piazze di tutto il Paese.  A tutto ciò si sommano anche coloro che non hanno ricevuto la cassa integrazione promessa dal Governo lo scorso marzo, come nel caso del lavoratore di Giulianova.

L’uomo lamenta, tra le altre cose, anche la poca accortezza con cui viene trattato al telefono dagli operatori del numero verde dell’Inps che “rispondono quasi scocciati”.





“Una volta – racconta – mi hanno chiuso il telefono in faccia solo perché mi sono permesso di dire che le cose che mi riferiscono sono le stesse che da utente posso vedere con il pin sul sito e cioè che il pagamento non c’è, io chiamo per ricevere maggiori informazioni e vengo invece trattato male. Quando riesco a parlare con un operatore decente mi ammanta diverse scuse. L’ultima qualche giorno fa: l’operatore mi ha detto che sono in attesa dell’autorizzazione del pagamento da parte del Ministero quando, una settimana prima, chiamando mi hanno detto che dovevano aspettare un mese dal momento dell’invio dei modelli corretti dall’azienda per cui lavoro. Modelli che la mia azienda aveva rimandato il 22 settembre. Quindi l’Inps si sarebbe presa un mese di tempo per pagare. Il mese però è passato e mi sento dire che bisogna attendere l’ok del ministero. Pe farla breve, io come tantissimi altri lavoratori ho bisogno di ricevere quei soldi ma l’Inps non paga”.

Parole amare quelle del lavoratore giuliese che aggiunge “la cassa integrazione di aprile l’ho ricevuta dopo varie sollecitazioni fatte da me e dall’azienda per cui lavoro, manca quella di marzo. La cosa nefasta è che non ricevi una risposta precisa da un funzionario Inps, ma da operatori anche scocciati che non danno risposte univoche, bensì tutte contrastanti tra loro e la cosa è particolare, tanto più quando Conte dice che dal 26 novembre arriveranno i soldi per le attività che hanno chiuso e in questo secondo blocco io probabilmente non ci rientrerò, ma sono malato, ho il diabete, sono quindi ad alto rischio ogni volta che vado a lavoro, quando mi dovrò rifermare perché l’azienda mi metterà in cassa integrazione io non so se e quando vedrò i soldi. Inutile che ora dice se poi la realtà dei fatti è diversa: i soldi non arrivano”.

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