COVID, DA AIFA VIA LIBERA A VACCINI 5-11 ANNI: “ALTA EFFICACIA, NESSUNA ALLERTA SICUREZZA”

1 Dicembre 2021 20:00

Italia - Sanità

ROMA – Via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla vaccinazione anti-Covid per la fascia pediatrica dei bambini tra 5 e 11 anni.

La vaccinazione avverrà con due dosi del vaccino Pfizer, in formulazione specifica e un terzo del dosaggio, a tre settimane di distanza. Si suggerisce l’adozione di percorsi vaccinali, quando possibile, “adeguati all’età”.

Il parere di Aifa arriva dopo l’ok, lo scorso 25 novembre, dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), che ha raccomandato l’estensione dell’indicazione per il vaccino Covid di Pfizer-BioNtech per includere l’uso per i bambini di età tra 5 e 11 anni.

I dati disponibili “dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”, dice la Commissione tecnico scientifica Cts dell’Aifa.

Al fine di evitare possibili errori di somministrazione, la Cts raccomanda, per la fascia di età in oggetto, l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc suggerendo quando possibile
l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età.

Nel parere, la CTS osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”.

La CTS sottolinea che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.





Lo studio registrativo del vaccino Pfizer anti-Covid nella popolazione 5-11 anni “ha mostrato un’efficacia nella riduzione delle infezioni sintomatiche da SARS-CoV-2 pari al 90,7% rispetto al placebo e la non-inferiorità della risposta immunologica rispetto a quanto osservato nella popolazione 16-25 anni”.

Per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza, si legge, “lo studio non ha evidenziato eventi avversi gravi correlati al vaccino e in particolare, nei 3.100 bambini vaccinati, non sono stati osservati, almeno nel follow up a breve termine attualmente disponibile, casi di anafilassi o miocarditi/pericarditi”.

I dati di farmacovigilanza relativi ai circa 3.300.000 bambini di 5-11 anni già vaccinati, prevalentemente con una dose, negli Stati Uniti, ancorché riguardanti un periodo di osservazione di breve durata (media di 16 giorni), “non evidenziano al momento nessun segnale di allerta in termini di sicurezza”.

I dati disponibili nei rapporti dell’ISS, ricorda la Cts Aifa, “mostrano nelle ultime settimane un chiaro incremento del numero di contagi nella popolazione di 5-11 anni di età”.

Oltre ai benefici diretti, conclude la Cts Aifa nel parere, “la vaccinazione dei bambini comporterebbe un aumento della copertura vaccinale dell’intera popolazione e, quindi, una maggiore protezione anche per i soggetti più fragili di tutte le età, soprattutto se conviventi con i bambini”.

GREEN PASS IN BIGLIETTO BUS, “PIU’ CONTROLLI A FRONTIERE”

Il biglietto per salire su bus e metropolitane dovrà contenere le informazioni relative al green pass. In vista dell’entrata in vigore il 6 dicembre del decreto che impone le nuove regole sull’uso del certificato verde, il governo lavora per sciogliere quello che resta il nodo più difficile, i controlli sui trasporti pubblici locali, mentre il ministro della Salute Roberto Speranza annuncia in Parlamento la volontà di rafforzare le verifiche a campione alle frontiere, “non solo nei luoghi dove sono più facili, come negli aeroporti”, ma anche nei confronti di chi arriva “con altri mezzi di trasporto e altre modalità di arrivo”, passando ad esempio ai valichi di frontiera terrestri.

La novità principale è quella sui trasporti ed è dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile che potrebbe arrivare la svolta: l’idea è infatti quella di spostare l’onere dei controlli dal momento dell’utilizzo del mezzo di trasporto al momento dell’acquisto del biglietto.





“È allo studio il passaggio al biglietto elettronico che contenga le informazioni sul possesso del green pass. Stiamo ragionando sulla possibilità di integrare il database delle aziende di trasporto locale con le informazioni che ti dicano ‘sì tu hai il green pass'”, conferma il ministro Enrico Giovannini annunciando che il dialogo con le aziende “è aperto”.

Se si farà in tempo per lunedì è ancora da capire ma intanto i comitati provinciali per l’ordine pubblico stanno mettendo a punto i piani sulla base delle indicazioni date dal Viminale ai prefetti, sostanzialmente su quattro ambiti: ristorazione, spettacoli, eventi sportivi e, appunto, trasporti pubblici. Prima di lunedì ci sarà una nuova riunione tra il ministro Luciana Lamorgese e i prefetti ma dal ministero ripetono che sui treni, sia quelli a lunga percorrenza sia su quelli regionali e interregionali, sarà il personale della Polfer ad assicurare le verifiche, così come nelle stazioni.

Diverso invece il discorso per bus e metro: è esclusa la presenza di agenti armati sugli autobus – perché sarebbe un rischio e perché si sottrarrebbe personale ad altri compiti – e saranno effettuate verifiche a campione alle stazioni delle metropolitane e alle fermate dei bus. Già nel fine settimana arriverà però un segnale, con il potenziamento dei controlli da parte delle forze di polizia nelle zone della movida, in quelle più a rischio affollamento e nei centri cittadini. Anche perché i dati e le analisi degli esperti confermano i timori.

La quarta ondata non ha ancora raggiunto il picco e i casi continuano ad aumentare del 25% a settimana da oltre un mese: significa che, se la crescita continuerà a questo ritmo, a Natale ci saranno tra i 20 e i 30mila casi al giorno.

Non solo: nelle ultime 24 ore si sono superati i 15mila casi e le vittime sono state 103, un dato che non si registrava da giugno.  “Sono giorni non semplici – dice Speranza – e siamo nel pieno di una pandemia che vede numeri crescenti in tutta Europa”.

“Il numero di persone infette cresce e cresce in maniera progressiva”, ribadisce il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro ricordando che anche “l’indice di trasmissibilità si
mantiene sopra l’uno, un dato molto importante perché la possibilità di fare decrescere il numero di infetti passa da un Rt inferiore ad uno”.

Con il Friuli Venezia Giulia già in giallo, la provincia di Bolzano che ci andrà da lunedì e altre sette regioni – Lombardia, Valle d’Aosta, Lazio, Veneto, Marche, Liguria e Calabria – a rischio di cambio di colore, ora l’obiettivo è evitare di passare in arancione proprio a ridosso delle festività.

A livello locale governatori e sindaci si stanno già muovendo imponendo l’obbligo di mascherina all’aperto – oggi è stata la volta del presidente della Sicilia Nello Musumeci che ha anche disposto l’obbligo di tamponi molecolari per i migranti e ulteriori restrizioni per chi arriva con i voli da Egitto, Israele e Turchia oltre che dal Sudafrica – ma la speranza è che il super green pass non costringa a nuove chiusure.

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