COVID: I VACCINATI POSSONO TRASMETTERE IL VIRUS? BOTTA E RISPOSTA CAPUA E BURIONI

27 Novembre 2020 11:00

Italia - Sanità

ROMA – Ancora uno scontro tra i virologi che gli italiani hanno imparato a conoscere in questi mesi. Questa volta l’acceso dibattito si è sviluppato tra Ilaria Capua, direttrice di un dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, e Roberto Burioni, professore di Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il terreno della disputa è quello del vaccino anti-Covid, anzi dei vaccini allo studio e che dovrebbero essere disponibili a partire dai primi mesi del 2021.





Ad accendere il confronto su Twitter è la Capua: “Sintesi vaccinale. In generale, se una  persona vaccinata contro la malattia X entrasse in contatto con il virus X si ammalerebbe di X? No. In generale, la stessa persona vaccinata ed esposta al contagio X potrebbe trasmettere virus X ad una persona non vaccinata? Sì”. La conclusione, per la Capua, è che i vaccinati contro il coronavirus potrebbero diventare veicoli di contagio e trasmettere il Covid-19 ai non vaccinati.

Al tweet della virologa risponde il collega Burioni: “Se la malattia X (e relativo vaccino) fossero morbillo, rosolia, parotite o varicella – e qui mi fermo ma la lista è lunga – la risposta sarebbe NO. Chi è vaccinato non può essere infettato e NON PUÒ trasmettere la malattia”. Ma allora questo è valido anche per il Covid? “Ovviamente non lo sappiamo”, scrive il virologo che argomenta: “Ma è molto raro che un vaccino efficace non diminuisca (nel periodo di efficacia) anche la trasmissione. Al momento non me ne viene in mente neppure uno, neanche quello contro la difterite che in teoria non dovrebbe avere questo effetto invece ce l’ha”.  Burioni poi insiste: “Gira la notizia che (in generale) i vaccinati sono protetti ma possono trasmettere la malattia. QUESTO NON È VERO. Ovviamente non sappiamo nulla di quello che accadrà con i diversi vaccini anti-Covi-19”, scrive ancora il medico che sull’argomento ha dedicato un articolo più approfondito sul sito MedicalFacts.





 

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