L’AQUILA – “Oggi decisamente il covid fa molta meno paura e la situazione è sotto controllo. In prospettiva però non bisogna mai abbassare la guardia, nella lotta dell’uomo contro i virus, perché con il riscaldamento del clima rischiano di arrivare in Europa infezioni che oggi sono presenti solo nelle zone tropicali, come la dengue, e contro cui il nostro sistema immunitario non è attrezzato”.
Lo spiega nell’intervista ad Abruzzoweb Alessandro Grimaldi, capo dipartimento di Medicina della Asl provinciale dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore del capoluogo regionale, nonché segretario regionale del sindacato dei medici Anaao.
Per quanto riguarda il covid, aggiorna sulla situazione Grimaldi, “l’immunizzazione generalizzata, le campagne di vaccinazione, e i cambiamenti strutturali del virus, hanno fatto sì che oggi i casi critici siano relativamente pochi, e riguardano persone anziane e con patologie pregresse. Nell’area medica del San Salvatore, in regime di terapia semi-intensiva, ci sono oggi infatti sei ricoveri in media di persone che hanno contratto il covid e che hanno la polmonite. Per fortuna rari sono diventati i passaggi nel reparto di terapia intensiva”.
“La diffusione del virus – aggiunge Grimaldi – resta molto alta, perché resta altamente contagioso, ma molti si curano a casa, o non si accorgono nemmeno di avere il covid, in quanto asintomatici”.
Guardando oltre spiega però Grimaldi: “noi stiamo continuando nel mondo ad invadere ecosistemi prima incontaminati, rischiando di scoperchiare dei veri e propri vasi di Pandora dove ci possono essere dei germi che noi non conosciamo nemmeno, o meglio che il nostro sistema immunitario non riconosce. Ed è quello che in fondo è accaduto con il virus del covid, che ha fatto milioni di vittime. Quindi bisogna stare molto attenti ed evitare intanto pratiche che possano favorire la diffusione del virus, come i wet market, ovvero gli oramai i famosi mercati dove in Cina si portano gli animali vivi per essere macellati sul posto, e dove si moltiplica il rischio di diffusione di eventuali virus”.
E poi c’è un altro enorme problema, “quello dei cambiamenti climatici che portano con sé mutazioni che possono favorire l’adattamento di vettori come le zanzare, dove prima non accadeva”.
Ed è ad esempio il caso della dengue, malattia virale diffusa dalle zanzare infette del genere Aedes, che provoca febbre altissima che può diventare emorragica, ed essere fatale per bambini piccoli, anziani e persone fragili.
“Se uno va a vedere la carta geografica, il quadro epidemiologico correlato alla dengue riguarda la fascia tropicale e sub tropicale del mondo, Ma ora i mutamenti del clima possono favorire l’insediamento in paesi come l’Italia a clima temperato, ma che stanno diventando però sempre più caldo”, spiega l’esperto.
Del resto già qualcosa di simile è accaduto: “anni fa con un carico di copertoni dalla Turchia sono arrivate anche le zanzare tigre, che hanno trasmesso in provincia di Ravenna la febbre chikungunya. E ci sono stati casi in Italia di West Nile, virus, lo dice il nome stesso, che era nell’area del Nilo, che può provocare una patologia importante, in alcuni casi anche la meningite”.
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