COVID: PIANO GOVERNO, 500MILA VACCINI AL GIORNO, IN ABRUZZO SCUOLE CHIUSE E IMPENNATA CASI

DA OGGI IN VIGORE ORDINANZA MARSILIO PER RITORNO IN DAD, PRONTO PIANO SOMMINISTRAZIONI VACCINI PER PERSONALE SCOLASTICO, CHIESTO DI ESTENDERE UTILIZZO PRIMA DOSE E CONCENTRARLE IN 26 COMUNI ZONA ROSSA, A L'AQUILA SIT-IN DI PROTESTA, SINDACATI, "NON C'E' PROGRAMMAZIONE", "PERCHE' ASILI RESTANO APERTI?"

1 Marzo 2021 10:08

Regione - Abruzzo, Politica, Sanità

L’AQUILA – Un trend ascendente di vaccinazioni che tra arrivi tra le trecentomila e le cinquecentomila somministrazioni al giorno ad aprile, per raggiungere l’obiettivo di poter ottenere fino a 19 milioni di vaccinazioni al mese. È quanto auspicano fonti che lavorano alla nuova strategia del governo sui vaccini, anche alla luce del previsto arrivo delle dosi Johnson & Johnson ad aprile. Secondo gli accordi, per quest’ultima tipologia di vaccino sono previste sette milioni e trecentomila dosi nel secondo trimestre del 2021.

Un motivo di speranza anche per l’Abruzzo, dove ieri si sono registrati 568 nuovi casi, di cui 299 in provincia di Pescara, e aumentano i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. La percentuale di positivi rispetto ai tamponi molecolari è tornata a crescere fino al 9,9%. Ad essere vaccinate finora 82 mila persone su 114mila dosi disponibili. E si accelera per somministrare 26mila dosi al personale della scuola, per accelerare il ritorno in classe

Per frenare la terza ondata da oggi fino a data da definire, è stata disposta la chiusura di tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, con ricorso alla didattica a distanza. Resteranno invece aperte scuole d’infanzia e gli asili nido.

Non a caso una accelerazione delle vaccinazioni auspicata ieri anche dal presidente della Regione, Marco Marsilio, Fratelli d’Italia, che ha chiesto di autorizzare in Abruzzo la somministrazione immediata delle dosi della prima fase, ritardando la seconda, quella del richiamo, e di ottenere dosi aggiuntive per le zone colpite dalla variante inglese in misura significativa. Ed oggi anche di allargare la platea agli studenti maggiorenni.

La Regione intende anche concentrare le vaccinazioni in questa fase nei 23 comuni zona rossa in Abruzzo, per il resto zona arancione, ovvero, in provincia di Chieti il capoluogo Chieti, Bucchianico, Francavilla, Lanciano, Miglianico, Ortona, San Giovanni Teatino, Torrevecchia Teatina e Ripa Teatina, in provincia di Pescara, il capoluogo Pescara, Caramanico Terme, Cepagatti, Città Sant’Angelo, Lettomanoppello, Manoppello, Montesilvano,  Pianella, Picciano, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Spoltore e Turrivalignani. Arancioni tutti gli altri comuni. In provincia dell’Aquila  il solo comune di Ateleta.

Strategia condivisa, in un’ intervista ad Abruzzoweb, anche da Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila e segretario regionale Anaao Assomed: “è la strategia adottata con successo in Inghilterra e in Israele: somministrare la prima dose di vaccino, subito, a più persone è possibile, in una situazione in cui si registra una carenza di dosi. Ritardando la seconda dose, quella di richiamo. Questo per frenare i contagi. Non tutto il mondo scientifico è d’accordo,  ma ci sono già studi che confermano che tutto sommato questa soluzione paga, la protezione è comunque elevata anche con una sola dose, per evitare che si producano nuove varianti, ed è la scelta obbligata del resto in uno scenario internazionale dove, ripeto, i vaccini scarseggiano”.

A far discutere sono però le chiusure delle scuole. I sindacati della categoria in una nota unitaria,  che accusano la regione di navigare a vista,  “di aver riaperto le scuole elle attività didattiche in presenza Abruzzo dopo le vacanze natalizie, senza aver operato i necessari interventi che avevamo suggerito, salvo poi verificare che non sussistevano le condizioni di sicurezza e disporre nuove chiusure, prima locali ed ora diffuse”.





La Cgil di Teramo da parte sua osserva: “Se il problema delle scuole sono i contagi, risulta davvero inspiegabile mantenere aperte le scuole dell’Infanzia, dove, lo sappiamo il rischio è addirittura più alto, considerato che per i bambini non è previsto l’obbligo di mascherina e le insegnanti non sono dotate di dispositivi Ffp2. Ma sappiamo che solo  qualche mese fa autorevoli  esponenti politici hanno sostenuto la necessità di tener aperte le scuole dell’infanzia perché  qualcuno doveva pur badarli questi bambini”.

A L’Aquila Valeria Baccante, dell’associazione Mamme aquilane, va all’attacco: “Non diciamo no alla chiusura delle scuole, perché non vogliamo sostituirci alle istituzioni, ma chiediamo congedi parentali Covid, bonus baby sitter e misure che consentano ai genitori di poter stare a casa con i figli in Dad. Le scuole sono state chiuse dall’oggi al domani, senza nessun tipo di aiuto o sostegno alle famiglie e questo è ingiusto”.

Comparsi in città striscioni  contro la dad e oggi un sit-in pacifico di protesta contro l’interruzione delle lezioni in presenza  verrà inscenato questa mattina da parte di alcuni genitori della scuola Celestino V.

“La regione Abruzzo con l’ordinanza 11 del 27 febbraio 2021 – si legge in una nota dei genitori – ha disposto le chiusure di tutte le scuole a partire dal primo marzo sino a data da destinarsi. Esprimiamo il nostro totale disaccordo verso una decisione che, seppur presa nell’ambito della salvaguardia della salute di tutti, non ha ragione d’essere nella nostra provincia nella quale, nei mesi di novembre e dicembre, in piena emergenza sanitaria, si è riusciti a garantire la continuità scolastica in presenza almeno per le scuole elementari”.

“I nostri figli – si legge ancora – chiedono a noi, i loro genitori, di voler andare a scuola, di voler frequentare perché nella scuola, tra le altre cose, vivono quella socialità che non hanno più al di fuori di quelle mura. Loro stessi dicono no alla didattica a distanza e noi non possiamo che farci carico delle loro esigenze e di trasmetterle a tutte le istituzioni”. Una presa di posizione netta.

“I nostri figli in questo anno ci hanno dato l’esempio, comportandosi in modo esemplare”, si legge ancora. “Noi che siamo quel mondo dei grandi da cui loro dipendono, abbiamo il dovere di dargli delle risposte. E chiudere è la risposta peggiore che possiamo dargli”. Una protesta che non è isolata, altri genitori di altre scuole porteranno avanti oggi iniziative simili e si pensa anche a un’iniziativa simbolica davanti all’Emiciclo. In città sono comparsi anche alcuni striscioni contro la Dad.

“La Regione Abruzzo con l’ordinanza 11 del 27 febbraio 2021 – si legge nella nota dei genitori – ha disposto le chiusure di tutte le scuole a partire dal primo marzo sino a data da destinarsi. Esprimiamo il nostro totale disaccordo verso una decisione che, seppur presa nell’ambito della salvaguardia della salute di tutti, non ha ragione d’essere nella nostra provincia nella quale, nei mesi di novembre e dicembre, in piena emergenza sanitaria, si è riusciti a garantire la continuità scolastica in presenza almeno per le scuole elementari”.

A L’Aquila la consigliera del Passo Possibile, Emanuela Iorio, spiega che “partendo dal presupposto che le scuole se necessario vanno chiuse, la notizia di oggi mi lascia alquanto perplessa. Gradirei sinceramente una maggiore trasparenza sui dati. Se dobbiamo chiudere tenendo conto della incidenza, chiedo pubblicamente quanti contagiati abbiamo nelle scuole aquilane? Di quali scuole si parla? A novembre alcune scuole anche qui in città rimasero chiuse per circa due settimane, ma registravamo numeri importanti di contagio sia tra gli alunni che i docenti. E ora? Di che numeri parliamo?”.





“Ancora una volta assistiamo con sgomento alle sue decisioni politiche e amministrative che, dall’inizio della pandemia, non sembrano avere la logica e la chiarezza necessarie per non gettare in confusione i cittadini abruzzesi. Da oggi le scuole, in virtù della sua Ordinanza n. 11 dovranno svolgere attività didattiche a distanza; questa volta però la decisione riguarda le scuole di ogni ordine e grado, con la sola esclusione delle scuole per l’infanzia”, ha commentato il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci in una lettera inviata al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

“La decisione – aggiunge –  viene presa nonostante i dati confermino che, soprattutto nella fascia più giovane della popolazione, l’indice di contagio sia basso e contenibile, almeno in rapporto ai mesi di ottobre e novembre scorso, periodo in cui, con un livello gravissimo di contagi, lei ha invece mantenuto le scuole aperte con didattica in presenza; e nonostante in quel periodo, avessimo chiesto a più voci e con molta insistenza che venissero chiuse, e io stesso proposi la didattica mista e l’istituzione della “Zona Rossa” per la Provincia dell’Aquila. Con tutta evidenza, il percorso amministrativo illogico e incoerente, crea disagio forte a tutti”.

“Ai bambini in primis, che in quella fascia di età sono i più esposti alla povertà della didattica a distanza e alle difficoltà che essa comporta; ai genitori, costretti al cambio di passo improvviso e necessario per assisterli; a insegnanti, operatori e operatrici della scuola in generale che, in mancanza del coordinamento fra Governo e Regione, in questo caso non hanno coperture sindacali per giustificare assenze dal lavoro. Inoltre – prosegue – ed è questo l’aspetto più paradossale, in questa fase in cui tutto il territorio nazionale viene sottoposto a misure differenziate per Regioni, Provincie e addirittura per Comuni, la sua Ordinanza comprende indiscriminatamente tutto il territorio regionale, penalizzando aree come la provincia dell’Aquila, per esempio, i cui numeri di contagio attualmente non rappresentano lo stesso rischio delle province di Pescara e Chieti”.

“Voglio citare, ad esempio, il caso di Rocca di Mezzo che proprio ieri ha concluso lo screening di massa con zero positivi! E se anche un solo Comune abruzzese dovesse trovarsi in “zona bianca” e consentire a 30 bambini di andare a scuola, sarebbe comunque giusto garantire questa singola opportunità. Né può essere portata a ragione la temuta presenza della “variante inglese” per chiudere indiscriminatamente tutte le scuole dell’intero territorio regionale, e ci pare anche inutile sostenere  – a scuole chiuse – una maggiore velocità attuativa di un Piano vaccinale che non esiste, che fa acqua da tutte le parti, che relega la Regione Abruzzo alla base della classificazione nazionale con una percentuale di vaccinati che rasenta il ridicolo”.

“Ci si concentri piuttosto sui controlli degli assembramenti, sui ristori alle categorie economiche e commerciali più penalizzate, su una gestione oculata delle risorse spese per gli screening di massa da Comuni che, anche con zero contagi, si trovano a dover chiudere ugualmente le scuole. Le scuole della Provincia dell’Aquila vanno riaperte, caro Presidente, e subito, rispettando il differente livello di contagio presente nella Regione”, conclude Pietrucci.

 

 

 

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