COVID, SCHILLACI: “CAMPAGNA VACCINI PER ANZIANI E FRAGILI, ALLENTAMENTO MISURE IN BASE AI DATI”

11 Novembre 2022 19:55

Italia - Sanità

ROMA – Spingere l’acceleratore sulla duplice vaccinazione contro Covid ed influenza stagionale con una campagna di comunicazione mirata, mentre l’eventuale allentamento dell’isolamento per i positivi asintomatici dipenderà dai dati e dall’andamento delle curve.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, indica le prime mosse alle quali sta lavorando in questa fase di post emergenza pandemica, e sottolinea come le priorità siano però anche altre, dal recupero delle liste di attesa, all’utilizzo dei fondi del Pnrr alla valorizzazione del personale del Sistema sanitario nazionale.

“Stiamo lavorando al lancio, a breve – ha annunciato Schillaci in un colloquio con i giornalisti – di una campagna di comunicazione congiunta sull’importanza dei vaccini contro il Covid e l’influenza stagionale con una particolare attenzione al target degli anziani e dei fragili”.

Quanto all’uso delle mascherine in ospedale, precisa, “non c’è mai stata l’intenzione di non prorogare l’ordinanza che scadeva il 31 ottobre. Peraltro in molti reparti le mascherine si usano da prima che arrivasse il Covid”.





Per quanto riguarda invece il possibile allentamento di misure, come l’isolamento domiciliare, le decisioni, spiega, “saranno adottate in base ai dati sull’andamento della pandemia che, ad oggi, sembrano migliorati ma restiamo prudenti perché la stagione fredda è appena agli inizi”.

È però anche necessario guardare ‘oltre’ il Covid e affrontare le altre emergenze sul tavolo. La pandemia, sottolinea, “nella drammaticità della situazione, ha messo al centro dell’attenzione due elementi, la salute e la ricerca. Ora è importante che si continui a mantenere alta questa attenzione anche con risorse adeguate. Ci sono urgenze da risolvere: penso agli screening oncologici e i follow up saltati a causa dell’emergenza Covid che purtroppo determineranno un aumento dell’incidenza e della gravità delle patologie oncologiche. Per questo stiamo lavorando a soluzioni che consentano il recupero delle prestazioni”.

Altro nodo è quello del Pnrr: “Dobbiamo usare al meglio le risorse – ha detto il ministro -. Il premier ha dato un rinnovato impulso alla cabina di regia, coordinata dal ministro Fitto che incontreremo martedì”.

Tra le milestone in dirittura d’arrivo, afferma, “c’è la riforma degli Irccs, che ritengo molto importante per il ruolo essenziale che la ricerca svolge nel garantire a tutti una migliore assistenza, che contiamo di approvare entro la fine dell’anno”.

C’è poi il tema rilevante della medicina del territorio di cui la pandemia ha evidenziato le fragilità.





“Oggi i cittadini trovano da un lato il medico di famiglia, primo presidio di assistenza, e i pronto soccorso che come noto soffrono, non da oggi, di problemi di sovraffollamento. Problemi che vanno risolti agendo sull’appropriatezza offrendo alle persone un’alternativa all’ospedale che sia percepita come sicura”.

Altro focus riguarda la carenza del personale e la necessità di rendere ‘attrattive’ specializzazioni mediche oggi trascurate.

“Ereditiamo una programmazione sbagliata: durante la pandemia è stato incrementato il numero degli iscrivibili alla Facoltà di Medicina tuttavia negli ultimi 10 anni abbiamo perso almeno 50mila possibili iscrizioni per via del numero limitato per molto tempo a 8mila iscrizioni quando sarebbe stato opportuno garantirne fino a 12-15.000 l’anno. Così come occorre una riflessione, e su questo si farà una valutazione con il MUR, sulle borse di studio per le specializzazioni: abbiamo bisogno – avverte il ministro – di medici di medicina di emergenza-urgenza, medici di pronto soccorso, anestesisti ma si stratta di specialità considerate poco attrattive e che registrano oggi scarse adesioni. L’impegno sarà quello di rendere queste specialità più attrattive”.

Inoltre, “intendiamo avvicinare i giovani anche alla medicina generale. Vogliamo fare in modo che si sentano gratificati – conclude Schillaci – quanti intendano scegliere specializzazioni oggi meno considerate di cui, invece, il servizio sanitario ha fortemente bisogno”.

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