LA NOTA PRO-BIONDI DEL COORDINATORE DEL CARROCCIO E’ UNA FORZATURA O CHIUDE DAVVERO LA CONTESA? FDI E FI PRESSANO PER AVERE SPAZIO IN GIUNTA

CRISI COMUNE L’AQUILA, ANCORA TENSIONI: D’ERAMO SPARIGLIA CARTE MA PACE NON C’È

13 Settembre 2020 17:37

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – Fu vera pace? Di facciata sembra di sì, dai rumors e da altri indizi, pare in alto mare. Con la gente e gli elettori che cintiunuano a chiedersi come si può protrarre, dopo oltre tre mesi, la crisi in un momento così difficile, innanzitutto per la emergenza covid di nuovo alle porte.

Quindi l’interrogativo è d’obbligo a una attenta lettura di ciò che è accaduto al Comune dell’Aquila negli ultimi due mesi. Il 16 luglio il sindaco, Pierluigi Biondi, ha sospeso le deleghe agli assessori della Lega: Fabrizio Taranta (Ambiente e Protezione civile), Daniele Ferella (Urbanistica), Fabrizia Aquilio (Turismo).

Ieri il leader abruzzese del Carroccio, il deputato aquilano Luigi D’Eramo, ha chiuso – formalmente – la contesa, senza che il primo cittadino abbia riassegnato le deleghe. Tutto è nato prendendo come “casus belli” le dichiarazioni del capogruppo della Lega in consiglio, Francesco De Santis, che in una seduta del consiglio comunale del 14 luglio scorso aveva detto di vergognarsi per questi primi tre anni di amministrazione. L’acme di tensioni che si erano susseguite nei mesi precedenti: una su tutte, la mancata votazione del bilancio, alla fine del 2019.

«Stiamo e staremo con Biondi» ha sentenziato ieri D’Eramo, sempre più vicino a Matteo Salvini, senza, però, che Biondi abbia ancora assunto alcuna decisione.





Il particolare che cambia le carte in tavola è uno: nei giorni scorsi si sono tenuti gli incontri attesi, in particolare quello del famigerato tavolo politico composto dall’assessore regionale di Fratelli d’Italia, Guido Liris, dal vice presidente della giunta regionale, il leghista Emanuele Imprudente e dall’ex assessore e vice presidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, leader de facto di Forza Italia in città.

Un vertice che secondo i rumors all’interno del centrodestra viene descritto come cordiale e senza tensione, ma l’evidenza è una: non c’è stata l’attesa fumata bianca. E allora la sortita di D’Eramo sembra più il tentativo di voler forzare un po’ i tempi dell’accordo. Che, si badi bene, si troverà,  e anche presto. Anche perché già così resta difficile giudicare i due mesi di sospensione delle deleghe – anche pesanti, basti pensare a quella alla Protezione civile per Taranta che si è ritrovato a gestire l’emergenza incendi senza, di fatto, poter operare -, figurarsi se il tempo dovesse dilatarsi ulteriormente.

E allora le ipotesi sono due. La prima è che la crisi possa rientrare semplicemente lasciando tutto come è. Un’eventualità che, sebbene ponga qualche problema politico (la montagna partorirebbe il più classico dei topolini), tirandosi dietro la necessità di dover spiegare a cosa si dovrebbe il dietrofront, sarebbe gradita un po’ ’ a tutti. Forse Biondi compreso.

E qui, però, entra in gioco il secondo scenario. L’interesse di qualcuno a cambiare le carte in tavola, intervenendo sulla giunta. Sia Fratelli d’Italia che Forza Italia ambirebbero a rafforzare la propria posizione, con la Lega che non sarebbe d’accordo. Assolutamente. Nel primo caso è in particolare il “gruppo Liris” a fremere (Colonna, Della Pelle, Colantoni, Scimia, mentre si è defilato Silveri jr), quello che – Scimia escluso – è transitato da Forza Italia al partito della Meloni, in occasione delle regionali di febbraio 2019. Già all’epoca si era parlato con insistenza della richiesta di almeno una posizione in giunta.





Quello che ambirebbe a destituire Ersilia Lancia, moglie di Etel Sigismondi, coordinatore del partito e capo della segreteria di Marsilio, dal ruolo di capogruppo. Gli azzurri che hanno ritrovato una rappresentanza in consiglio dopo la fuga a Fdi ai tempi dello strapppo di Liris, chiedono un altro assessorato.

Nel frattempo D’Eramo, che ha l’obiettivo primario di non perdere postazioni, ha attirato a sé tutte le attenzioni, con dichiarazioni che  hanno avuto un effetto deflagrante. Sia nel centrodestra, perché spostano decisamente il borsino della crisi verso la soluzione, ma anche nel centrosinistra, perché giunte improvvise.

Se sia oggetto di un nuovo braccio di ferro o no si capirà nei prossimi giorni. Per il momento il centrosinistra ha parlato di “inversione a U” della Lega: “Sta di fatto che la vergogna del capogruppo si è trasformata in soli due mesi, e senza spiegazione alcuna, in sostegno cieco a Biondi; tra la schiena dritta e la testa alta è prevalsa la coda tra le gambe. Quanto invece al “granitico sostegno” della Lega a Biondi, se ne deduce dunque che lo stesso è venuto meno dai consiglieri di Forza Italia o da quelli di Fratelli d’Italia in occasione del voto, di solo due giorni fa, sui due membri designati dal consiglio comunale nell’assemblea dell’azienda pubblica dei servizi alla persona, essendo mancati al Sindaco ben 5 voti della maggioranza, finiti in parte a Tiziana Del Beato, consigliere eletto nella Lega che poi è passata a Fdi, pur rimanendo ancora nel gruppo misto, e in parte a Masciocco”.

Insomma, la risoluzione della crisi appare ancora piuttosto complessa. E tutti gli scenari possibili non appaiono scevri da conseguenze sul piano politico. (b.s.)

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