ROMA – “Per consumare qualche piccola vendetta personale, per anticipare di un pugno di mesi elezioni che si sarebbero comunque svolte in primavera pensando di lucrarne qualche vantaggio, per far forse contento – non voglio neanche pensarci – qualche amico col colbacco e con mire imperiali, si sacrifica sull’altare degli interessi di bottega di una politica da pigmei la credibilità dell’Italia agli occhi del mondo”.
Lo scrive sulla sua pagina Facebook il senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di ‘Italia al Centro’, eletto nel 2018 nel collegio uninominale L’Aquila-Teramo.
“Nel giorno in cui un ex premier per caso divorato dal rancore – prosegue Quagliariello – e due partiti noncuranti dell’interesse nazionale sacrificano la figura più autorevole che il nostro Paese potesse esprimere, chiamata a condurre la nave Italia nella peggiore tempesta dal dopoguerra, diciamo grazie al presidente Draghi. Non perché abbiamo condiviso ogni scelta (e dalla sua replica di ieri in Senato abbiamo compreso quanto indigeste alcune eredità siano state anche per lui…), ma perché ci sono momenti nella storia di un Paese nel quale bisogna avere consapevolezza delle proporzioni tra la posta in gioco e le singole rivendicazioni”.
“Ora che in piena guerra e in piena crisi post-pandemica sono stati messi a rischio la finanziaria, il Pnrr, le riforme, il piano di autonomizzazione energetica, la stessa sostenibilità di un debito abnorme per la cui solvibilità la fiducia degli acquirenti nel sistema-Paese è un fattore determinante, questa posta in gioco sarà più chiara a tutti. E sarà più chiaro a tutti quanto importanti fossero una guida capace e la ritrovata centralità dell’Italia agli occhi del mondo.
“Noi a questa autorevolezza non intendiamo rinunciare. Chiamatela ‘agenda Draghi’, chiamatela come volete. Ma il lavoro avviato non si abbandona a metà – conclude -, e troveremo il modo di portarlo avanti”.
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