CRISI IDRICA: CENTRODESTRA CONTRO LA SASI, “RETE COLABRODO, EVIDENTE INADEGUATEZZA”

3 Agosto 2024 11:39

Chieti - Politica

CHIETI – “Su dieci litri d’acqua immessi nelle condotte, è già un successo se cinque riescono a raggiungere i rubinetti. Questa situazione è il risultato di anni di mancati interventi per ammodernare le infrastrutture idriche”.

Ad attaccare la Sasi, società consortile responsabile della gestione di acquedotti, depurazione e reti fognarie per 92 comuni della provincia di Chieti sono Gabriele Di Bucchianico capogruppo e coordinatore Fdi Lanciano, Gemma Sciarretta, presidente del Consiglio Comunale Lanciano, Paolo Bomba assessore Comune Lanciano, Gianluca D’Intino presidente terza commissione e vice coordinatore provinciale Fdi Chieti  E Donato Torosantucci capogruppo lista civica Nuova Lanciano. Parole dure, seppure senza citarlo nei confronti del presidente Gianfranco Basterebbe.

LA NOTA 

A leggere i comunicati della Sasi, c’è da piangere, purtroppo. Se il servizio viene gestito come la programmazione delle chiusure, è evidente che gli abruzzesi della provincia di Chieti non hanno speranze.





La crisi idrica, iniziata a luglio scorso, sta diventando sempre più critica.

La Sasi S.p.A. è responsabile della gestione di acquedotti, depurazione e reti fognarie per 92 comuni della provincia di Chieti. Nelle reti idriche dell’Abruzzo, la quantità d’acqua che si perde è estremamente elevata, superando di gran lunga la metà del totale.

Su dieci litri d’acqua immessi nelle condotte, è già un successo se cinque riescono a raggiungere i rubinetti. Questa situazione è il risultato di anni di mancati interventi per ammodernare le infrastrutture idriche.

I dati resi noti dall’Istat confermano una realtà conosciuta da circa vent’anni. Tra i quattro capoluoghi di provincia, Chieti registra il peggior tasso di dispersione idrica, con il 71,1% dell’acqua che non arriva a destinazione; praticamente sette litri su dieci vanno persi.

Una storia lunga che viene da lontano e che cerca disperatamente una soluzione, i cittadini sono esausti e stanchi di doversi sacrificare per le inefficienze di un ente pubblico che stenta a dimostrare la propria produttività e la propria utilità.





Forse è il momento di cominciare a fare delle riflessioni sul management di questo ente e sulla gestione di un bene pubblico che appartiene all’essere umano, l’acqua, che di fatto paghiamo senza averne beneficio.

La legge prevede la figura di un amministratore unico che abbia indubbie capacità tecniche e manageriali, figura scevra da lottizzazioni politiche e proiettata solo al risultato.

Chiediamo immediate soluzioni rispetto alla dispersione idrica e la valutazione di progettualità alternative.

 

 

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