“CRUDELE DESTINO DEGLI ALBINI IN MALAWI”: PELLEGRINAGGIO SOLIDALE DI BRACCO, DIARIO DI VIAGGIO

27 Maggio 2023 09:05

Regione - Alimentiamo la speranza, Cronaca

ROMA – “In Malawi le persone affette da albinismo rischiano la vita. Vengono sequestrate e brutalmente assassinate in quanto le parti del loro corpo sono considerate, da parte di stregoni, dotate di poteri magici e portatrici di benefici. Addirittura ci sarebbero individui che vendono i propri figli perché nati con questa anomalia congenita”.

Lo racconta, nella seconda puntata del suo diario di viaggio, Leandro Bracco, ex consigliere regionale abruzzese, in cammino, dal 25 marzo scorso, da Dodoma a Maputo, per percorrere in nove mesi, Tanzania, Malawi,  Zambia, Zimbabwe,  Sudafrica, Eswatini e infine il Mozambico, con arrivo il 25 dicembre, e con l’obiettivo di finanziare ben otto progetti attraverso donazioni. Questo nell’ambito del progetto Alimentiamo la speranza.

Nel suo pellegrinaggio solidale, Leandro Bracco sta percorrendo una media di 23 chilometri per un totale di circa 5.300 chilometri, e si riposa un solo giorno a settimana, la domenica.  Ad affiancarlo un fuoristrada che trasporta acqua e cibo.

Abruzzoweb, al fine di sostenere l’iniziativa e favorire le donazioni, si collegherà con Leandro Bracco da ogni paese che attraverserà e pubblicherà a puntate un suo diario di viaggio.

Il denaro sarà raccolto tramite la app Tucum, sul sito www.tucum.net, nella pagina dedicata al progetto Alimentiamo la speranza. I progetti sono stati tutti condivisi con le missioni religiose negli otto paesi, e Bracco non tratterrà nemmeno un euro di esse.

KARONGA

Varcato il confine, saluto la Tanzania e con essa il calore umano e l’affabilità dei suoi abitanti e mi inoltro in Malawi. Oramai la lancetta dei chilometri affrontati e macinati ha superato quota mille. Mi sembra ieri il giorno in cui questo pellegrinaggio di carità nel nome di Maria ha preso avvio. E invece sono già trascorsi due mesi.





Un lasso di tempo colmo di incontri ed emozioni. Le mie gambe non potrebbero stare meglio e il morale è al top.

Entro in terra malawiana accolto da una pioggia battente. Sarà però solamente un fuoco di paglia.

Anche in Malawi la calura picchia e, non poche volte, è come se ti martellasse la testa. Arrivo a Karonga, città la cui popolazione è di poco superiore ai 40mila abitanti. Giungo in questa cittadina in un giorno di mercato.

Le persone sono moltissime. Veramente una moltitudine. Mi guardo in giro e mi sento osservato. Tanto.

Il motivo è presto detto. Sono l’unica persona di etnia non nera. L’unica tra centinaia e centinaia. E ovviamente non può mancare quel termine con il quale ormai ho preso familiarità: Muzungu, bianco. Mentre cammino, il mio udito percepisce con nitidezza questa parola diverse volte.

All’improvviso un evento totalmente inaspettato. Scorgo in lontananza un uomo bianco che mi saluta. Ricambio il gesto e mi avvicino a lui.

Ci presentiamo. Si chiama Jacob, è inglese, ha 33 anni e si trova a Karonga per ragioni di cuore. Sposerà la sua Tracy, malawiana doc e incinta di tre mesi, fra una settimana. Si sono conosciuti l’anno scorso ed è subito scattata la scintilla. Jacob ha una particolarità: è albino.

Iniziamo una piacevole chiacchierata ma a un certo punto rimango sbigottito da ciò che mi dice. In Malawi le persone affette da albinismo rischiano la vita.

Vengono sequestrate e brutalmente assassinate in quanto le parti del loro corpo sono considerate, da parte di stregoni, dotate di poteri magici e portatrici di benefici. Addirittura ci sarebbero individui che vendono i propri figli perché nati con questa anomalia congenita. Jacob è teso e non poco. Anche perché la sua intenzione è proprio quella di trasferirsi da Nottingham a Karonga.





Pur cercando di rincuorarlo, la sua preoccupazione è palpabile. In cuor mio regna l’incredulità. Scambio ancora qualche parola con lui e poi ci salutiamo. In serata approfondisco la questione. Jacob è stato sincero e in me ha trovato una persona con la quale ha voluto confidarsi. Non ce la faceva più a tenersi dentro una questione che lo tormenta.

Le sue affermazioni sono purtroppo fondate ma soprattutto trovano conferma negli eventi terribili accaduti in terra malawiana negli ultimi anni. I numeri lasciano esterrefatti: da novembre 2014 si è verificata un’ondata senza precedenti di assassinii ai danni di persone affette da albinismo (un’anomalia congenita che impedisce al corpo di produrre una sufficiente dose di melanina che è la sostanza che permette ai capelli di assumere il loro colore e alla pelle di proteggersi dal sole).

In poco più di 8 anni, fonti attendibili parlano di almeno 21 omicidi il cui obiettivo sono state persone albine. Quasi 3 uccisioni all’anno.

Una ogni 4 mesi. Una problematica che lascia costernati. E che dalla costernazione si tramuta in orrore se si pensa che a dicembre 2017 si sono perse le tracce di Jean, una bambina di due anni.

Gli inquirenti hanno affermato che il padre l’avrebbe venduta a un medico che esegue riti propiziatori nel confinante Mozambico, Paese in cui purtroppo risulta florido il  commercio transfrontaliero di organi umani.

Orrore senza fine che assume i contorni della bestialità se si pensa che ad agosto 2021 a un ragazzo di vent’anni è stata brutalmente tolta la vita.

Il motivo? L’essere albino. In Malawi vivono circa 10mila persone che soffrono a causa di questa anomalia del proprio corpo. Tutte loro rischiano di essere perseguitate e barbaramente ammazzate da chi crede di potersi arricchire grazie alla vendita di parti dei loro corpi.

Qualcosa di raccapricciante, abominevole, orripilante che sfocia nel demoniaco quando a essere implicati in terrificanti fatti di cronaca sono gli stessi familiari di persone albine. E quindi, purtroppo, i timori di Jacob tutto sono fuorché infondati.

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