CTGS SULL’ORLO DEL BARATRO: ESPLODE RABBIA LAVORATORI, OGGI SCIOPERO E PRESIDIO A INFO POINT

10 Maggio 2024 08:44

Regione - Lavoro

L’AQUILA – “Vi è bisogno di volontà politica chiara. Noi non la vediamo. I dipendenti rischiano di essere i soli colpevoli di una condizione gravissima determinata da altri livelli di responsabilità”. E ancora “la proprietà del Centro Turistico del Gran Sasso sta scientemente determinandone lo spegnimento. Nessuna soluzione praticabile, nessuna ricognizione preventiva sui bisogni delle altre partecipate che continuano ad acquistare dalle agenzie di somministrazione ore lavorate per diversi servizi. Attività che potrebbero essere indirizzate a favorire la ricollocazione temporanea dei lavoratori senza futuro”.

Ieri una nota scritta con la penna intinta nella rabbia, puntando il dito contro il Comune dell’Aquila, e oggi i lavoratori del Centro Turistico del Gran Sasso saranno in sciopero, con il presidio  presso la sede dell’Info Point di Piazza Battaglione Alpini dalle ore 10.

Sono 21 i lavoratori stabili, di cui 8 full time, per i dodici mesi, e i restanti 13 a part time, con vari periodi di servizio. A cui su aggiungono una ventina di stagionali. Posti di lavoro a rischio, con gli stagionali nemmeno contemplati nelle eventuali ipotesi di salvataggio, dopo lo stop della funivia resa necessaria dalla sostituzione delle quattro funi come imposto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), a seguito di ulteriori controlli sollecitati da un esposto al prefetto presentato da un appassionato di montagna, Gianfranco Cocciolone, atto che  poi  è stato inviato al ministero dei trasporti.





Il Comune dell’Aquila e la Ctgs, dopo aver assicurato che la sostituzione delle funi non era urgente, essendo l’infrastruttura del tutto sicura,  ha fatto ricorso al Tar contro la chiusura imposta al 1 maggio, ma i giudici amministrativi l’hanno respinta, dando ragione alla posizione dell’Ansfisa,  e sostenendo che “i dubbi sulla sicurezza permangono, e non possiamo essere certi che la problematica non sia presente lungo la linea”. Ora si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato, a cui il Comune si è appellato, ma intanto sono stati trovati i 4 milioni a valere su avanzi di amministrazione per procedere alla sostituzione delle funi, che potrebbe avere tempi lunghi, compromettendo anche la prossima stagione invernale, visto che circola una ipotesi di tempistica non inferiore ai nove mesi. Il Comune attraverso Ama ha intanto predisposto corse autobus da Fonte Cerreto a Campo Imperatore, che costerà alle casse comunali, fino al 30 settembre, 208mila euro. Servizio comunque a pagamento, 8 euro andata e ritorno nei giorni feriali, 9 euro i festivi, con 4 corse giornaliere dal lunedì al venerdì, 6 corse sabato e domenica.

Inevitabili le feroci polemiche politiche, non solo da parte dell’opposizione di centro-sinistra e dei sindacati, che chiedono le dimissioni immediate dell’amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso, Dino Pignatelli, ma anche di Forza Italia per voce del vicesegretario provinciale Giorgio De Matteis che accusa il sindaco Pierluigi Biondi e l’assessore competente Paola Giuliani, di “carenza di lucidità e strategia politico amministrativa”.

Pignatelli, in un report consegnato al Comune, ha calcolato il rapporto costo e ricavi senza funivia, da inizio maggio a fine anno, che registrerà a seconda delle ipotesi,  un passivo di 306.000 euro o 450.654 euro. Tanto che Pignatelli parla esplicitamente di una necessaria, e si teme drastica, “razionalizzazione dei costi aziendali”, senza il “corrispettivo” da parte del Comune, ovvero senza i 920mila euro  per la gestione in house providing del servizio di trasporto pubblico della funivia che però, questo il problema, verrà a mancare in buona parte, dal primo maggio a i prossimi mesi.





ne praticabile proposta nell’incontro tenuto oggi presso la sede aziendale alla presenza degli assessori competenti e dell’amministratore unico del CTGS – viene spiegato – Nessuna ricognizione preventiva sui bisogni delle altre partecipate che continuano ad acquistare dalle agenzie di somministrazione ore lavorate per diversi servizi. Attività che potrebbero essere indirizzate a favorire la ricollocazione temporanea dei lavoratori senza futuro”.

Si legge ancora nella nota dei lavoratori: “la certezza della sospensione del pubblico esercizio esercitato attraverso la Funivia del Gran Sasso era acquisita da tempo. Era necessario attivare un tavolo di concertazione tra le aziende partecipate, la Proprietà e le parti sociali al fine di immaginare soluzioni percorribili e atte a sostenere l’occupazione ed i salari. Colpevolmente non lo si è praticato. Nessuno impedisce di farlo ora”.

“Vi è bisogno di volontà politica chiara. Noi non la vediamo. I dipendenti rischiano di essere i soli colpevoli di una condizione gravissima determinata da altri livelli di responsabilità. Consapevoli dell’ importanza della mobilitazione da intraprendere, ci riserveremo di comunicare ulteriori forme di lotta”, conclude la nota.

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