L’AQUILA – La stagione senza neve anche in Abruzzo, e poco o nulla sono servite le nevicate di questi ultimi giorni per risollevare la stagione, ha portato alla ribalta il tema del presente e futuro degli impianti sciistici, che rappresentano ad oggi un volano imprescindibile per tutto il turismo della montagna. Le perdite economiche, con le poche settimane in cui è possibile frequentare le piste, hanno raggiunto picchi del 70% e già gli operatori si stanno attivando per chiedere ristori, e cresce la pressione per finalizzare gli investimenti per realizzare sistemi di innevamento artificiale per quegli impianti che ora sono sprovvisti, o potenziare gli impianti.
La speranza è che però non si ecceda in accanimento terapeutico, visto che tutti gli indicatori attestano una aumento delle temperature, e un calo delle precipitazioni nevose nei prossimi anni che inducono a cominciare seriamente a ripensare il turismo della montagna non più incentrato sullo sci, ma su altri sport, nelle quattro stagioni.
A tale proposito utile è lo studio effettuato da Legambiente nel rapporto Neve diversa 2024, in cui sono stati censiti in Italia gli impianti dismessi e abbandonati, realizzati decine di anni fa, ed ora scheletri arrugginiti, in Italia ben 260 a fronte dei 249 censiti nel 2023. E in Abruzzo ad esempio iconici sono gli impianti di sotto il comprensorio di Campo imperatore, a deturpare da decenni un paesaggio fiabesco e incontaminato, o anche il comprensorio di Tagliacozzo chiuso dopo i periodi ‘doro degli anni 60
O impianti temporaneamente chiusi, 177 con una crescita di 39 unità, mentre quelli aperti a singhiozzo sono saliti da 84 a 93.
E in questa categoria spiccano ad esempio gli impianti di Prati di Tivo, nel versante teramano del Gran Sasso che da sei anni sono rimasti chiusi, anche quest’anno, nonostante a dicembre erano gli unici con la neve naturale in Abruzzo. Titolare, oltre alla cabinovia, degli gli impianti di risalita delle piste da sci, è la società Gran Sasso teramano (Gst), partecipata dalla Provincia di Teramo e dalla Camera di Commercio Gran Sasso, ora però in liquidazione. La cabinovia è stata affidata nel ruolo di custode giudiziario e gestore, all’imprenditore di San Benedetto del Tronto Marco Finori che con un ricorso al Tar fatto per l’esclusione dalla gara di affidamento, ha determinato il sequestro dell’impianto. Ed ora si temono tempi lunghi per uscire dal tunnel giudiziario.
E c’è anche il caso, esploso nelle passate settimane, della stazione sciistica di Vallefura, chiusa da oltre due anni, e per la quale c’è ora una diffida dell’associazione Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà’, che intima il Comune a revocare, con effetto immediato, la concessione per la gestione, rilasciata a una società privata, in quanto l’impianto è rimasto chiuso anche nei periodi pur brevi di innevamento, ed è pertanto necessario “revocare immediatamente la concessione ed indire un nuovo bando per l’assegnazione dell’area, coinvolgendo, nell’interesse di tutti, nuove cordate d’imprenditori che possano garantire l’apertura, in presenza di neve naturale, nell’attesa che vengano approvati i finanziamenti per la realizzazione di un bacino di accumulo e innevamento artificiale”.
Incognite anche per Campo Imperatore sul Gran Sasso aquilano, dove a fine aprile scatterà lo stop alla funivia, per i lavori di sostituzione delle funi, e con grandi incognite, denunciate dai sindacati per i lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso, società del comune dell’Aquila che gestisce gli impianti.
Ecco dunque seguire dunque la via crucis lungo gli impianti dismessi in Abruzzo, con le schede elaborate da Legambiente.
IMPIANTI DISMESSI
Comprensorio Campo Nevada
L’Aquila – quota 1900 metri sul livello del mare
“Il complesso alberghiero di Fossa di Paganica (all’epoca chiamato “Campo Nevada“) è stato costruito al termine degli anni ’60. La costruzione di circa 30.000 mq era inserita all’interno di un progetto più ampio, per la fornitura di servizi per 2 impianti di risalita che giungono sulla cima della vetta di Montecristo. Il progetto all’epoca fu bloccato dalle istituzioni locali e dall’ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per l’eccessivo impatto ambientale. Successivamente si decise per la demolizione che risultò ancora più complessa e controversa e per questo i ruderi del complesso di Fossa Paganica sono ancora lì. Dopo 50 anni la struttura è pericolante e durante la stagione estiva funge da riparo per gli animali al pascolo. Esiste un progetto di riqualifica del 2015 che però non è mai stato attuato”.
Impianti di Montecristo
L’Aquila – quota 1900 m s.l.m.
Vicino alla più celebre Campo Imperatore, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, sulla conca di Monte Cristo sono presenti quattro skilift, ormai dismessi. Esiste un progetto per il ripristino dell’area e il collegamento a Campo Imperatore. Il collegamento
prevede la realizzazione di una nuova cabinovia, una seggiovia che andrà dalla cima del Monte Cristo all’altro versante (1900 – 1600 m s.l.m.) lunga 1000 metri ed una telecabina di
collegamento da Fossa di Paganica a Scindarella (1700 – 2200 m s.l.m.) lunga 1600 metri. Quindi si tratta di tre nuovi impianti di cui uno principalmente di arroccamento e poi uno sciabile da 1450 a 2200 m s.l.m. collegato alle piste attuali di Campo Imperatore.
Marsia di Tagliacozzo
Comune Tagliacozzo (L’Aquila) – quota da 1450 a 1.740 m s.l.m.
Marsia è un piccolo comprensorio turistico-residenziale che sorge alle pendici del Monte Midia. Grazie alla sua vicinanza a Roma, Marsia si è sviluppata a partire dagli anni sessanta come luogo di villeggiatura in cui praticare sport invernali, specie sci di fondo e alpino. Nel corso degli anni il luogo ha perso l’iniziale spinta propulsiva, ritrovandosi dopo appena due decenni in uno stato di semi abbandono, causato anche dai conflitti tra il consorzio che gestiva il centro e il Comune. Le numerose abitazioni sono oggigiorno in parte abbandonate così come gli impianti sciistici di risalita, oggi chiusi. A partire dal 2009 il Comune ha promosso la costituzione del “Consorzio Stradale Permanente di Marsia” nel tentativo di porre le basi per un rilancio della località.
Impianti Campo di Giove e Palena
Campo di Giove e Palena (L’Aquila) – quota 1.675 – 2324 m s.l.m.
“I due skilift Serra Carracina e Tavola Rotonda del comprensorio di Campo di Giove sono dismessi e si trovano ancora in piedi con i piloni e le stazioni di arrivo e partenza. Più a bassa quota, a 1.174 metri, c’è poi la seggiovia Palena-Guado di Coccia, chiusa da anni, e sono presenti le stazioni di arrivo e partenza e l’intera struttura dell’impianto. Nel 2011 il sindaco sollecitò invano la società che prese in gestione Campo di Giove-Majella occidentale di occuparsi anche di questo impianto. Tuttavia, negli anni seguenti sono comunque stati fatti investimenti come la sostituzione della fune portante (125mila euro) e la costruzione di due paravalanghe in calcestruzzo armato. Il loro costo fu di 150mila euro ottenuti da fondi Cipe”
Impianti Valle del Sole
Comune Pizzoferrato (Chieti) – quota 1,361 1438 m s.l.m
“Dell’impianto dismesso sono ancora presenti le stazioni di arrivo e di partenza con tutti i piloni”.
Impianto Pescocostanzo
Pescocostanzo (L’Aquila), quota 1451 – 1569 m s.l.m.
“L’impianto di risalita presenta ancora tutti i piloni rossi. In via Belvedere degli Sciatori, probabilmente serviva una pista a sé stante, rispetto all’attuale impianto in funzione di Pescocostanzo”.
IMPIANTI TEMPORANEAMENTE CHIUSI E “A SINGHIOZZO”
Prato Selva
Fano Adriano (Teramo) quota 1373 – 1775 m s.l.m.
“Gli impianti hanno chiuso a partire dalla stagione invernale 2013 e sono stati successivamente riaperti nel 2015 per poi essere richiusi definitivamente l’anno seguente. La chiusura è stata dovuta a combinazione danni da sisma e mancata manutenzione straordinaria. Questo comprensorio, come quello di Prati di Tivo, ha fatto parte del contenzioso in mano alla magistratura”.
Passo San Leonardo
Pacentro (L’Aquila) Quota 1213 1351 m s.l.m.
“La piccola località sciistica disponeva di due skilift che servivano delle piste facili sulle pendici del Monte Morrone e di un tapis roulant. Le piste servite dal nastro trasportatore erano dotate di innevamento programmato”.
Monte Rotondo
Comune Scanno (L’Aquila) – quota 1600 – 1878 m s.l.m.
“Gli impianti risultano fermi dal 2016 a causa della mancanza di un gestore. Dalla stagione successiva, è riuscita a restare attiva solo la biposto di arroccamento con la pista “Pistone” che scende dai 1.615 m s.l.m. di Monte Rotondo fino ai 1250 m s.l.m. della stazione intermedia della seggiovia di arroccamento”.
Prati di Tivo
Comune Pietracamela (Teramo) Quota 1450 m s.l.m. – 2050 m s.l.m
“Sull’impianto c’è stata un’inchiesta giudiziaria legata alle manutenzioni nel 2022. A seguito di verifiche, a metà anno 2023 la cabinovia fu dissequestrata, ma a inizio 2024 risulta chiusa, nonostante il gestore giudiziale avesse ottenuto l’ok con prescrizioni dal CO.RE.NE.VA. (comitato tecnico regionale sulle valanghe) per riaprirla in assetto pedonale”.
Pescasseroli
Pescasseroli (L’Aquila) – quota 1.235 – 1.820 m s.l.m.
“L’impianto di risalti da Pescasseroli chiude a metà febbraio 2024, in mezzo alla stagione sciistica, a causa delle temperature troppo alte e della conseguente mancanza di neve. “La stagione che sta per concludersi si può dire che non è mai iniziata” afferma il gestore dell’impianto. Le temperature anomale non hanno permesso neanche l’innevamento artificiale.
Monti Piselli
Valle Castellana (Teramo) Quota 1333 m s.l.m. – 1676
La località sciistica Monti Piselli ha 9 piste (5 rosse e 4 verdi dei campi scuola). La scarsa neve, nella stagione 23/24, non ha permesso l’apertura delle piste, ma il gestore ha comunque deciso di tenere aperta la seggiovia per godere del paesaggio montano con camminate e del rifugio Tre Caciare a 1446 m s.l.m.
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