L’AQUILA – La Regione Abruzzo avrebbe già destinato 20 milioni per far fronte al a perdita di esercizio di 122 milioni delle quattro Asl abruzzesi, ed altri 20 milioni li potrebbe recuperare annullando la famigerata delibera di fine anno per contrastare la mobilità passiva, che prevedeva il supporto delle cliniche private convenzionate per prestazioni ad alta complessità. Approvata anche con il voto di Mario Quaglieri, anche all0ra assessore al Bilancio, e nello stesso tempo medico chirurgo presso una delle cliniche beneficiare del finanziamento. Motivo per cui il Pd si è rivolto all’Autorità nazionale anti corruzione, prefigurando una potenziale incompatibilità e conflitto di interessi.
Il deficit sanitario abruzzese è stato oggetto di una riunione fiume ieri a Roma tra i tecnici della Regione, con in testa il direttore del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Claudio D’Amario, e i referenti del Tavolo di monitoraggio interministeriale, ovvero i dirigenti del Ministro della Salute, e quelli del ministero delle Finanze, che vigilano suo conti della sanità abruzzese, e si è parlato proprio delle varie ipotesi di manovre correttive, e relativa consistenza.
Come riportato dai conti economici allegati ai bilanci di esercizio al 31 dicembre, risulta che la Asl Avezzano – Sulmona – L’Aquila, ha fatto segnare una perdita d’esercizio pari -46.115.868 euro, la Asl Lanciano-Vasto-Chieti -41.951.118 euro, la Asl di Pescara -26.663.882 euro e la Asl di Teramo -7.749.991 euro. In totale una perdita di esercizio di 122.480.858 euro.
A pesare in particolare l’esplosione dei costi per le medicine con un incremento di 40 milioni rispetto all’anno precedente e che ha sfondati 400 milioni. La mobilità passiva vale poi 186 milioni.
Senza misure per il riequilibrio dei conti, da presentare entro il 31 maggio, la legge 311 del 2004 prevede una diffida, con la nomina del presidente, Marco Marsilio, a commissario ad acta, che dovrà trovare il modo di riequilibrare i conti entro un mese, e se ciò non sarà, scatterà l’innalzamento automatico delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale Irpef ai livelli massimi, nonché e il divieto di effettuare spese non obbligatorie. Ovvero di fatto al regime commissariale, da cui dopo anni di lacrime e sangue l’Abruzzo era uscito nel 2016.
Intanto ieri è tornato alla carica il presidente della commissione di Vigilanza a palazzo dell’Emiciclo, il teramano Sandro Mariani, consigliere regionale del Pd, il quale ha comunicato di aver chiesto l’audizione del governatore, Marsilio, e dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì. “per riferire circa la precaria situazione economico-finanziaria della gestione sanitaria abruzzese”.
Mariani ha scritto al presidente della V Commissione (Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro) Paolo Gatti, consigliere regionale di Fdi, anche lui di Teramo
Si legge nella richiesta: “Considerato che il Decreto Legislativo 23 giugno 2011 n. 118 recante ‘Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi’, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42′ prevede all’art. 31 che entro il 30 aprile i Direttori Generali delle Asl abruzzesi nonché il Responsabile della gestione sanitaria accentrata della Regione provvedano ad approvare gli schemi di bilancio consuntivo riferiti all’anno precedente, al fine della successiva approvazione del bilancio consolidato della gestione sanitaria della Regione, e che l’eventuale disavanzo registrato obbligherebbe la Regione ad adottare idonee misure di copertura; considerato che le aziende sanitarie abruzzesi hanno registrato perdite di esercizio per complessivi 122.480.858,93 euro vogliamo sapere dall’assessore Verì quali azioni la Regione intenda intraprendere al fine di procedere all’approvazione del bilancio consolidato della gestione sanitaria della Regione Abruzzo – spiega Mariani – Qualora le risposte dell’assessore alla Salute non dovessero convincerci siamo pronti a chiedere le sue immediate dimissioni dopo cinque anni a dir poco ‘balbettanti’ nella gestione della sanità regionale”.
Il disavanzo, afferma Mariani, riporta “numeri importanti e che suscitano grandi perplessità considerato che, in caso di disavanzo, la Regione dovrà programmare adeguate misure a copertura dello stesso che avrebbero sicura rilevanza sul bilancio 2024 della Regione Abruzzo e immediate ripercussioni sui già precari servizi offerti ai cittadini Dopo cinque anni di ‘malagestione’ della sanità abruzzese a firma della confermata Nicoletta Verì non vorremmo che i nodi stiano venendo purtroppo al pettine e che l’Abruzzo rischi un nuovo commissariamento della sua sanità che gli abruzzesi pagherebbero sulla loro pelle. É ora che Marsilio e i suoi, smaltita la ‘sbornia’ dei festeggiamenti per la loro riconferma, inizino seriamente a lavorare per ridare dignità ed un futuro alla sanità abruzzese per troppi anni ostaggio dei personalismi di pochi” conclude Mariani.
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