PESCARA – Lotta all’uso improprio di farmaci, a cominciare dagli antibiotici. Tagli del personale interinale ed esterno, e delle consulenze, razionalizzazione dei costi del blocco operatorio e dell’attività ambulatoriale, e dei vari servizi a cominciare dalla guardiania e dalle pulizie. “Nessuna possibilità”, invece, di comprimere la spesa a favore delle cliniche private convenzionate, che anzi aumenterà di oltre 7,5 milioni.
Anche per la Asl di Pescara è arrivato il tempo dei tagli, con l’obiettivo, imposto dalla Regione Abruzzo, di risparmiare entro l’anno 5 milioni di euro, per contenere a fine 2024 il deficit a “solo” 12,8 milioni di euro, nella consapevolezza che senza alcuna contromisura lo stesso schizzerebbe a 17,3 milioni di euro circa.
I numeri e le ricette di risanamento sono snocciolati dal report, venuto in possesso di questa testata, a firma di Vero Michitelli, manager in carica da agosto 2023.
Si completa dunque il quadro dei piani di rientro che le quattro Asl abruzzesi hanno consegnato nelle scorse settimane alla Regione.
Ricordando le tre precedenti puntate che questa testata ha dedicato allo scottante argomento, e facendo la sintesi complessiva, risulta dunque che la Asl provinciale aquilana ha dichiarato di dover risparmiare quasi 39 milioni di euro per contenere il disavanzo di fine anno a 26,8 milioni, la Asl provinciale di Chieti ha varato un piano di rientro da 20,3 milioni di euro, in modo tale da contenere i danni a 34,5 milioni. La manovra correttiva della Asl provinciale di Teramo ammonta invece a 20,1 milioni, per contenere il deficit a 32,8 milioni.
Compresi i numeri della Asl di Pescara dunque, le quattro Asl dovranno tagliare e razionalizzare in pochi mesi i costi per 84,1 milioni di euro, per contenere il deficit complessivo a “soli” 107 milioni di euro circa.
Senza nessuna contromisura, hanno calcolato gli stessi manager nei loro documenti, il deficit arriverebbe alla cifra monstre di 178 milioni di euro.
Un salasso superiore ai 122 milioni registrati nel 2023, con la Asl di Teramo a meno 7,7 milioni, la Asl aquilana a meno 46,1 milioni, la Asl chietina a meno 41,9 milioni e la Asl di Pescara a meno 26,6 milioni di euro.
Emergenza emersa solo dopo elezioni regionali di marzo, che hanno riconfermato il centrodestra di Marco Marsilio, che ha richiamato in giunta, con la stessa delega alla Salute, Nicoletta Verì, ex leghista non rieletta nel collegio di Pescara con la lista del presidente.
Situazione che ha imposto una maxi manovra correttiva in consiglio regionale di 68,5 milioni di euro attingendo anche dal Tfr dei dipendenti, dagli incassi delle tasse regionali, e dai fondi accantonati per i contenziosi giudiziari. Attingendo per l’altra metà del buco da coprire dalla cassa comune della sanità, ovvero dal fondo della Gestione sanitaria accentrata (Gsa).
Michitelli, a meno di un anno dall’insediamento, si trova dunque, come i suoi colleghi delle altre Asl, a far fronte ad una situazione non facile, ereditata in questo caso dalla gestione del precedente dg, Vincenzo Ciamponi, che ha deciso di andare altrove a luglio 2023, anche a causa anche del suo coinvolgimento nell’ambito dell’inchiesta su presunte regalie e tangenti intorno agli appalti dell’azienda sanitaria sulle residenze psichiatriche ospedaliere. Accuse da cui Ciamponi è stato però assolto il mese scorso con formula piena.
E anche Michitelli ha qualche rimostranza da mettere nero su bianco, prima di entrare nel merito del piano di rientro, come avvenuto nei documenti presentati dai dg della Asl aquilana Ferdinando Romano che ha evidenziato l’insufficiente finanziamento da parte della Regione Abruzzo, che non tiene conto della vastità del territorio da coprire, ben superiore a quello delle altre tre Asl, con un costo pro capite più alto, per garantire i servizi sanitari. E da Maurizio Di Giosia, dg della Asl di Teramo, che ha evidenziato che attingendo alla cassa comune del fondo della Gestione sanitaria accentrata (Gsa). per ripianare il debito per i citati 60 milioni, alla fine dei conti a risultare penalizzata è stata la sua azienda sanitaria che di debiti ne aveva fatti, nel 2023 solo per 7 milioni.
Michitelli invece in un passaggio del documento in cui si riportano le tabelle della mobilità intraregionale, si evidenzia che nel 2023 sono stati 12mila gli arrivi negli ospedali del pescarese dalle altre tre Asl e rispettive province.
Un saldo attivo che nasce dalla necessità di aver dovuto “prendere in carico una quota di domanda di assistiti regionali rimasta orfana di una sufficiente offerta da parte dell’Azienda Sanitaria territorialmente competente”.
E questo per la Asl pescarese comporta “non trascurabili criticità di natura organizzativo-gestionale in ordine all’utilizzo delle risorse umane”.
Ovvero “il deficit di offerta da parte di alcune delle Aziende Sanitarie regionali e la corrispondente maggiore presa in carico da parte delle altre sono condizioni che possono determinare una paradossale sperequazione tra volumi di utilizzo di risorse umane sottodimensionati rispetto all’effettiva consistenza della dotazione organica arruolata e volumi di impiego”.
E il problema non riguarda solo lo stress organizzativo relativo al personale non sufficiente, ma anche il conto economico, in quanto si producono ulteriori costi di gestione, che non vengono coperti del tutto dalle compensazioni che arrivano dalle altre Asl abruzzesi. E si fa l’esempio dei costi delle prestazioni di diagnostica strumentale di alto impatto tecnologico, dei ricoveri in quanto tali, al consumo di farmaci, in particolare quelli di alta fascia di costo. Ad avvantaggiarsi sono invece proprio le altre tre Asl, che beneficiano “di un minore costo derivante dalla circostanza di non avere eseguito la prestazione/ricovero”.
Questa dunque la conclusione con una nota di polemica: “quanto appena considerato suggerisce una riflessione in ordine alla possibilità che un cronico ricorso ovvero un approccio ‘strategico’ alla Mobilità Sanitaria assecondino atteggiamenti opportunistici tali da turbare e distorcere la valenza etica e la lealtà di un equilibrato sistema di offerta”. Come a dire le altre As, scaricano di fatto costi e utenti alla Asl pescarese.
Veniamo dunque al piano di risanamento, riassunto per capitoli e senza entrare nelle tecnicalità contabili.
Per cominciare 500.000 euro si intende risparmiarli con la costante verifica della appropriatezza della prescrizione di specifiche tipologie di farmaci, in particolare gli antibiotici, e con l’utilizzo di farmaci biologici biosimilari e meno costosi.
Altro capitolo riguarda la razionalizzazione del personale non dipendente ovvero i collaboratori di interinali. Nel documento non si entra nel dettaglio, e si cita solo un calcolo del fabbisogno già effettuato e un risparmio previsto per altri 500 mila euro.
Mentre un milione e mezzo di risparmi si avranno assicura Michitelli con l’ottimizzazione del blocco operatorio e dei DM specialistici, mantenendo il livello delle scorte alla soglia minima, con periodiche ispezioni di reparto e un approvvigionamento mirato al corrispondente dell’attività assistenziale e degli interventi chirurgici.
Un altro milione arriva dalla razionalizzazione delle prestazioni di laboratorio da parte delle Unità operative, e con la verifica della presenza di eventuali duplicazioni di offerta all’interno dello stesso presidio ospedaliero.
Ancora un altro milione e mezzo sarà risparmiato nei servizi non sanitari ovvero nel servizio di pulizie, della gestione del calore, della sterilizzazione dei ferri chirurgici, con il progressivo incremento dei prezzi unitari da
Nello specifico un taglio subirà il servizio di guardiania e ben un milione riguarderà le consulenze.
Infine un passaggio da sottolineare è quello relativo alle prestazioni del privato convenzionato, che nella provincia di Pescara hanno un peso molto importante.
Il conto del 2024, si legge una tabella, tra degenza ospedaliera, attività ambulatoriale riabilitazione extra ospedaliera, ed altre prestazioni, ammonta complessivamente a 158,4 milioni di euro.
E in particolare la voce “altre prestazioni” da privato avrà un incremento di costi di 7,5 milioni di euro, rispetto al conto economico preventivato per il 2024 in particolare per i trasporti sanitari, l’assistenza integrativa e protesica, l’assistenza psichiatrica residenziale la distribuzione di farmaci.
E si dice chiaramente che i costi in questo caso, sono difficilmente comprimibili nella loro consistenza, e dunque non sono previste manovre correttive.
Si cita poi la razionalizzazione della degenza media e dell’assistenza ospedaliera, ma non si forniscono cifre di eventuali risparmi.
Le azioni prevedono comunque una riduzione dei tempi di refertazione degli esami di laboratorio per accelerare le dimissioni dall’ospedale, l’attivazione di 20 posti letto di lungodegenza con minori impegni assistenziali per pazienti stabilizzati ma ancora bisognosi di cure, l’attivazione di 8 posti letto di medicina d’urgenza presso l’ospedale di Pescara con la funzione di filtro e presa in carico di pazienti che congestionerebbe ulteriormente i ricoveri di area medica.
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