L’AQUILA – La norma per il ripianamento del deficit sanitario nel 2023 della Regione Abruzzo prodotto dalle quattro Asl, approvata in serata dal Consiglio regionale, ha portato ad una stretta nei confronti dei direttori generali il cui operato da ora sarà controllato dal Consiglio regionale, come annunciato dal presidente Lorenzo Sospiri, in una nota inviata ieri sera: su questo inasprimento di controlli, il Consiglio, che vuole avere un ruolo di primo piano, all’unanimità ha bocciato la Giunta regionale e più precisamente l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì che aveva chiesto di modificare in parere vincolante “il parere obbligatorio” inserito nell’emendamento che introduce l’obbligo delle singole Asl a predisporre piani di razionalizzazione delle risorse.
È stato il presidente dlla commissione Salute, Paolo Gatti, di FdI, a confermare l’ obbligatorietà poi votata dall’Aula. Il mancato adempimento può portare anche alla nomina di un commissario ad acta.
La legge stabilisce infatti l’obbligo, da parte delle singole Aziende sanitarie locali, di predisporre piani di razionalizzazione delle risorse disponibili al fine di garantire l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità dei servizi sanitari offerti.
I piani dovranno essere trasmessi al Dipartimento Salute della Regione Abruzzo entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge. In caso di mancata approvazione del piano da parte del Dipartimento, la Asl dovrà apportare le modifiche richieste e ripresentarlo entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito negativo dell’istruttoria. I piani devono altresì essere trasmessi alle Commissioni I e V del Consiglio regionale, che previa illustrazione dei contenuti e della sostenibilità da parte del Dipartimento Salute, esprimono parere obbligatorio e vincolante, entro i 15 giorni successivi, ai fini dell’approvazione da parte della Giunta.
L’Aula, inoltre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, condiviso da tutti i Gruppi, che in riferimento all’articolo 2 della legge, recita: “Il Consiglio regionale ritiene che in caso di mancata approvazione di un piano di razionalizzazione di una Asl, questa è tenuta a ripresentarlo entro 15 giorni dalla comunicazione del diniego. In caso di mancata trasmissione delle modifiche, il Dipartimento provvederà a diffidare il Direttore inadempiente affinché proceda entro 10 giorni.
Qualora il Direttore generale non provveda, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Salute, potrà disporre la nomina di un Commissario ad acta, sentite le Commissioni I e V del Consiglio regionale”.
“Ricopriamo questo deficit senza interventi lacrime e sangue, senza aumentare le tasse, senza tagliare servizi sensibili, con la prospettiva che non appena nei prossimi mesi arriverà l’approvazione dell’assestamento di bilancio, l’accertamento delle maggiori entrate, pareggeremo questo punto. Dobbiamo mettere in evidenza che non è mai esistita una spesa fuori controllo, una sanità in profondo rosso. In cinque anni noi abbiamo ricevuto dallo Stato oltre 13.500 milioni di euro per gestire la sanità pubblica, ne avremo spesi 13.560 meno dello 0,5% in più”, le parole del presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, di FdI, intervenendo nel corso della seduta.
Marsilio si è reso protagonista di una difesa d’ufficio a tutto campo: “E’ un onore e un privilegio per il presidente, l’assessore, il direttore del Dipartimento e gli altri dirigenti, aver prodotto questo piccolo deficit in un periodo nel quale tra l’altro abbiamo fatto i conti con la pandemia e con l’inflazione al 10 per cento – ha proseguito -. E poi Il bilancio del 2023 della sanità appartiene alla programmazione del governo Conte e Draghi che davano al comparto venti miliardi in meno di quanto fatto dal governo Meloni, l’unico che ha aumentato il budget del fondo sanitario nazionale passato dai 117 miliardi a 138. Lo sforamento è generato anche dall’assicurazione e dal miglioramento dei servizi sanitari: noi non abbiamo tagliato servizi ma migliorato l’offerta anche con l’acquisto di apparecchiature all’avanguardia: è moto facile gettare via i direttori generali. Dovrebbe essere fatto con tutti”.
“Credo – ha spiegato ancora – che aver tenuto aperti tutti i presidi, avere comprato attrezzature diagnostiche nuove e moderne, aver quindi garantito la sanità diffusa in tutta la regione e assunto migliaia di persone, coprendo tante carenze che c’erano nelle Asl abruzzesi vale aver avuto un piccolo prezzo da pagare, spostare il bilancio di mezzo punto. È stato più importante che chiudere i presidi e mantenere il precariato dentro gli ospedali”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, a margine della seduta odierna
Il presidente, che ha annunciato 80 milioni in più dal fondo sanitario nazionale per quest’anno, ha reso noto di aver avviato un approfondimento della Asl unica “sulla quale colloquiare anche con le opposizioni” e un piano di rafforzamento del personale della centrale di committenza Areacom “che sta facendo appalti per miliardi di euro e che è lo strimento per razionalizzare le spese”.
E infine sulla bocciatura del collegio dei revisori dei conti sulla delibera di Giunta: “Hanno espresso un parere che il nostro servizio bilancio ha fortemente controdedotto. Ritengono questo parere sbagliato nel merito anche perché l’obiezione che viene avanzata, rispetto alla mancanza di un atto,non evidenzia che questo atto deve essere approvato dalla giunta subito dopo l’approvazione della legge stessa. Faremo la giunta per approvare questa variazione di bilancio subito dopo la conclusione del consiglio”.
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