DESERTIFICAZIONE: ANCHE IL VERDE ABRUZZO E’ A RISCHIO, SEMPRE MENO PIOGGIA E PIU’ DISTRUTTIVA

LA PREOCCUPANTE MAPPA DELL'OSSERVATORIO EUROPEO SICCITA', UN TERZO DEL TERRITORIO INTERESSATO DAL CALO PROGRESSIVO DELLA PIOVOSITA' E DELLE SCORTE IDRICHE

20 Giugno 2021 08:47

Regione - Cronaca

PESCARA –  L’Abruzzo visto dall’alto non è verde, ma con ampie macchie dal giallo all’arancione, in particolare nel teramano e nell’entroterra pescarese e chietino. A significare il rischio desertificazione. Fenomeno da cui una regione ricca di acqua, foreste e montagne sembrava essere immune.

Lo attesta la mappa elaborata  dall’ Osservatorio europeo sulla siccità (Edo), che non fa che confermare un recente studio del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) secondo il quale in Abruzzo le aree a rischio sono tra il 30 e il 50%, stesso range di Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, e Campania, mentre  in Sicilia si arriva al 70%, in Puglia il 57%, nel Molise il 58%, in Basilicata il 55%.

Ad essere presa in considerazione da Edo tre indicatori di siccità: il confronto tra le precipitazioni attuali e quelle degli anni passati nello stesso periodo, l’anomalia di umidità del suolo e  l’impatto della siccità sulla vegetazione.

Altre aree giallo arancioni nella mappa dell’Edo, il vicino Molise, il Piemonte, la costa romagnola, territori sparsi di Toscana ed Umbria, e financo Val d’Aosta e dell’Alto Adige.

Un problema quello della siccità che del resto ha cominciato a farsi sentire in Abruzzo negli ultimi anni. E non a caso la Regione Abruzzo, su iniziativa dell’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente, ha posto come priorità la riforma dei consorzi di bonifica, gli enti che devono garantire l’ottimale irrigazione dei campi agricoli, al fine di incrementarne l’efficienza, in molti casi nel precedente assetto ha lasciato a desiderare.





Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters indica che negli ultimi 50 anni, la gravità delle perdite di raccolto in Europa, a causa della siccità è triplicata, riducendo i raccolti di cereali europei in media del 7,3%.

Effetti nefasti per l’agricoltura sono confermati dal Report Meteorologico sulla sezione agro-metereologia del sito della Regione Abruzzo, in particolare sulla Marsica, uno dei grandi poli del settore primario in Abruzzo. Dopo la grande siccità del 2017, l’analisi dell’andamento meteorologico, sulla base dei dati termo-pluviometrici, fa emergere un preoccupante calo dal 2018 al 2020 di diverse decine di millimetri di pioggia. Solo nel mese di dicembre 2020, 30,4 mm rispetto ai 53 mm nel dicembre del 2019.

Un problema che questa estate rischia di assumerne i  contorni dell’emergenza, visto che il Belpaese potrebbe essere interessato da un caldo record, a cominciare dalla prossima settimana con punte anche di 40 gradi, sopra le medie stagionali.

La mappa dell’Edo conferma anche le analisi dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi).

“La quantità di pioggia è sempre la stessa, il problema è che piove male – si legge in  ua nota di maggio – Le precipitazioni, in termini di volumi d’acqua, sono nella media, ma si concentrano in pochi eventi di forte entità e che interrompono periodi siccitosi talvolta molto lunghi.”

Ne sono esempio gli apporti meteorici di aprile di quest’anno (cm. 95), attestati perfettamente sulla media storica (1994-2020) del mese, ma concentrati  tra i giorni 11 e 13 ed  a fine mese, mentre nulla  o quasi, si è registrato nel resto dei giorni.

Non siamo se questo può consolare, gli unici in Europa ad avere questo problema. Colpiti dal processo di desertificazione 13 Stati dell’Ue: oltre all’Italia, Bulgaria, Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.





“Queste nuove osservazioni segnalano con forza due elementi:  il fenomeno della siccità è ormai un problema europeo, intaccando anche le zone centrali del Continente; è urgente l’avvio di un piano Invasi medio-piccoli ad iniziare dalle zone, dove più evidente è il deficit idrico, perché più si aspetta più sarà difficile invertire la tendenza verso l’inaridimento del suolo”, spiega  il presidente nazionale  Francesco Vincenzi.

La situazione più preoccupante resta comunque quella della Sicilia, i cui bacini stanno registrando un volume complessivo  pari a  498,99 milioni di metri cubi, cioè il 50,66% della capacità totale, confermando il trend decrescente del decennio. Dati lontani per fortuna, almeno per il momento, da quelli abruzzesi, dove le riduzioni di portata dei bacini sono contenute.

“A fronte di questi dati – conclude Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – si conferma l’obbiettivo ventennale dei 2000 laghetti multifunzionali da Nord a Sud della Penisola, e poi la necessità di finanziare, attraverso il Piano di Ripresa e Resilienza, i 139 progetti definitivi ed esecutivi, interessanti altrettanti bacini da realizzare, completare o bisognosi di manutenzione straordinaria, ricompresi nel Piano ANBI di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese.”

 

 

 

 

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