L’AQUILA – È cominciata la corsa per il posto, di grande prestigio, di direttore del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, con l’interpello pubblicato il 12 settembre, e che scadrà alla mezzanotte il 23 settembre. Un bando ‘anomalo’ rispetto a quelli che di solito vengono fatti, perché riservato esclusivamente ai dirigenti già di ruolo della giunta regionale.
Questo dopo il benservito al 66enne pescarese Claudio D’Amario, sancito proprio dalla pubblicazione del bando, al posto di una riconferma, che poteva essere possibile, da parte del presidente della Regione, Marco Marsilio, di FdI, e l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, ex Lega, non eletta nella Lista del presidente il 1o marzo e riconfermata però come esterna alla stessa delega. Oggi suo malgrado in prima fila nella difficile sfida dell’abbattimento del deficit delle quattro Asl, costrette ad adottare entro dicembre a non facili piani di rientro, per contenerlo a dicembre a “soli” 128 milioni di euro, con la spada di Damocle, del ritorno al commissariamento governativo della sanità abruzzese.
E già si è scatenato il totonomi del successore di D’Amario, alla giuda di un dipartimento che controlla circa il 90% del budget regionale, quando ancora non arrivano tutte le domande all’interpello, di cui è stata nominata responsabile del procedimento la dirigente Dania Aniceti. In pole ci sarebbero pezzi da novanta della burocrazia regionale, come Emanuela Grimaldi, Ebron D’Aristotele, Camillo Odio, e si da per possibile un ritorno in Abruzzo per Fabrizio Bernardini. E in corsa ci sono dunque molti di coloro che già avevano partecipato al bando per il direttore generale della Regione, poi vinto da Antonio Sorgi.
D’Amario, personaggio di respiro nazionale, ex direttore generale della Asl di Pescara, e della Prevenzione del Ministero della Salute nel drammatico momento della pandemia, ha però già deciso di lasciare anzitempo l’incarico che ha detenuto in questi quattro anni, il prossimo 23 settembre, anche se il suo contratto scade a maggio 2026, e con l’autorizzazione a restare nella Pubblica Amministrazione fino all’età di 70 anni.
Fatale il conflitto con Marsilio e Verì, sulle strategie per far fronte al deficit, e molti altri aspetti tecnici e di governance, che ha indotto D’Amario, in comando dalla Asl di Teramo, già dimessosi dal ruolo di primario medico di Patologia Clinica dell’azienda sanitaria, a godersi la meritata pensione, dopo 44 anni di onorato servizio, e dopo aver maturato il massimo dell’anzianità contributiva e di servizio.
La sostituzione di D’Amario, rientra dunque nella partita dello spoils system, che dopo mesi di impasse, andrà chiusa entro il prossimo 7 ottobre, sei mesi dopo l’insediamento del Marsilio bis.
Le domando vanno presentate con un modulo on line, entro la mezzanotte del 23 settembre, nella sezione dedicata dell0 Sportello digitale della Regione Abruzzo.
Tre i nomi che vanno già per la maggiore: Ebron D’Aristotile, dirigente di lungo corso della Regione, oggi nello stesso dipartimento Sanità, al servizio Programmazione economico finanziaria, il vice di D’Amario, che sarebbe dunque una scelta di continuità. Emanuela Grimaldi, direttore del Dipartimento di presidenza della Regione Abruzzo Oppure Camillo Odio, stimato dirigente del servizio Flussi Informativi e Sanità Digitale, del dipartimento Sanità.
Infine, un nome che al momento rappresenta solo una suggestione: Fabrizio Bernardini, attuale direttore generale dell’ufficio del commissario per la ricostruzione del sisma del Centro Italia. Il manager pubblico abruzzese è a comando a Roma quindi mantiene lo status di dirigente della Regione Abruzzo dove è stato capo dipartimento del Bilancio e del Personale. Non si sa quindi se il valente professionista sarebbe disposto a tornare in Abruzzo, per di più a guidare un dipartimento che sarà chiamato a sforzi immani per far fronte al risanamento del buco della sanità.
Una volta che tutti i curriculum dei candidati saranno sul tavolo, la proposta di conferimento dell’incarico al soggetto ritenuto maggiormente idoneo dovrà essere motivata dall’assessore Verì, d’intesa con il presidente Marsilio.
La valutazione delle candidature è svolta sulla base del curriculum e della sintesi descrittiva, tenendo conto
dei seguenti elementi: “rilevanza dell’esperienza maturata nello svolgimento di funzioni e nell’esercizio di attività
coerenti con la specifica professionalità richiesta”, “rilevanza delle competenze e delle conoscenze, riconducibili alla specifica professionalità richiesta, con riferimento alle attività svolte e ai risultati conseguiti in precedenza”, “titoli conseguiti al termine di un percorso di studio post-universitario, attinenti alle professionalità richiesta, rilasciati da istituzioni universitarie”, e infine, “altri titoli curriculari che qualifichino le conoscenze e competenze professionali in relazione all’incarico da ricoprire”.
Sono positivamente valutati, inoltre, la “buona conoscenza degli strumenti informatici e delle banche dati”, e “la “buona conoscenza di una o più lingue ufficiali dell’Unione Europea”.
Lo stipendio base del futuro direttore viene fissato infine a 70.159,50 euro annui, “salvo ulteriori adeguamenti contrattuali”, e non considerando i premi di produzione.
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