L’AQUILA – “Un cittadino straniero presenta una domanda di Ricongiungimento Familiare. A questa domanda, per Legge, la Prefettura dovrebbe rispondere entro 90 giorni dalla presentazione dell’istanza. Ad Aquila, ancora non si risponde a domande presentate nel 2022”. La segnalazione arriva da Luigi Fiammata sindacalista della Cgil che racconta il tortuoso percorso burocratico.
“Io provo a chiedere un incontro in Prefettura per sapere se vi siano problemi riguardanti una istanza presentata a gennaio 2023. Chiamo il centralino, e mi passano l’ufficio apposito; chiedo di poter avere un appuntamento, e mi riferiscono che passano la telefonata al responsabile dell’ufficio. Il telefono squilla, per un tempo infinito, fin quando non smette di squillare, senza risposta. Telefono nuovamente al centralino, rispiego nuovamente la situazione, e vorrei solo chiedere un appuntamento: mi passano un altro ufficio, e di nuovo illustro quello che chiedo; mi dicono che non è quello l’ufficio demandato a rispondermi. Chiedo solo di sapere quando venga ricevuto il pubblico per parlare con qualcuno dello specifico problema”.
“Mi spiegano che, all’ingresso della Prefettura, ci sono affissi dei cartelli con gli orari. Per questa istanza, avevo già parlato, prima delle ferie estive, con la responsabile dell’ufficio, che mi spiegava le difficoltà dell’Ente, a causa di una grave carenza di personale, a far fronte al volume di lavoro, considerando anche che le persone che venivano assunte con contratto a tempo determinato, non sarebbero state richiamate perché erano stati tagliati i finanziamenti. Avevo telefonato anche altre volte; scritto mail con Posta Elettronica Certificata, e telefonato ancora. Perchè, questa persona che chiede di avere con sé la sua famiglia, soffre davvero molto questa separazione forzata. Penso sia umano, essere in difficoltà senza avere con sé la moglie e i figli piccoli. Una persona, che abbia tutto il diritto, per la Legge italiana, di ricongiungersi con la propria famiglia, non può realizzare questa sua fondamentale esigenza umana, questo diritto, garantito da leggi nazionali e convenzioni internazionali, per un motivo molto semplice. Perchè non gliene frega niente a nessuno”.
“La Prefettura, potrebbe essere “messa in mora”, su un piano giuridico legale, per le sue inadempienze, ma i cittadini stranieri coinvolti in questo problema, non lo fanno, anche qui, per un motivo assai semplice. Per paura: paura di ritorsioni; paura che le loro richieste vengano poi bocciate costringendo magari ad aprire contenziosi legali che durano anni. Quello che accade in realtà, è che, agendo sulla burocrazia; sui tecnicismi legislativi e sull’incuria riguardante il corretto funzionamento degli uffici della Pubblica Amministrazione, il diritto, diventa un favore. Una concessione graziosamente elargita al suddito, e non al cittadino”.
- DOMANDE DI RICONGIUNGIMENTO: FIAMMATA (CGIL), “ATTESE INTERMINABILI DA PREFETTURA AQUILANA”L'AQUILA - "Un cittadino straniero presenta una domanda di Ricongiungimento Familiare. A questa domanda, per Legge, la Prefettura dovrebbe rispondere ...