L’AQUILA – Un grande striscione è comparso questa mattina all’alba, ad opera di ignoti, sul castello di Rocca Calascio, in provincia dell’Aquila.
A campeggiare la scritta “Donna, vita libertà – Jin, jiyan, azadi, Dalle nostre montagne, alle vostre montagne”. Lo striscione è stato rimosso dopo poche ore in mattinata.
Con tutta evidenza un atto di solidarietà nei confronti del movimento di liberazione delle donne curde, in Turchia e in Iran, unito appunto sotto lo slogan “Jin, Jiyan, Azadî” che significa “Donna, Vita, Libertà”.
Il movimento di rivolta femminista sta infiammando l’intero l’Iran contro la feroce e oscurantista tirannia quando veniva ammazzata dalla polizia morale della Repubblica islamica Jina Amini.
Una ribellione contro non solo l’obbligo del hijab, ma anche contro “44 anni di apartheid sessuale, patriarcato, dittatura militare, neoliberismo, nazionalismo e teocrazia islamista”.
Un movimento propedeutico alla caduta del regime e a un cambio radicale dei rapporti sociali.
Stando ai dati delle Ong, nei primi tre mesi del movimento sarebbero stati arrestati oltre 18mila manifestanti, migliaia risultano feriti e circa cinquecento uccisi negli scontri o sotto tortura (tra cui una settantina di minori).
Quanto allo slogan adottato, ”Jin, Jiyan, Azadi”, veniva scandito da migliaia di abitanti di Saqqez nel Kurdistan sotto occupazione iraniana, al momento della sepoltura di Jina che le autorità avrebbero voluto si svolgessero in segreto.
Venne poi utilizzato in un’altra città curda, a Sanadaj e successivamente dagli studenti di Teheran. Da allora in poi si è udito distintamente in ogni città e villaggio dell’intero Paese.
Una lotta anche contro la Turchia che porta avanti da decenni violente discriminazioni e attacchi alla popolazione curda solidale e critica dentro i suoi confini, che da novembre sta bombardando i territori dell’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est (nell’ area del Kurdistan siriano più noto come Rojava) e le regioni dell’Iraq nordoccidentale (Kurdistan iracheno, noto come Başûr). I territori del Rojava, dopo essere stati liberati dall’occupazione ISIS, sono stati nuovamente attaccati dall’esercito turco e dalle bande jihadiste sue alleate che ne hanno occupato alcune aree nel 2018 e nel 2019.
Quest’occupazione è tuttora in corso e rappresenta parte delle truppe di terra che Erdogan manovra per controllare e attaccare i territori del Rojava.
Nelle montagne del Kurdistan iracheno, da più di sei mesi, droni e aerei bombardano impiegando armi chimiche di ogni tipo, vietate dalle convenzioni internazionali e dal diritto internazionale.
- “DONNA, VITA, LIBERTA'”, GRANDE STRISCIONE IN SOLIDARIETA’ CURDE SUL CASTELLO DI ROCCA CALASCIOL'AQUILA - Un grande striscione è comparso questa mattina all'alba, ad opera di ignoti, sul castello di Rocca Calascio, in provincia dell'Aquila. ...