ECONOMIA ABRUZZO, DECLINO LUNGO VENTI ANNI, RONCI: “FALLIMENTARE LOGICA PARTICOLARISTICA”

FOCUS SU STUDIO ECONOMISTA: VALORE AGGIUNTO COMPLESSIVO FLETTE DEL 9,6%, DEL 2,8% IN ITALIA. NEI PRIMI NOVE MESI 2021 TIMIDA RIPRESA MA SOTTO LA MEDIA

10 Gennaio 2022 07:32

Regione - Abruzzo, Economia

L’AQUILA – Negli ultimi 20 anni (tra il 2000 e il 2020) il Valore Aggiunto complessivo dell’Abruzzo flette del 9,6% risultato di gran lunga peggiore al decremento del 2,8% Italiano, la flessione è pari al triplo di quella italiana e assegna all’Abruzzo uno spread negativo di ben 6,8 punti percentuali. Segnando un  -5,7   in agricoltura. -4,9 nell’Industria, -4,8  nei Servizi  con un picco nelle costruzioni, che segnano  un  -21,4%

E’ quanto emerge da una analisi dell’economista Aldo Ronci, basata sui numeri del rapporto Swimez.

“I numerosi provvedimenti e le notevoli risorse messe in campo finora dalla Regione Abruzzo non hanno dato i risultati sperati – commenta Ronci -. Per poter avviare un processo di crescita apprezzabile bisogna focalizzare l’attenzione e le energie su due priorità fondamentali, le peculiarità dei territori che compongono la regione, l’esigenza primaria del sistema produttivo regionale”.

E aggiunge: “Se si vogliono evitare provvedimenti occasionali legati alla funesta logica particolaristica praticata da decenni senza risultati apprezzabili, non resta che adottare una metodologia programmatoria che elabori un progetto che attivi uno sviluppo Regionale armonico e che faccia sì che tutti gli interventi e le risorse siano coerenti con quel progetto”.

Questo perché sostiene Ronci, la ripresa del 2021, ha interessato anche l’Abruzzo, ma in misura minore.

In base allo studio, le imprese registrano un incremento dello 0,96% inferiore all’ 1,64% italiano. La crescita non è soddisfacente in quanto la crescita è stata quasi la metà di quella italiana.

Le imprese artigiane flettono dello 0,51%, in controtendenza con il dato italiano che ha registrato un incremento dello 0,67%. Il risultato è deludente e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale. L’export, nei primi 9 mesi 2021,ha registrato un incremento del 13,2%, dato inferiore al 20,1% nazionale che colloca l’Abruzzo al 15° posto della graduatoria nazionale delle regioni italiane mentre nel I trimestre 2021 si era posizionato al 1° posto.

La retrocessione nella graduatoria è dovuto alla pesante flessione subita nel III trimestre 2021 (-11,7% a fronte del +13,2% italiano), causata dal crollo dell’ automotive e dal fatto che l’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto, da attribuirsi per la gran parte alle aziende locali, è cresciuto molto meno di quello italiano (9% contro il 13,9%).

“Il sistema produttivo abruzzese si trova in una situazione di oggettiva difficoltà e tale difficoltà è da imputare soprattutto al fatto che esso è composto per la gran parte da micro e piccole imprese che rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 56% degli occupati. Esse hanno problemi di carattere strutturale e una scarsa propensione all’innovazione. Pertanto, la Regione deve destinare risorse che realizzino  il miglioramento della competitività.





Il Regional innovation index (RII) elaborato dalla Commissione europea, fornisce una valutazione sintetica della capacità innovativa delle singole economie regionali della UE. In base alle elaborazioni contenute nell’ultimo rapporto 2021, il punteggio assegnato all’Abruzzo pone la regione significativamente al di sotto della media dell’Italia. Un punto di particolare debolezza del sistema innovativo regionale è individuato nei minori investimenti in ricerca e sviluppo effettuati dal settore delle imprese Per conseguire l’obiettivo dell’innovazione delle imprese abruzzesi, che hanno bisogno di aiuto per superare i limiti all’interno dei quali sono storicamente costrette, si può istituire un Centro Regionale per l’Innovazione che abbia il compito di: proporre nuovi prodotti e nuovi processi produttivi, fornire gli strumenti conoscitivi necessari, favorire la comunicazione tra imprese, introdurre la condivisione della conoscenza, assicurare sostegno nella definizione di obiettivi realistici e strategie praticabili.

LO STUDIO NEL DETTAGLIO

Lo spread tra il Valore Aggiunto abruzzese e quello italiano è negativo, oltre che per quello totale, anche in tutti i settori economici: Agricoltura  -5,7     punti percentuali, Industria             -4,9     punti percentuali, Costruzioni  -21,4  punti percentuali,  e Servizi    -4,8     punti percentuali Si evidenzia lo spread altissimo registrato nel settore delle Costruzioni,

Il grafico delle variazioni percentuali cumulate del valore aggiunto totale negli ultimi 20 anni mostra come lo spread tra l’Abruzzo e l’Italia ha raggiunto quota 6,8 punti percentuali ed è allarmante il trend che mostra come esso tenda ad aumentare.

La flessione subita dal V. A. totale, negli ultimi 20 anni, è del 9,6% e pone l’Abruzzo al 13° posto della graduatoria nazionale.

Il grafico delle variazioni percentuali cumulate del V. A. nelle Costruzioni negli ultimi 20 anni evidenzia come lo spread tra l’Abruzzo e l’Italia dal 2017 ha raggiunto quota 21,4 punti percentuali e continua ad aumentare. La flessione del V. A. nelle costruzioni in Abruzzo (-43,9%) è altissima ed è doppia rispetto a quella italiana (-22,5%).

Il raffronto tra la distribuzione del V. A. tra i settori economici evidenzia che in Abruzzo il settore dell’Industria rappresenta il 20% del totale ed ha lo stesso peso che in Italia (20%), il settore delle Costruzioni con 6% pesa 2 punti percentuali più dell’Italia (4%) e il settore dei Servizi, invece, con il 71% pesa 3 punti percentuali meno  dell’Italia (74%).





Nei primi 9 mesi 2021 le iscrizioni sono state 5.804e le cessazioni 4.382 per cui le imprese hanno registrato un incremento di 1.422 unità. In valori percentuali le imprese registrano un incremento dello 0,96% inferiore all’ 1,64% italiano. Il risultato non è soddisfacente in quanto la crescita è stata quasi la metà di quella italiana.

Nei primi 9 mesi 2021 le iscrizioni sono state 1.127e le cessazioni 1.275 per cui le imprese hanno registrato una flessione di 148 unità.

La flessione percentuale delle imprese artigiane è stata pari allo 0,51%, in controtendenza con il dato italiano che ha registrato un incremento dello 0,67%.

Il risultato è deludente in quanto ci si trova di fronte a un decremento mentre a livello nazionale si registra un buon incremento e posiziona l’Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale.

Nei primi 9 mesi 2020 l’export abruzzese ammontava a 5.776 milioni di euro mentre nei primi 9 mesi 2021 è stato di 6.537 registrando un incremento di 761 milioni di euro.

In valori percentuali l’export abruzzese ha registrato un incremento del 13,2%, dato inferiore al 20,1% nazionale che posiziona l’Abruzzo al 15° posto della graduatoria nazionale delle regioni italiane mentre nel I trimestre 2021 si era posizionato al 1° posto; la retrocessione nella graduatoria è dovuto alla pesante flessione subita nel III trimestre 2021 (-11,7% a fronte del +13,2% italiano) e causata dal crollo dell’ auto-motive.

 

 

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