EDITORIA: ANGELUCCI VUOLE ANCHE AGI E REPUBBLICA.
IN SUE TESTATE “IMBOSCATO” CASO VERDINI

31 Dicembre 2023 13:30

Regione - Cronaca

L’AQUILA – L’editore e imprenditore abruzzese Antonio Angelucci, 79enne originari di Sante Marie, deputato della Lega, vuole continuare la scalata ai vertici dell’editoria italiana. Secondo un lungo articolo del Fatto Quotidiano, il re delle cliniche private del Lazio che ha messo le mani da tempo sul Tempo, Libero e Il Giornale, “continua a spingere per l’acquisto di Radio Capital dal gruppo Gedi” ma “sarebbe in trattativa per acquistare anche l’Agi, l’agenzia di stampa dell’Eni. Il cane a sei zampe se ne priverebbe senza drammi, visti i conti poco floridi e l’imminente conflitto con la redazione sul piano di risparmi e pensionamenti anticipati”.





Non è tutto: “Sullo sfondo, c’è chi garantisce che Angelucci abbia anche avviato un discorso con la famiglia Elkann per comprare Repubblica. I tempi per un’operazione del genere – clamorosa per la storia del giornale fondato da Eugenio Scalfari e per quella personale di Angelucci – sarebbero ovviamente più lunghi, ma se gli attuali proprietari decidessero di cedere, Angelucci non farebbe mancare il suo interesse”.

Come spiega il Fatto Quotidiano: “Repubblica è il colpo grosso, il tassello definitivo, un’utopia forse irrealizzabile: gli permetterebbe di controllare un network enorme e trasversale, da destra a sinistra (d’altra parte il primo giornale posseduto da Angelucci, insieme a Libero, fu il Riformista di Claudio Velardi, un foglio vicino ai Ds di Massimo D’Alema)”.





Il Fatto Quotidiano, nei giorni scorsi ha bersagliato Angelucci, perché i suoi giornali hanno “imboscato” in vaghi trafiletti, l’inchiesta che ha portato Tommaso Verdini ai domiciliari, figlio di Denis Verdini, “suocero” del leader del Carroccio Matteo Salvini, e “incidentalmente grande amico di Angelucci”.

Scrive Il Fatto intigendo la penna nel curaro: “Il Giornale – l’ultimo arrivato nella “famiglia” Tosinvest – ha scelto di non aver alcun richiamo della notizia in prima pagina. Un articolo a pagina 9 dà conto dei “nuovi guai” per i Verdini e nel catenaccio esplicita: “Il figlio dell’ex senatore ai domiciliari”. Scelta simile a quella di Libero che, sempre a pagina 9, in un più sobrio colonnino, spiega ai lettori: “Corruzione, indagato Verdini. Domiciliari al figlio”. Tantissimo in confronto a Il Tempo. Il quotidiano romano piazza al notizia dell’inchiesta nella pancia di pagina 8 e prova ad annacquare la questione in ogni modo. Titolo: “Commesse Anas, cinque ai domiciliari”. Chi sono questi cinque accusati? Se proprio è caduto l’occhio su quel boxone, una volta che si è letto il titolo, bisogna scoprirlo dal catenaccio: “La procura di Roma ipotizza corruzione anche per Verdini junior”. Nella costruzione della pagina, sovrastata dall’Italia a letto con la febbre proprio a Capodanno, è stata privilegiata un’altra indagine certamente più rilevante per portata dei fatti contestati e presunto malaffare: “Ferragni sotto inchiesta pure a Prato”. E a essere precisi, l’imprenditrice digitale non è neanche indagata”

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