L’AQUILA – “L’Università dell’Aquila ha bisogno di una rivoluzione copernicana, occorre rimettere al centro i dipartimenti, e la sfida del nuovo rettorato dovrà essere quello di superare un modello organizzativo che io definisco ministeriale, di accentramento del potere senza delega, e con un eccesso di regolamentazione, che sta soffocando oggettivamente le attività dell’ateneo”.
Si è presentato così, ufficializzando la sua candidatura alle elezioni per il nuovo rettore dell’Università dell’Aquila, Marco Valenti, 64enne professore ordinario di Metodi epidemiologici, esponente di spicco del Dipartimento Scienze cliniche applicate e biotecnologiche (Discab), direttore del Centro regionale autismo, componente del Comitato Etico Regionale per gli studi clinici, consigliere dell’Ordine dei Medici dell’Aquila.
Valenti nella conferenza stampa tenutasi oggi presso l’edificio universitario Angelo Camillo De Meis di Coppito, ha illustrato le sue idee e il suo programma di “rottura”, come successore di Edoardo Alesse, alla guida di un ateneo che con 18.000 studenti e 1.500 tra docenti, ricercatori e personale, rappresenta un motore economico, sociale e culturale dell’Aquila.
“Io credo nella necessità di aprire un dibattito partecipato in ateneo, credo in una governance collegiale, inclusiva, trasparente, e se per rottura, rispetto all’attuale assetto, questo si intende, confermo, mi considero un candidato di rottura”, ha detto ancora Valenti.
Le elezioni si terranno dal 12 giugno al 23 giugno, con tre turni di votazione con quorum decrescente e poi con l’eventuale turno di ballottaggio.
Sfidanti di Valenti, anche se ancora non hanno ufficializzato la candidatura, ma c’è tempo fino al 29 aprile, quando si terrà presso l’aula magna del polo di ingegneria di Roio l’assemblea elettorale, sono il professore di Telecomunicazioni, Fabio Graziosi, direttore del dipartimento di Ingegneria, Scienze dell’Informazione e matematica (Disim), considerato come il candidato della continuità, pupillo di Paola Inverardi, ex docente di informatica, ex rettore di Univaq e oggi alla guida del Gran Sasso Science Institute e dello stesso rettore Alesse.
E poi Luca Lozzi, direttore del dipartimento di Scienze fisiche e chimiche (Dsfc), ex direttore del centro di microscopie di Univaq, e dal 2019 responsabile anche della manifestazione Street science nell’ambito della notte Europea dei ricercatori. Anche lui considerato un candidato di “continuità”, essendo molto vicino al rettore uscente e c’è chi sostiene che in realtà la sua candidatura sia funzionale a quella di Graziosi.
Per Valenti dunque, “i dipartimenti vanno valorizzati, e resi protagonisti, occorre un decentramento, essendo le strutture portanti delle due missioni fondamentali dell’Ateneo, la ricerca e la formazione, nonché della terza missione, ovvero tutte quelle attività che consentono di entrare in sinergia con il territorio, offrendo e ricevendo servizi. Centrale deve essere anche la valorizzazione dell’area clinica, che ha bisogno di un riposizionamento strategico, tornando a essere un interlocutore autorevole e strutturato all’interno del sistema sanitario”.
Altro tema toccato da Valenti è quello del diritto allo studio e del rapporto con la città.
“Fondamentale è la qualità di vita dei nostri studenti – spiega il candidato -, i servizi a loro offerti, a cominciare dai trasporti e dalla residenzialità. Dobbiamo avere davvero una città universitaria, quello che possiamo dire è che oggi L’Aquila è una città ‘con l’università’, ma ancora non ha assunto pienamente la qualità di città universitaria. Il prossimo governo rettorale deve imprimere in tal senso una forte e concreta accelerazione. Non possiamo inseguire passivamente altri enti, dobbiamo essere in grado di dettare noi l’agenda politica sul diritto allo studio, magari con la convocazione di tavoli istituzionali permanenti”.
Per quanto poi riguarda la didattica, ha detto ancora Valenti, “il nostro bacino di utenza ha limitazioni geografiche, come dimostrano le analisi dei flussi, e dobbiamo affrontare sempre di più la competizione di altri atenei e delle università telematiche. A maggior ragione dobbiamo offrire sempre di più percorsi di altissima qualità, come già ce ne sono, rafforzando le collaborazioni con le grandi università europee, le interazioni internazionali Non esiste infatti una buona didattica se non c’è dietro un grande disegno e progetto di ricerca che le sostenga. Occorre in particolare essere protagonisti e in prima linea negli ambiti della transizione ecologica e dell’intelligenza artificiale”.
- ELEZIONI UNIVAQ: VALENTI PRESENTA CANDIDATURA, “RIVOLUZIONE COPERNICANA, BASTA ACCENTRAMENTO POTERE”L'AQUILA - "L'Università dell'Aquila ha bisogno di una rivoluzione copernicana, occorre rimettere al centro i dipartimenti, e la sfida del nuovo rett...