L’AQUILA – “Parto dal dato nazionale, dove raggiungiamo circa il 29% e credo sia un attestato di stima e fiducia nei confronti di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e del governo di centrodestra. Dati che se calati sul territorio regionale e aquilano sono ancor di più lusinghieri. Un abruzzese su tre vota Fdi, in provincia dell’Aquila arriviamo al 36%. E a L’Aquila città, con voto uniforme in tutti i seggi, ci riprendiamo la leadership con quasi il 30%. Anche qui un premio alla buona amministrazione del centrodestra di Pierluigi Biondi”.
Questa l’analisi del voto di sabato e domenica scorsa di Livio Vittorini, consigliere comunale dell’Aquila di Fdi, presidente della commissione Bilancio e responsabile regionale del dipartimento economia e finanza del partito.
Per quanto riguarda l’Aquila, spiega Vittorini, “alle regionali di marzo, era risultato primo partito il Pd, con Fdi al secondo posto con circa il 18%. Ma va detto che ai voti di Fdi, si dovevano sommare quelli della lista del presidente Marco Marsilio, espressione comunque dell’area politica di Fdi. E inoltre altri partiti, sia di centrodestra che del centrosinistra schieravano qui a L’Aquila consiglieri regionali uscenti”.
Ora dunque, sottolinea Vittorini, “il voto delle europee ha ristabilito i veri rapporti di forza tra i partiti a L’Aquila e si conferma che ben oltre il 50% degli aquilani vota centrodestra, con Fdi saldamente prima forza. E questo ci spinge nei prossimi tre anni di mandato ad andare avanti, affrontando questioni aperte come le risposte da dare ai residenti e commercianti del centro storico, risolvendo il problema della scarsità dei parcheggi, e dando ancor maggiore attenzione alle frazioni”.
Allargando lo sguardo, Vittorini spiega che “l’Europa è importante per molte questioni di interesse nazionale, a cominciare da quella della sicurezza, del governo migliore dei processi e dei flussi migratori. L’Italia e il governo Meloni da queste elezioni escono rafforzati da queste elezioni, a differenza di Francia e Germania, e rispettivi leader. Ed ora occorre portare a Bruxelles una una politica volta a rafforzare la difesa dei nostri confini, che tuteli non solo il diritto all’emigrare, ma anche il diritto a non emigrare. Per le persone che possono accedere al nostro territorio occorre partire in via prioritaria dall’incrocio naturale della domanda e dell’offerta di lavoro, in modo tale che queste persone portino un valore aggiunto, anche in termini di reddito, e siano in grado di sostenersi”.
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