EMENDAMENTO SPIAGGE LIBERE PESCARA: GLI STRALI DI LEGAMBIENTE, “CITTADINI DISCRIMINATI”

8 Febbraio 2025 13:40

Pescara - AbruzzoWeb Turismo, Politica

PESCARA – Legambiente Abruzzo si esprime criticamente nei confronti dell’emendamento noto come “salva Pescara”, approvato recentemente dalla Regione Abruzzo, che riduce dal 20% al 10% la quota di spiagge libere per le città con più di 70.000 abitanti. Questa modifica  non solo limita l’accesso gratuito e pubblico al mare, ma  compromette il valore delle spiagge come bene comune, accessibili a tutti i cittadini, senza discriminazioni.





“Mentre nella nostra regione continuano a crescere povertà assoluta e lavoro precario – dichiara Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo – e dall’altra parte aumentano i prezzi medi per lettini e ombrelloni, anche a causa dei costi energetici che colpiscono le imprese balneari al pari delle altre, escludere per legge il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge nella maggiore città costiera abruzzese, oltre che dal punto di vista ambientale, è un atto iniquo dal punto di vista sociale. Le nostre spiagge prima che un attrattore turistico sono un bene comune: nell’ Abruzzo regione del benessere garantire che i cittadini possano goderne liberamente, potendo davvero  scegliere se avvalersi o meno delle infrastrutture balneari private, deve essere una priorità. Mettere in competizione i diritti non può mai essere una soluzione.”

Negli anni il Rapporto Spiagge dell’associazione ha già evidenziato come questa tendenza stia escludendo sempre più cittadini, creando un monopolio delle aree balneari e restringendo l’accesso a coloro che non possono permettersi stabilimenti privati. L’emendamento accentua questa problematica, togliendo e spazio alla fruizione pubblica, soprattutto in un momento in cui la crisi sociale ed economica rende più urgente l’accesso gratuito e paritario al mare per tutti.  Le spiagge libere sono fondamentali per la salute e il benessere della collettività: come rilevato anche nel primo rapporto dell’Osservatorio Clima e Salute nato grazie al progetto europeo Life+ A_GreeNet,  le ondate di calore che colpiscono l’Abruzzo stanno avendo forte impatto sulla salute dei cittadini e il quadro che emerge è allarmante. A Pescara, in particolare, i dati analizzati rispetto al 2023 sottolineano come luglio 2023 ha fatto registrare 145 decessi, mentre la media 2015-2018 è di circa 121 ( ma con un picco di 152 morti nel mese di luglio 2015,quando le temperature furono sopra i 30 °C, con punte di 36 °C): si evidenzia il picco di oltre 37 °C del 21 luglio, coinciso con 10 decessi (tra il 21 e il 22 luglio).





“Le nostre spiagge, al pari delle altre infrastrutture verdi e blu – continua Silvia Tauro – vanno considerate, tutelate e ripensate in considerazione delle necessità di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e dei servizi ecosistemici che possono garantire alla comunità. Oggi più che mai, tutela ambientale, sociale ed economica devono correre insieme, considerando anche le ricadute economiche e i costi sociali della crisi climatica.”

Legambiente Abruzzo chiede pertanto alla Regione di rivedere questa decisione, di garantire il rispetto di almeno il 20% di spiagge libere in tutti i comuni costieri e di promuovere politiche di gestione sostenibile del demanio marittimo, che tutelino davvero i diritti dei cittadini e la bellezza del nostro territorio.

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