“ESPLORAZIONI EVANESCENTI”, A PALAZZO DELL’EMICICLO LA MOSTRA D’ARTE DI CRISTINA DE MATTEIS

19 Agosto 2022 12:27

L'Aquila - Cultura, Gallerie Fotografiche

L’AQUILA  – “Con questa mostra, in un edificio simbolo della rinascita palazzo dell’Emiciclo, vogliamo donare allo spettatore un viaggio in un mondò parallelo da guardare con gli occhi dell’anima, che presuppone apertura senza pregiudizi”.

Questo in sintesi l’esperienza estetica promessa da Esplorazioni evanescenti”, la mostra    personale dell’artista aquilana Cristina De Matteis, presentata oggi e che sarà inaugurata domani sabato 20 agosto alle ore 18  al Palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila, sede del Consiglio regionale d’Abruzzo, fino al 28 agosto, dalle 10 alle 22 con il catalogo e cartoline dell’artista a disposizione gratuita dei visitatori.





L’esposizione, curata dalla Storica dell’arte Chiara Strozzieri, coincide con i festeggiamenti della Perdonanza Celestiniana che quest’anno assume particolare significato per la presenza di Papa Francesco, primo pontefice ad aprire la porta santa della celebre Chiesa di Collemaggio. L’inaugurazione vedrà un momento performativo dell’artista insieme alla Master gong, Daniela Caloisi, che subito dopo condurrà un bagno di suono, fatto appunto delle vibrazioni dello strumento.

Nativa di Fagnano Alto, ridente cittadina del territorio aquilano, l’artista si è formata innanzitutto nella bottega della zia Adele Giuliana De Matteis, nota scultrice abruzzese, per poi perfezionare i suoi studi all’Accademia di Belle Arti, dove ha appreso anche le tecniche incisorie, in primis quella dell’acquaforte.

In mostra infatti, oltre un nutrito numero di opere su tela, è possibile ammirare anche alcune sue incisioni.  Nel periodo della formazione i suoi interessi si sono principalmente rivolti alla forma, talora a discapito della linea e del colore.





“Non progetto le mie opere, escono spontaneamente con la forma e i colori, nell’atto della creazione. Ho inteso in questa mostra lasciare con la loro stoffa, non intelaiate, un messaggio di leggerezza, spensieratezza e libertà”.

Una particolare predilezione si ravvisa poi per la forma del cerchio che,  spiega Chiara Strozzieri, “oltre ad essere rappresentazione della totalità, assume un valore simbolico legato al mondo contadino, che sappiamo essere scandito dalla ciclicità delle stagioni. Il cerchio è la forma geometrica che la pittrice sente di sposare appieno e portare con sé negli anni di ricerca, vedendola trasformarsi da nucleo embrionale a vortice, fino a divenire luna piena nelle tele più recenti.”

 

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