EUROPEE: PER BALLONE PIU’ VOTI IN CAMPANIA, D’AMBROSIO FA IL PIENO IN CALABRIA

FOCUS SULLE PREFERENZE DEI CANDIDATI ABRUZZESI NELLE ALTRE REGIONI DEL COLLEGIO MERIDIONALE

17 Giugno 2024 08:15

Regione - Politica

L’AQUILA – Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, hanno confermato, per l’Abruzzo, una ferrea regola: se si vuole ambire a diventare eurodeputati, occorre, in un modo o nell’altro sfondare nelle altre regioni del collegio meridionale, a cominciare da quelle più popolose, come Campania, Puglia e Calabria. Altrimenti non può esserci partita per i candidati del più piccolo Abruzzo, regione di 1,3 milioni di abitanti.

Ed è quello che è avvenuto anche a questo giro, dove dei 15 candidati “autoctoni” in corsa può ambire ad un posto, ripescata come prima dei non eletti, la sola presidente della Camera di commercio Gran Sasso, la teramana Antonella Ballone, sotto le insegne di Forza Italia, con 41.917 voti.

Se dunque si vanno ad analizzare i voti nelle singole regioni del collegio, Ballone ne ha presi 14.080 in Abruzzo, e quasi il doppio però in Campania, 24.017.  Questo perché ha funzionato il ticket con l’eurodeputato uscente Fulvio Martusciello, rieletto con 97.833 voti, grazie alle tre preferenze che si potevano esprimere nella scheda, di cui almeno una di genere diverso, uomo o donna. In Campania dunque molti elettori forzisti hanno scritto sulla scheda il nome del vicepremier, ministro degli esteri e presidente del partito Antonio Tajani, (146.742 voti), e poi Martusciello e Ballone.

La candidata abruzzese ha poi raccolto voti, ma in misura decisamente minore in Calabria, 1.325. in Puglia, 1.285, in Basilicata, 882 e in Molise, 271.





Restando a Forza Italia invece un altro candidato autorevole, l’imprenditore aquilano Eliseo Iannini, patron dell’omonimo gruppo imprenditoriale, non è andato oltre i 11.473 voti. In Abruzzo ha preso 8.616 preferenze, risultato di tutto rispetto, ma poi non è riuscito a raccogliere un numero adeguato di preferenze in altre regioni: in Calabria 1.484, in Campania 1.077, in Molise 136,  e solo 131 voti in Puglia, e 17 in Basilicata. Va detto che per un candidato maschio, è stato più difficile ottenere con accordi una delle tre preferenze, visto che una preferenza di genere maschile doveva essere riservata a Tajani.

Passiamo a Fratelli d’Italia: il chietino Nicola D’Ambrosio, dal 2021 presidente nazionale di Azione universitaria, già leader di Azione universitaria della D’Annunzio di Chieti e Pescara, non ha affatto sfigurato, ottenendo 30.962 preferenze, un numero però lontano per sperare di strappare un biglietto per Bruxelles, come era già nelle previsioni della vigilia, visto che c’erano in corsa pezzi da novanta espressioni di regioni più popolose.

Emerge però che D’Ambrosio ha comunque ottenuto voti in numero significativo anche fuori l’Abruzzo: rispetto ai 16.685 voti regionali, ne ha presi in Calabria 4.732,  in Puglia 3.945, in Campania 3.948, in Molise 1.447, in Basilicata 133.

D’Ambrosio era sostenuto da in particolare dal presidente della Regione Marco Marsilio, e da Roma, dal deputato Fabio Roscani, eletto come “paracadutato” in Abruzzo nel 2022, ma molto meno da altri esponenti di spicco del partito in Abruzzo, molti dei quali hanno invece spinto su altre candidature.  Tanto è vero che Roscani è venuto in Abruzzo ad alzare la voce.

Passiamo alla candidata della Lega, l’assessore comunale dell’Aquila, Laura Cucchiarella, che ha ottenuto 6.432 voti. Di questi in Abruzzo 5.745, in Puglia 235, in Campania 184, in Molise 127, In Calabria 77 e in Basilicata 64.

C’è dunque un aspetto che merita di essere sottolineato: Cucchiarella si è presentata in tandem con il senatore e presidente della Commissione Cultura Roberto Marti, pugliese  e segretario regionale del partito, non eletto nemmeno lui, nonostante i ben 60.070 voti.





Ebbene, Marti in Abruzzo, in virtù di questa alleanza ha preso 4.367 voti, rispetto ai 5.743 voti di Cucchiarella. In Puglia però Cucchiarella ha preso 235 voti, contro i ben 31.292 voti di Marti, che ha superato anche il campione di preferenze leghista, il generale Roberto Vannacci, 21.234 voti.

E per far capire ulteriormente come funziona alle Europee: se Vannacci opterà di essere eletto in un altro collegio, resterà per un quinto mandato a Bruxelles il molisano Aldo Patriciello, con 71.537 voti con la Lega, patron della Neuromed che ha anche una clinica a Celano, in provincia dell’Aquila. Ebbene, Patriciello ha fatto il pieno un po’ ovunque: 15.191 voti nel suo Molise, 5.870 in Abruzzo, 32.600 voti in Campania, 10.007 in Puglia.

Passiamo alla candidata del Partito democratico, Manola Di Pasquale, avvocato ed ex presidente regionale del partito, ha preso 18.248 voti. Per lei c’erano poche speranze di essere eletta, visto che c’erano in corsa candidati di punta come Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, la giornalista Lucia Annunziata, l’ex deputato Lello Topo, uno dei big del partito napoletano, l’uscente Pina Picierno, campana, e vicepresidente del Parlamento Europeo e Sandro Ruotolo, giornalista e componente della direzione nazionale del partito, che sono poi risultati tutti eletti.

Resta il fatto che Di Pasquale ha preso 17.259 voti in Abruzzo, risultando la candidata abruzzese con ma più voti nella sua regione. Il problema è che ha raccolto poco in altre regioni: 73 voti in Molise, 484 in Campania, 220 in Puglia, 55 in Basilicata e 127 in Calabria. E si ha l’impressione che il partito non l’abbia supportata per stringere alleanze e farsi conoscere adeguatamente fuori dall’Abruzzo.

Infine il Movimento 5 stelle: la ex deputata di Giulianova, Valentina Corneli, ha preso 11.060 voti, e l’assessore comunale di Chieti con delega alla Sanità, Fabio Stella, 11.370 voti, rispettivamente 6.036 e 6.432 voti in Abruzzo, raccogliendo però molto poco nelle altre regioni, a differenza dei tre pentastellati risultati eletti come il calabrese Pasquale Tridico, economista, professore ordinario di Politica economica presso l’Università Roma Tre, ex ministro ideatore del reddito di cittadinanza,  la pugliese Valentina Palmisano, avvocato, ex deputata e il foggiano Mario Furore, europarlamentare uscente.

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