SULMONA – Questa volta, con tutta la buina volontà è impossibile titolare con il consueto “bagno di folla” l’appuntamento elettorale de candidato alle Europee di Fratelli d’Italia Vittorio Sgarbi a Sulmona. Ad ascoltare il suo accalorato comizio in piazza XX settembre, sotto la statua del pensoso Ovidio, c’erano infatti una quindicina di persone, più qualche passante che si è fermato per curiosità. In compenso la foto della piazza vuota, con commenti sarcastici e divertiti, è diventata virale sui social.
La candidatura di Sgarbi alle europee ha incontrato del resto resistenze anche dentro il partito di Giorgia Meloni. Il critico d’arte che da poco si è dimesso da sottosegretario alla Cultura è indagato per riciclaggio di beni rubati, in relazione a un dipinto di sua proprietà di cui è stato denunciato il furto nel 2013.
A febbraio l’Antitrust ha stabilito che Sgarbi, come sottosegretario, “ha esercitato attività professionali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo a favore di soggetti pubblici e privati”, violando la Legge Frattini sul conflitto di interesse”.
Dalle indagini dell’Autorità è emerso infatti che due società, Hestia e Ars, “coadiuvano Sgarbi nella gestione di tutte le fasi relative alla prestazione, inclusi gli aspetti logistici”. In particolare, si legge ancora, Ars “funge da trait d’union tra il critico d’arte e possibili committenti, sottoponendo una sorta di elenco di proposte, con relativa quantificazione dei corrispettivi, all’interno del quale l’organizzatore può scegliere la performance che preferisce (intervento, lectio magistralis, spettacolo teatrale, ecc.), cui possono essere annessi degli extra, anch’essi a pagamento (partecipazioni del critico a presentazioni TV, permanenza successiva alla chiusura dell’evento con disponibilità a farsi fotografare dal pubblico, firmacopie, ecc.)”. Per la maggior parte di eventi, “Ars risulta aver svolto funzioni di intermediario tra il Prof. Sgarbi e gli organizzatori dell’evento, quest’ultima risulta essere destinataria del pagamento”.
Ma secondo l’Antitrust, “sembra difficilmente contestabile che, anche quando il cachet sia incassato, direttamente o indirettamente, da Ars o da Hestia, esso sia almeno in parte qualificabile come corrispettivo dell’attività svolta da Sgarbi”.
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