PESCARA – Una bancarotta fraudolenta da 5 milioni. E’ quanto emerge dalle carte dell’inchiesta sul fallimento di Modus Spa, società specializzata nei servizi di energia pubblica con sede a Pescara, che aveva raggiunto un buon livello di penetrazione nel panorama nazionale, un’ indagine con 18 indagati a vario titolo e diverse responsabilità per bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, false attestazioni ed altri reati tributari.
Secondo i pm Anna Rita Mantini e Andrea Di Giovanni che hanno chiuso le indagini preliminari, sembrano avere riscontro le affermazioni dell’imprenditore pescarese ed ex parlamentare di Forza Italia Antonio Martino, 48 anni, uno dei 18 sospettati, che ad inizio 2018 si era però dimesso da ogni incarico gestionale per candidarsi ed essere eletto alla Camera dei deputati alle politiche di marzo 2018.
L’ex parlamentare , infatti, sottolinea il ruolo di Cns (Consorzio nazionale Servizi) Bologna, capace di esercitare un controllo indiretto e dominante. Cns era il cliente più importante di Modus, rappresentando circa il 90% del fatturato, che è stato oggetto di un esposto da parte della stessa Modus e sulla quale sta indagando la Procura di Pescara in una inchiesta che si incrocia con quella appena conclusa con l’avviso di conclusione delle indagini.
“Cns”, scrivono i pm negli atti, “è da ritenere socio occulto e tiranno oltre che amministratore di fatto della Modus in grado di esercitare sulla stessa un controllo indiretto e dominante in ragione del rapporto di sostanziale monocommittenza esistente tra le due entità, dell’obbligo di pagamento del contributo consortile e del rapporto di dipendenza finanziaria e gestionale di Modus nei confronti di Cns”. E, infatti, sono indagati per bancarotta anche esponenti di Cns quali Alessandro Hinna, Italo Corsale come pure Maurizio Tosi di Kineo Energy e Facility srl.
Negli atti si si parla di “totale spoliazione delle componenti immateriali di Modus costituite dal know how e dall’avviamento mediante spostamento del personale e della quasi totalità delle commesse nel 2019 dei contratti in corso oltre che delle attrezzature e contestuale trasferimento a favore di Kineo Energy e Facility srl società con identico oggetto sociale e già associate a Cns senza alcun corrispettivo”. I pm, in particolare, rimarcano il “rapporto di tirannia” in virtù del quale si induceva la Modus “a rendere impossibile la prosecuzione dell’attività aziendale”.
Ecco, comuque, tutti gli indagati: Giuseppe Marucci di Atri, 48 anni, Giulio Errante di Treviso (71), Manlio Tassi di Rieti (76), Francesco Corea di Catanzaro (60), Carmine Martino di Castiglione a Casauria (76), Laura Malfatto di Assisi (46), Vincenzo Del Vecchio di Barletta (50), Alessandro Hinna di Roma (50), Italo Corsale di Napoli (52), Maurizio Tosi di Reggio Emilia (71), Laisa Del Ciotto di Roma (48), Andrea Collalti di Roma (58), Stefano Angelini di Pescara (54), Bruno Ciamarone di Vanatu (Venezuela) (65), Marco Della Rocca di Viterbo (58), Andrea Rossi di Verona (52), Giuseppe Farchione di Pescara (64).
Gli indagati, con accuse tutte da provare, hanno venti giorni per farsi interrogare o presentare memorie mentre i Pm, dopo quel periodo, potranno, sempre dopo altri 20 giorni, chiedere il processo o l’archiviazione.
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