L’AQUILA – Giovani abruzzesi che si fanno strada nella comunicazione politica e istituzionale: pur non essendo giornalista, né professionista, né pubblicista, Massimiliano Ferrini, di Sulmona, in provincia dell’Aquila, è stato nominato come suo “addetto stampa”, in modo fiduciario e come si dice, ad “intuitu personae”, dal viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia.
Assunto a tempo determinato, con il rispettabile stipendio di 50mila euro lordi l’anno. A spiccare è però il fatto che Massimiliano Ferrini è uno dei figli di Maria Assunta Rossi, consigliere regionale anche lei di Fratelli d’Italia, ex presidente della Banca di Credito Cooperativo di Pratola Peligna, e non eletta il 10 marzo, ma entrata all’Emiciclo come “surrogata”, ovvero come prima dei non eletti nel collegio provinciale dell’Aquila con i 5.491 voti, al posto del nominato assessore al Bilancio, Mario Quaglieri, il più votato in assoluto delle regionali con 11.754 voti.
A curare la campagna elettorale della madre era stato lo stesso figlio Massimiliano Ferrini, che per il resto, si legge nel curriculum, ha una laurea triennale in Economia e Management, certificazioni linguistiche ed informatiche e un tirocinio di tre mesi presso lo studio di un commercialista. Ma non risulta essere iscritto né all’albo dei giornalisti pubblicisti, né a quello dei giornalisti professionisti.
Rossi, grazie a ticket con Quaglieri è riuscita a superare l’aquilano Alessandro Piccinini, 5.443 voti, che dunque non è riuscito a piazzarsi in posizione utile per la surroga di Quaglieri.
Il caso è stato rivelato dal blog Casa di Vetro, di Marco Alberico per il quale, ironizza, “Fratelli D’Italia sembra ricordare la serie tv ‘Tutto in famiglia’”.
Casa di vetro ha dunque interpellato il diretto interessato che ha rivelato: “Abbiamo conosciuto il vice ministro durante la campagna elettorale di mamma, che curavo io dal punto di vista di comunicazione. Ho inoltre curato la comunicazione della Scuola politica Spes che ho anche frequentato. Il suo staff ha notato la comunicazione fatta a loro dire molto bene e mi ha proposto una collaborazione con lo staff“. E ancora, “Dopo vari colloqui hanno deciso di prendermi per un periodo di prova. Il mio CV ha passato regolarmente i controlli degli uffici di competenza e adesso svolgo il ruolo di responsabile delle relazioni istituzionali e delle comunicazioni esterne”.
Ad avanzare dubbi sulla nomina è stato il quotidiano on line Il germe, secondo il quale, “l’inquadramento professionale che spunta sul sito del Ministero, nella sezione ‘Personale”, è quello di ‘Addetto stampa’. Un ruolo che nella Pubblica amministrazione è ricopribile solo e soltanto se si è in possesso dell’iscrizione all’albo dei giornalisti. Iscrizione, che sia da pubblicista o che sia da professionista, che Ferrini non possiede. E non è sufficiente neanche aver scritto qualche comunicato stampa, come riporta il curriculum presente sul sito, o redatto articoli online”, menzionando l’articolo 9, della legge 150 del 2000 per la quale “le amministrazioni pubbliche (…) possono dotarsi, anche in forma associata, di un ufficio stampa, la cui attività è in via prioritaria indirizzata ai mezzi di informazione di massa”, e “gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. E questo vale anche per gli staff di nomina politica, ha più volte ribadito l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo.
Diverso discorso, aggiunge però Il Germe, sarebbe “qualora all’interno dell’atto di nomina, dovesse esserci un inquadramento per diversa funzione, come quella di Portavoce del Ministro”. E che la dicitura “addetto stampa”, riportata sul sito del ministero degli Affari esteri, alla pagina “Collaboratori”, è semplicemente un errore, una inesattezza.
Del resto è quello che avviene in tanti staff politici, dove gli ‘addetti stampa’ di fatto, non sono iscritti all’albo, e sono assunti con altri inquadramenti contrattuali, rendendo di fatto inefficace la legge 150 del 2000.
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