L’AQUILA – Dopo settimane di scontri intestini, potrebbe essere quello di oggi il giorno decisivo per una tregua armata per sciogliere il nodo delle candidature contese di Fratelli d’Italia nel comprensorio dell’Aquila alle elezioni regionali del 10 marzo.
Secondo quanto si è appreso da esponenti del partito della premier Giorgia Meloni, oggi sarebbe stato convocato un summit alla presenza dei dirigenti provinciali e di quelli regionali.
E la novità è l’ipotesi messa sul tavolo: saranno candidati entrambi i contendenti rimasti in campo nella polveriera che a suon di litigi è diventata Fdi aquilana: il presidente della Gran Sasso Acqua, Alessandro Piccinini, e il sindaco di Navelli, Paolo Federico. A dover rappresentare all’Emiciclo, un territorio considerato a roccaforte della crescita esponenziale di quello che è il primo partito italiano, e dove nel 2017 è stato eletto Pierluigi Biondi primo sindaco di un capoluogo di regione.
La convocazione del summit trapela, mentre rimangono con le bocche cucite i big del partito, che non rispondono alle telefonate di questo giornale, non ritenendo di dover spiegare a cittadini e simpatizzanti quello che hanno intenzione di fare, e dare spiegazioni sul clima di contrapposizione, incertezza e tensione che regna nel partito aquilano a poco più quattro mesi dalle elezioni, in cui Fdi è ai nastri di partenza come primo partito della coalizione e quindi forza trainante per una eventuale storica conferma del centrodestra.
Una contrapposizione che ha due protagonisti assoluti, rivali oramai dichiarati e i cui rapporti sono in uno stato di non ritorno: il sindaco Pierluigi Biondi, responsabile nazionale enti locali e uomo vicino alla premier Meloni, deputato nel collegio L’Aquila-Teramo, e il senatore e vice coordinatore regionale, Guido Liris, capogruppo di Fdi in commissione Bilancio. Tra i due il senatore e segretario regionale, Etel Sigismondi, a cui la situazione è da tempo palesemente sfuggita di mano, tanto che per risolvere la questione aquilana, ha chiesto aiuto al presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, che venerdì scorso ha partecipato alla lunga riunione di Goriano Sicoli, finita con una fumata nera.
A farsi sentire, pur non pubblicamente, sono stati invece i consiglieri comunali: secondo quanto emerso, con un tono e un atteggiamento “costruttivo e sereno”, ma “perentorio”, hanno sollecitato i big a risolvere il problema, ad uscire dal logorante muro contro muro che ha trasformato il partito in una polveriera, e di farlo subito, anche in vista dei prossimi congressi cittadini e provinciali, dicendosi pronti a lavorare pancia a terra per la campagna elettorale in presenza di qualsiasi scelta, purché si metta un punto.
Del resto a L’Aquila incombe anche la crisi in maggioranza, con Forza Italia, che rivendica un assessorato e un cambio di passo nell’azione di governo, e con il sindaco Biondi, che si è rifiutato di incontrare il delegato dal partito regionale dei azzurri, Giorgio De Matteis, vice coordinatore provinciale, con Liris incaricato da Fdi a trattare al posto di Biondi.
Lunedì in conferenza stampa, per dare l’idea del clima che si respira, De Matteis è arrivato a definire Biondi il “podestà di Villa Sant’Angelo”. con riferimento al comune dove Biondi è stato sindaco, prima di conquistare L’Aquila. E a giorni Fi potrebbe decidere di uscire dalla maggioranza.
Tornando al confronto di oggi, sul tavolo le carte potrebbero essere rimescolate: da quanto si apprende, la soluzione trovata sarebbe quella di tagliare la testa al toro, e candidare, nella lista di Fdi, sia l’ex assessore comunale e avvocato, Piccinini, presidente della Gran Sasso Acqua, la società pubblica del ciclo idrico integrato, sia Federico, sindaco di Navelli, presidente del Gruppo di Azione locale (Gal) Gran Sasso-Velino e commissario della Comunità montana Montagna di L’Aquila.
A fare un passo indietro dovrebbe dunque essere Vincenzo Uzzeo, ex assessore comunale di Castel di Sangro, che potrà trovare posto però nella lista del candidato presidente del centrodestra Marsilio, governatore uscente, potendo contare sull’appoggio di un altro uomo forte, quello del presidente della Provincia, sindaco di Castel di Sangro, e vicepresidente nazionale dell’Upi, Angelo Caruso.
Altra novità, conferenza delle decisioni aquilane, a proposito di Fdi provinciale, è tra le donne, con una new entry, l’ipotesi di candidare Iride Cosimati, il consigliere comunale di Fdi ad Avezzano.
In questo modo, insomma, il partito aquilano, la cui escalation bellica ha preoccupato anche Roma, che è arrivata ad inviare come ambasciatore il senatore e dirigente nazionale Giorgio Salvitti, spera intanto di porre termine al braccio di ferro per un posto in lista tra Piccinini e Federico. Il primo, marito del consigliere comunale Katia Persichetti, è sostenuto dal sindaco Biondi, dopo che è sfumato il suo tentativo di candidare l’ingegnere Andrea Di Biase, suo capo di gabinetto, nominato nel 2021 presidente della società in house della Regione Abruzzo Engineering. Il secondo è appoggiato da Liris, che pur essendo amico di Piccinini, non può dire no al sindaco Federico, che ha sempre appoggiato il senatore, e ora si attende riconoscenza dopo alcune promesse non mantenute, ad esempio, la candidatura alla presidenza della Provincia dell’Aquila.
Certo è che con la competizione nello stesso territorio di Piccinini e Federico, a caccia di voti nello stesso bacino elettorale, ancora di più avvantaggiati saranno, nella ben più popolosa area marsicana, gli altri due candidati uomini, l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, e Massimo Verrecchia, ex parlamentare, dirigente regionale e capo di gabinetto dello staff del presidente Marsilio. Due posizioni blindate da tempo con i protagonisti che sono da settimane in campagna elettorale.
Va tenuto conto che con Fdi al 28%, e in caso di vittoria, il collegio provinciale aquilano potrà ottenere tutt’al più 3 dei 9-10 seggi pronosticati in regione: ma questo nelle più rosee delle previsioni, ovvero se Fdi confermerà la grande performance delle elezioni politiche del settembre 2022. Se ciò non sarà, per Fdi, sempre che il centrodestra vinca, in provincia dell’Aquila i seggi che scatteranno saranno al massimo due.
Completata la squadra dei quattro candidati maschi, restano le tre donne, in base alla norma delle “quote rosa”.
E il gruppo consiliare aquilano, a questo proposito, ha invitato i big del partito a considerare le candidature femminili non come una questione secondaria, un ammennicolo, ma di dare ad esse la centralità e la forza che meritano.
E a questo proposito è spuntato il nome di Cosimati, a completare la squadra, con la conferma delle candidature di Antonella Buffone, sindaco di Balsorano, vicina a Liris, e per l’area peligna Alto Sangro, dell’avvocato Anna Berghella, ex presidente della Dmc dell’Appennino Terre d’Amore in Abruzzo, e moglie del consigliere comunale e candidato sindaco della coalizione alle ultime elezioni di Sulmona, Vittorio Masci.
Questo significa però che dovranno fare un passo indietro, a L’Aquila, sia l’avvocato Ersilia Lancia, assessore comunale al Turismo moglie del segretario Sigismondi, sia il consigliere comunale Tiziana Del Beato, che nel 2020 è passata dalla Lega a Fdi.
Se però Lancia dovesse trovare un posto in lista, la contropartita per Del Beato sarebbe l’ingresso in giunta al posto di Lancia.
Cosimati, già presidente del consiglio comunale con il sindaco Gabriele De Angelis, va poi ricordato, è stata rieletta, unica di Fdi, nel 2020. Vicina a Liris, è stata nominata dal sindaco civico e di centrosinistra, Gianni Di Pangrazio, presidente della Commissione di Vigilanza, si è sospettato, con la regia “esterna” di Liris, al posto di Tiziano Genovesi, il candidato sindaco della Lega, passato recentemente a Forza Italia, che ovviamente non la ha presa bene: secondo voci bene informate ha ambito anche a tornare a sedere sulla poltrona della presidenza del consiglio e di assessore, ma non è riuscita nell”intento.
E’ poi entrata in conflitto con il coordinatore cittadino, Roberto Alfatti Appetiti, minacciando di lasciare Fdi. Tornata nei ranghi, ora è data come vicina a Mario Quaglieri, e a Biondi.
Sullo sfondo resta però la guerra dentro Fdi, che ha avuto come ultimo passaggio la campagna di tesseramento al partito che i due gruppi in conflitto hanno utilizzato come occasione di pesare la loro forza: delle 8mila tessere in regione, quasi la metà, circa 3.900, sono della provincia dell’Aquila, e si apprende da fonti interne al partito, l’asse tra il sindaco Biondi e l’assessore Quaglieri, ne ha portate a casa circa 1.300, mentre Liris e Verrecchia, ne hanno fatte sottoscrivere molte di più, circa 2.600.
Una spaccatura profonda a cui l’incontro di oggi non potrà certo porre rimedio definitivo.
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