L’AQUILA – Ancora una fumata nera nel faticoso percorso per la scelta del candidato da “spingere” a palazzo dell’Emiciclo alle elezioni regionali del 10 marzo prossimo per Fratelli d’Italia dell’Aquila, la roccaforte e “portafortuna” del partito che proprio dal territorio aquilano, con la vittoria di Pierluigi Biondi, nel 2017 primo sindaco meloniano di un capoluogo di regione ha cominciato la irresistibile ascesa che lo ha portato dal 4 al 30 per cento e alla guida dell’Italia.
Il partito resta infatti una polveriera e appare lontana la possibilità di un accordo tra le varie fazioni in campo: in tal senso sembrano non aver sortito effetti la visita del “paciere” inviato da Roma, il senatore e dirigente nazionale Giorgio Salvitti, e nemmeno il lungo summit fuori porta di venerdì sera a Goriano Sicoli, con lo stato maggiore abruzzese seduto intorno ad un tavolo, tra cui il presidente della Regione e ricandidato del centrodestra Marco Marsilio, che pare voler prendere in mano questa incresciosa situazione, il segretario regionale e senatore, Etel Sigismondi, sempre più in difficoltà e sempre più fragile nel disinnescare questa autentica bomba, il sindaco Biondi, responsabile nazionale Enti locali e commissario provinciale e il senatore e vice coordinatore regionale, Guido Liris e qualche altro esponente eccellente.
Risultato? Un nulla di fatto e Fratelli d’Italia a L’Aquila continua ad essere una polveriera, con la base in fermento, visto che non si trova la quadra su chi candidare come espressione del territorio alle elezioni regionali del 10 marzo. In particolare tra l’ex assessore comunale e avvocato Alessandro Piccinini, nei mesi scorsi confermato alla presidenza della Gran Sasso Acqua, la società pubblica del ciclo idrico integrato che gestisce 36 comuni della provincia, marito della consigliera comunale Katia Persichetti. E Paolo Federico, sindaco di Navelli, presidente del Gruppo di Azione locale (Gal) Gran Sasso-Velino e commissario della Comunità montana Montagna di L’Aquila.
Partita in cui si consuma oramai l’aperta rivalità, secondo molti in un punto di non ritorno, tra i due ex amici, il sindaco Biondi e il senatore Liris.
Una “guerra” politica per il controllo del partito e la elezione del candidato di riferimento, che è senza esclusione di colpi visto che i gruppi in contesa sono arrivati a mettere in campo anche la conta delle tessere, anch’essa decisiva per la scelta del nome di riferimento per la zona dell’Aquila.
Secondo quanto si è appreso, nel corso del recente summit sarebbe stato proposto di scendere in campo sia a Piccinini che a Federico, con la timida risposta dei due. Anche se, come vedremo, la proposta è una boutade, non essendo i due candidabili insieme.
Comunque, Piccinini è sostenuto da Biondi, che inizialmente aveva provato a imporre l’ingegnere Andrea Di Biase, suo capo di gabinetto, nominato nel 2021 presidente della società in house della Regione Abruzzo Engineering, che comunque in questo scenario traballante rimane ancora in corsa. Il secondo da Liris, che dopo avere per anni promesso un posto al sole a Federico, ora si trova nella condizione di non poter dire più di no anche se un sì gli potrebbe costare caro visto che con Piccinini ha un rapporto di amicizia.
Ed ecco che ognuno sta giocando ogni carta per prevalere: lo scontro ha tenuto banco anche nella campagna di tesseramento al partito che non ha certo dei proprietari: delle 8mila tessere in regione, quasi la metà, circa 3.900, sono della provincia dell’Aquila, e si apprende da fonti interne al partito, che l’asse tra il sindaco Biondi e l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, ne ha portate a casa circa 1300, mentre Liris, assieme all’avezzanese capogruppo in Regione, Massimo Verrecchia, ex parlamentare, dirigente regionale e capo di gabinetto dello staff del presidente Marsilio, ne hanno fatte sottoscrivere circa 2600.
Un aspetto che avrà un peso anche nelle prossimi congressi ed ecco perché Salvitti, uomo vicino al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, marito della donna forte di Fdi, Arianna Meloni, sorella del premier Giorgia Meloni, è venuto a L’Aquila per portare “ordine” non solo per la partita delle candidature, ma anche per quella, strettamente connessa, degli imminenti congressi, provinciali e comunali, chiedendo, anzi ordinando candidature uniche e condivise. Nonostante il senatore molto affezionato all’Aquila abbia smentito, sia pure molto debolmente.
Tornando alla candidatura aquilana, il problema è tutto nei numeri e nelle proiezioni, visto che il collegio provinciale, se il partito confermerà il 28% alle elezioni di marzo, potrà esprimere 3 consiglieri.
In base alle norme delle quote rosa, ci sono quattro posti a disposizione per candidati maschi, e tre per le donne. Per la quota maschile, però tre posti sono già blindati: per l’area marsicana, più popolosa e con un potenziale maggiore di elettori, l’assessore al Bilancio Quaglieri e il capogruppo in Regione Verrecchia. Per l’area peligna e Alto Sangro, Vincenzo Uzzeo, ex assessore comunale di Castel di Sangro, dove è sindaco il potentissimo presidente della Provincia e vice-presidente nazionale Upi, Angelo Caruso.
Pertanto resta un solo posto in Fdi, per un maschio, dell’area aquilana, tanto che per trovare una via di uscita sia a Piccinini che a Federico è stato proposto di correre entrambi, ma uno dei due nella lista in via di composizione del presidente Marsilio. Entrambi però hanno risposto picche, vogliono stare in quella di Fdi che ha ben più possibilità di eleggere.
Ma il problema è anche che la candidatura di entrambi nello stesso bacino elettorale potrebbe dividere il consenso, avvantaggiando gli altri candidati della Marsica e Alto Sangro.
A L’Aquila c’è poi anche indecisione sulle candidate donne, con un seggio conteso tra l’avvocato Ersilia Lancia, assessore comunale dell’Aquila al Turismo moglie del segretario regionale e senatore Sigismondi e il consigliere comunale Tiziana Del Beato, che nel 2020 è passata dalla Lega a Fdi. Mentre gli altri due posti sono già stati assegnati per la Marsica ad Antonella Buffone, sindaco di Balsorano, vicina a Liris, e per l’area peligna Alto Sangro, all’avvocato Anna Berghella, ex presidente della Dmc dell’Appennino Terre d’Amore in Abruzzo, e moglie del consigliere comunale e candidato sindaco della coalizione alle ultime elezioni Vittorio Masci.
E così i nodi restano tutti da sciogliere e nessun passo avanti è stato fatto nell’incontro di Goriano Sicoli, a cui hanno preso parte, oltre a Sigismondi e Marsilio, che prova a fare da paciere supplendo la poco efficace azione del segretario regionale, anche Biondi e Piccinini.
A complicare le cose c’è poi lo scontro esploso in giunta, dove Forza Italia oggi in una conferenza stampa ufficializzerà la crisi dopo che le è stato negato un assessore, come compensazione all’abbandono di Roberto Tinari, eletto con Fi, è passato nell’Udc tenendosi ben stretto lo scranno assessorile. A trattare con Giorgio De Matteis, vice coordinatore provinciale di Fi, ed ex vice presidente del consiglio regionale, Liris, in qualità di vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Con la trattativa fallita e con il senatore che non è riuscito a convincere De Matteis ad incontrare Biondi.
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