ROMA – E sono sette: Paolo Barelli è stato rieletto alla guida della Federnuoto per il suo settimo mandato grazie a 14.650 preferenze, pari al 77,70% dei voti (le schede bianche sono state 4205). Ampiamente superata, dunque, la soglia prevista dalla legge dello stato che obbliga chi si candida oltre il terzo mandato consecutivo ad ottenere i due terzi dei voti dell’assemblea validamente costituita.
Una corsa, quella di Paolo Barelli, fatta su se stesso in quanto candidato unico alla FIN, nonostante nei giorni prima delle elezioni a Roma ad agitare le acque ci abbia pensato l’onorevole Fabio Rampelli, dichiarato incandidabile dalla giustizia endofederale.
A sostenere l’ex nuotatore Rampelli, vice presidente della Camera di Fratelli d’Italia, leader della corrente dei Gabbiani, minoritaria ma molto agguerrita nel partito di Giorgia Meloni, i tre esponenti di spicco dei Gabbiani in Abruzzo, ovvero il presidente della Regione Marco Marsilio, l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, oltre al segretario regionale di Fdi, il senatore Etel Sigismondi.
Una partita in cui a giocare tra i protagonisti c’era lo stesso Quaglieri, che ha anche la delega allo Sport. Marsilio, romano di nascita e abruzzese d’origine, intrattiene con Rampelli una decennale vicinanza politica e una amicizia personale, e si è prodigato anche lui per fargli vincere la partita delle Federnuoto, e la battaglia per espugnare il feudo di Barelli, che dura da un quarto di secolo. E pertanto Quaglieri è diventato determinante. Fondamentale anche fino alle ultime ore utili, convincere quanti più elettori possibili a disertare le urne o votare scheda bianca, e dare il benservito a Barelli. Da qui la decisione, questo si dice almeno dentro Fdi da parte di cui è informato di tali dinamiche, di assecondare anche le sue prese di posizione in sede di legge di Assestamento di Bilancio. Di qui il nesso tra la partita per la presidenza della potentissima Federazione Italiana nuoto e la oramai famigerata piscina, fatta finanziare con 350mila euro a Lecce nei Marsi, e solo in quel comune marsicano, nella legge di Assestamento.
“La legge parlava dei due terzi dell’assemblea, tutto ciò che arriva in di più è buono”, sono state le prime parole di Barelli da presidente rieletto.
“Bisogna sempre cercare di migliorare – ha proseguito parlando degli obiettivi del prossimo quadriennio -. Le società di base sono al centro della nostra attenzione e vogliamo metterle in condizioni di lavorare sempre meglio nonostante le difficoltà enormi. Vogliamo spingere le istituzioni e la politica a capire che le piscine sono fondamentali non solo per i grandi campioni, ma anche a livello sociale”.
Arriva poi la risposta a Rampelli (“ognuno parli di ciò che sa senza avventurarsi in situazioni che non si conoscono”) in attesa che il Collegio di Garanzia decida nel merito del suo ricorso, ovvero sull’incandidabilità alla Fin del vicepresidente della camera.
Un ricorso che, se accettato, porterebbe a nuove elezioni, mentre in caso contrario confermerebbe Barelli a capo del nuoto italiano.
Rampelli era anche presente nell’hotel romano dove si è tenuta l’assemblea elettiva senza però poterne prender parte perché da regolamento “sono ammessi a partecipare soltanto i seguenti soggetti: delegati delle società accreditate, candidati, dirigenti federali, componenti degli organi di giustizia federale e giornalisti accreditati” e l’on. Rampelli non rientra in alcuna di queste categorie.
Dovunque avanti con Barelli che nell’ultimo quadriennio vanta 380 medaglie totali di cui 13 olimpiche tra Tokyo e Parigi.
“In Francia siamo stati la federazione più medagliata d’Italia, Malagò ne sarà contento” ha detto tra il serio e il faceto.
Costituito infine anche il consiglio federale che vede in quota atleti la presenza dell’ex tuffatrice Tania Cagnotto, oltre che di Luca Piscopo. In quota tecnici Roberto Del Bianco, mentre in quota dirigenti Patrizia Gianlombardo, Andrea Pieri, Antonio De Pascale, Giuseppe Marotta, Giuseppe Gervasio, Andrea Malchiodi. Giorgio Leale, invece, il presidente del Collegio Revisori dei Conti.
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