L’AQUILA – In Forza Italia Abruzzo in queste ore si festeggia, per il grande risultato delle europee, 10,8%, superiore alla media italiana del 9,6% e con sorpasso confermato nei confronti della Lega, e ancora per il trionfo del sindaco, Carlo Masci, a Pescara, riconfermato al primo turno, e con gli azzurri quasi appaiata a Fratelli d’Italia, 17,9% contro 18% che però numericamente sono appena 49 voti di scarto. Il tutto a conferma della salute del partito, che alle regionali del 10 marzo scorso è salito al 13,4% ed eletto quattro consiglieri, portando a casa la presidenza del consiglio, un assessore e il sottosegretario di giunta.
Eppure, finiti i festeggiamenti, una nuova, o meglio, una vecchia grana, assicurano fonti interne al partito, sarà apparecchiata sulla scrivania del leader del partito, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che causerà nuove polemiche e nuove spaccature in un partito già caratterizzato da almeno tre fazioni in lotta: la poltrona di coordinatore regionale sulla quale è seduto da oltre dieci anni Nazario Pagano, e sulla quale aspira a sedersi Lorenzo Sospiri, entrambi pescaresi ed entrambi uomini forti degli azzurri nel territorio abruzzese e non solo.
Una questione che va avanti da poco meno di due anni quella della successione alla guida del partito regionale, tra il deputato 66enne Pagano, segretario del partito abruzzese dal lontano novembre del 2013, presidente della prima commissione Affari costituzionali, già senatore ed ex presidente del Consiglio regionale, nonché recentemente nominato componente della segreteria nazionale, e l’uomo considerato il più forte e in ascesa degli azzurri, il 49enne Sospiri, rieletto alle regionali del 10 marzo con ben 8.822 preferenze, riconfermato presidente del Consiglio regionale, anche lui nominato alla segreteria nazionale. Tra i principali fautori della vittoria di Masci alle comunali di sabato e domenica scorsa.
Come già ricordato da Abruzzoweb, i due avevano sottoscritto un patto tra gentiluomini alle politiche del settembre 2022, che hanno visto la riconferma di Pagano dal Senato alla Camera e la non elezione di Sospiri, sia pure di in soffio, al Senato. E appunto si era pattuito che in questa evenienza, Pagano avrebbe ceduto la carica di coordinatore a Sospiri. Passaggio del testimone mai avvenuto. Ma il presidente del consiglio regionale non vuole rinunciare e il deputato non vuole mollare.
Anche se l’accorto Sospiri, ovviamente, si è guardato bene dal tornare alla carica prima delle elezioni europee e comunali. Ma ora la pratica è archiviata, e la questione è destinata a tornare alla ribalta. A maggior ragione ora che il partito è in forte ascesa, e il poter avere la parola decisiva su candidature, nomine e assetti interni, fa ancora più gola.
E Sospiri, nipote del sottosegretario e deputato dell’Msi e poi di Alleanza nazionale Nino Sospiri, ha visto intanto ulteriormente crescere il suo peso, sostenuto anche dall’aquilano Roberto Santangelo, rieletto con 9.600 voti, ora assessore regionale, che si è riappacificato dopo lo “scippo”, da parte di Sospiri della presidenza del Consiglio, a cu anche Santangelo mirava, e anche da parte di Daniele D’Amario, sottosegretario della giunta regionale con delega al turismo e alla programmazione, rieletto con 5.408 voti e infine dall’ancora influente Mauro Febbo, decano all’emiciclo, non rieletto a marzo con 4.105 voti.
Dall’altra parte però anche Pagano è oramai un pezzo da novanta a Roma, come confermato dalla nomina a componente della segreteria nazionale da parte di Tajani, in virtù della presidenza della prima commissione Affari costituzionali, chiamata a gestire le riforme più bollenti del governo di Giorgia Meloni, a cominciare da quelle dell’Autonomia differenziata e dal Premierato. E anche Pagano può a ben diritto, da segretario regionale in carica, avocare a se il merito dei successi di Forza Italia in Abruzzo, che gli hanno fatto guadagnare la stima e la fiducia di Tajani e dei vertici degli azzurri.
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