L’AQUILA – Nella Forza Italia abruzzese è archiviata la battaglia interna per la segreteria regionale: con un vincitore indiscusso, il deputato e presidente della prima commissione Affari costituzionali, il 66enne Nazario Pagano, che resterà saldamente in sella e a capo degli azzurri abruzzesi, come lo è dal lontano novembre 2013. A deporre le armi, rassegnate, tutte le correnti a lui ostili a partire da quella che ha come punto di riferimento il presidente del consiglio regionale, 47enne Lorenzo Sospiri, con esponenti di spicco l’assessore alle Attività produttive Daniele D’Amario, 56enne e l’ex assessore e capogruppo degli azzurri, il 65enne Mauro Febbo.
Era lo stesso Sospiri, da dopo le elezioni del settembre 2023, ad attendere il passaggio del testimone, in virtù di un patto di ferro non scritto che prevedeva che se il senatore uscente Pagano fosse stato rieletto deputato, come avvenuto, e Sospiri non fosse riuscito a staccare un biglietto per Roma, candidato anche lui ma nella più difficile corsa del Senato, allora Pagano gli avrebbe lasciato il posto da coordinatore. Cosa mai avvenuta, con la questione del resto poco dopo congelata, in vista delle regionali del marzo scorso, per non creare scossoni nel partito. Ed ora l’ipotesi, pare essere stata definitivamente cestinata.
A determinare questo esito, il rafforzamento di Pagano e il parallelo indebolimento di Sospiri, anche per l’inchiesta giudiziaria della Procura di Pescara che lo ha coinvolto, e per le divisioni sorte per la sua rielezione a presidente del consiglio regione, della seconda legislatura del centrodestra di Marco Marsilio di Fdi, riconfermato il 10 marzo. Cinque anni fa era stato votato con 26 voti quindi anche da parte delle opposizioni: questa volta solo coni voti della maggioranza, e al quarto scrutinio.
Eppure Pagano nell’estate del 2022 quando si stavano decidendo le candidature per le politiche anticipate era caduto in disgrazia con gli azzurri abruzzesi, a differenza dei tempi in cui poteva vantare un rapporto stretto con il leader maximo e fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi e con tutti i big del partito. Tanto che già allora il suo era uno dei pochissimi posti non blindati da segretario regionale, anche a causa di un allora difficile rapporto con il plenipotenziario Antonio Tajani che avrebbe poi preso le redini del partito dopo la morte di Berlusconi, a giugno del 2023. A quel punto, sarebbe entrato in gioco Sospiri, fino ad allora acerrimo nemico di Pagano, che invece che aveva un buon rapporto con l’attuale vice premier Tajani. Ed è proprio nell’estate del 2023, che si è stretto l’accordo per le due candidature alle Politiche, che prevedeva anche il contestuale passaggio di consegne della segreteria regionale da Pagano a Sospiri, in caso di non elezione del secondo. Ma poi come detto il patto è saltato.
Per mesi Sospiri ha alzato la voce a Roma, ma invano, anche perché intanto Pagano si era ulteriormente rafforzato, grazie alle sue capacità di relazioni, cresciute in intensità e prestigio negli anni il parlamento, e punto di svolta, e conferma in tal senso, è stata la nomina a presidente della prima commissione Affari costituzionali, una delle postazioni più importanti e delicate del governo della 47enne Giorgia Meloni, da dove sta passando, per dire, la riforma della autonomia differenziata e del premierato.
E da indubbio talento nelle relazioni politiche, a Roma Pagano ha cementato solidi rapporti, sia tra i berlusconiani di tutte le correnti, a cominciare con il leader e ministro degli Esteri, il 71enne Antonio Tajani, ed anche con tanti storici e influenti onorevoli e ministri del centrodestra. E del resto ha potuto da segretario regionale mettere sul tavolo del partito nazionale, i successi di Fi in Abruzzo alle politiche del 2022, ovvero l’11,1%, a fronte dell’8,3% nazionale, poi alle regionali del 10 marzo, dove è stato riconfermato per un secondo storico mandato il centrodestra del 56enne Marco Marsilio, di Fdi, e con gli azzurri diventati saldamente secondo partito, scavalcando la declinante Lega, salendo dal 9% del 2019 al 13,4%. Infine a giugno, il risultato delle Europee, un altrettanto buon 10,8%, sopra il risultato nazionale pari al 9,6% e superiore, seppur di poco, rispetto al 10,7% del collegio meridionale.
Dall’altra parte, ha invece segnato il passo Sospiri, nipote del sottosegretario e deputato del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza nazionale Nino Sospiri, a lungo considerato l’astro nascente del partito e uomo forte del centrodestra abruzzese.
A incidere negativamente è stato il coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Pescara per un presunto giro di mazzette e droga nel settore Lavori Pubblici al Comune di Pescara, ma solo limitatamente ad un presunto finanziamento illecito, una cena da 400 euro, prima delle politiche del 2022, proprio nella campagna elettorale durante la quale lui e Pagano sono apparsi inseparabili, con Sospiri perno della organizzazione e del finanziamento della macchina.
Sintomatica è stata anche anche la vicenda dell’elezione della presidente del consiglio regionale ad aprile scorso.
Gli azzurri avevano espresso come candidato per lo scranno più alto dell’Emiciclo, l’aquilano 43enne Roberto Santangelo, il più votato degli azzurri il 10 marzo, con ben 9.587 preferenze, entrato nel partito a luglio 2023, dopo essere stato eletto nel 2019 con la civica Azione politica, guardandosi bene però da far confluire a L’Aquila, dove è presidente del Consiglio comunale, la sua civica L’Aquila futura. Sospiri, rieletto con 8.835 da presidente del consiglio regionale uscente, doveva invece andare a fare l’assessore.
E invece all’ultimo momento, a poche ore dalla prima seduta del consiglio della dodicesima legislatura, le carte in tavola sono clamorosamente cambiate, e Sospiri, che, si dice, non gradiva le deleghe che avrebbe dovuto assumere come assessore, ha convinto il presidente Marsilio a confermarlo come designato presidente del consiglio, con Santangelo rimasto di stucco, visto che era in aula con tutta la famiglia, e con il discorso di insediamento già pronto in tasca. Santangelo new entry in Forza Italia non ha una corrente, ma si sta organizzando partendo dalla provincia aquilana, estendendo la sua influenza anche alla luce del suo ruolo di assessore al Welfare e alla Cultura, che sta svolgendo con il solito spirito di sacrificio, già mostrato da consigliere e vice presidente del consiglio regionale nella passata legislatura.
Un cambio di scenario che ha creato forte fibrillazione dentro Fi, ed emblematico è stato infatti che per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo, il presidente del Consiglio regionale non è stato eletto alla prima votazione con la maggioranza dei due terzi e dunque con l’ampia condivisione che la figura di garanzia meriterebbe, ma solo alla quarta votazione, con 17 voti, quelli del centrodestra.
Per di più con il secondo consigliere regionale più votato in Abruzzo, con quasi 11mila voti, 49enne Paolo Gatti di Fratelli d’Italia, che in uno non ha votato e in un altro c’è il sospetto abbia votato scheda bianca. C’è chi dice per la vecchia ruggine legata alla sua designazione prima avanzata e poi ritirata, ad opera di Sospiri, a rappresentate della Regione nella Corte dei conti.
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